Manca la Governance.. Il perchè di una provincia in declino

Siamo perfettamente d’accordo con i responsabili del movimento politico che hanno inviato questa nota. Chi vi scrive, da anni, lamenta che senza una governance illuminata il territorio perde la voglia di combattere e quindi decresce. Nel caso delle province si assiste ad una situazione che potremmo definire irreale. In Italia non ci sono ma vanno avanti regolarmente, in Sicilia ci sono le 3  macrocittà metropolitane che non riescono a trovare la dimensione e poi le 6 province che brancolano nel buio dell’amministrazione al lume di candela. Insomma è possibile che non ci sia una soluzione. Non vorremmo infatti che per evidenti motivi economici a larghissimo respiro, che ….volano alti sulla testa dei ragusani e non solo, la nostra terra perda punti quotidianamente.  Ecco la nota 
Siamo convinti che esita una relazione stretta tra sviluppo socio economico di un
territorio e democrazia, o meglio tra qualità della democrazia e sviluppo.
Lo sviluppo di un territorio non è mai un fatto monocromatico, ma vive della
capacità di creare contesti partecipativi  solidali ed integrati in cui i vari attori dello
sviluppo possono attivare relazioni virtuose e esaltare le proprie diversità . Lo
sviluppo è  dato  dalla capacità di governance propria della  società civile e degli
attori economici , ma soprattutto dal government, cioè dalla capacità e possibilità di
guidare lo sviluppo di un territorio da parte dei soggetti democraticamente eletti.
La nostra costituzione aveva giustamente pensato che l’architettura del governo
locale si basasse sui comuni e sulle province. I primi come enti esponenziali e di
governo dei territori comunali, le seconde come organi di governo e
programmazione dell’area vasta con funzione di coordinamento e gestione di beni,
strutture e servizi eccedenti i confini comunali.
Assistiamo in Sicilia e a Ragusa in modo particolare e da lunghissimo tempo, ad
una sospensione del dettato costituzionale e alla riduzione della democrazia locale
a commissariamento eterodiretto, infinito e sempre più ramificato.
ll risultato è  quello di una provincia in declino, senza un progetto di sviluppo,
incapace di cogliere e valorizzare la sua posizione e vocazione euromediterranea,
come ci viene attestato dagli studi non solo del Sole 24 o  di” Italia oggi”, ma di
recente anche da una ricerca  condotta in collaborazione tra l’Università di Roma
Tor Vergata e della Lumsa, che pone la  provincia di  Ragusa al posto numero 89
su 107, con un accresciuto  divario economico e occupazionale,  peggiori servizi
pubblici e un capitale umano più povero. Il dissesto idrogeologico a cui abbiamo
assistito in questi giorni , con conseguenze tragiche per le cose e per le persone; la
difficoltà di avere un sistema viario ed autostradale, portuale ed aereoportuale
adeguato alle potenzialità del territorio, confermano quanto i dati ci mostrano.
Commissariamento della provincia, commissariamento dell’ Irsap, depotenziamento
della Camera di Commercio di Ragusa per accorpamento  a Catania e Siracusa,
descrivono non solo la tragica  mancanza di istituzioni legate ai territori che
possano coordinare e sostenerne lo sviluppo , ma rafforzano nei fatti la
delegittimazione del processo democratico come metodo per decisioni più efficaci e
valide per le comunità locali. Questi commissariamenti non solo ci impoveriscono,
ma ci restituiscono una democrazia dimidiata, vuota, lontana dalla democrazia
costituzionale.
Il nostro movimento “Città Italia” intende mettere in atto una azione di protesta,
insieme ai sindaci del territorio, incontrando il presidente della Repubblica ed il
capo del governo,  perché il presidente della Regione  Sicilia, restituisca le province
alle loro funzioni di governo dell’area vasta e soprattutto alla loro dignità di soggetti
democraticamente eletti e rappresentativi politicamente delle comunità locali.

di Direttore03 Nov 2019 18:11
Pubblicità