Ance: Voli a prezzi vergognosamente alti (o indecentemente bassi)

Ogni tanto, soprattutto a ridosso delle feste, scoppia il caso del caro tariffe per venire in Sicilia e poi ripartire. Sia per chi lavora fuori ma anche per i turisti che alla fine preferiscono altre mete.  Si sono lamentati tutti da Musumeci a Leoluca Oralando  ma solo perchè , di tasca loro, per qualche familiare, hanno sborsato cifre esorbitanti per un volo per o dalla Sicilia. Ma è tutto inutile. In primis perchè la questione viene sollevata quando non ci sono posti a prezzi bassi a causa di una festa o un evento e poi perchè è la politica tariffaria voluta a gran voce dall’utente abbagliato dai prezzi  indecentemente bassi durante gran parte dell’anno. Infatti se è vero che è una vergogna pagare 500 euro per un volo Roma Catania è anche ” indecente ” pagare solo 9 euro e 90 per lo stesso volo in tempi normali. Però quando si comprano biglietti a 9 euro  non si fanno le interrogazioni parlamentari!!! Lo sbaglio è stato fatto molti anni fa quando tutti inneggiavano alla “deregulation”  per abbattere il monopolio dell’Alitalia con i suo prezzi giudicati alti( allora). E così sono arrivate le low cost che hanno distrutto il mercato, hanno fatto fallire tutte le compagnie di bandiera che effettuavano voli di linea, differenti da quelli da punto a punto delle low cost. Ma irretiti da quei prezzi che sono incredibili appunto 9 euro meno della stessa tassa d’imbarco di ogni aeroporto la gente normale sta zitta, la prende con filosofia quando deve pagare molto, si organizza molto prima quando ci sono le feste, e gode di poter volare, ogni tanto a 9 euro.  Dunque mi fanno ridere quelli che, saltuariamente,  ma solo perché ci sono capitati loro personalmente ” di persona” minacciano tuoni e fulmini contro le tariffe alte ma non contro le basse che sono un’offesa al trasporto aereo, alla sicurezza, ai contratti di lavoro, ai servizi in aeroporto, ai posti stretti sull’aereo, ai gratta e vinci venduti dal personale eccetera eccetera e speriamo che almeno  i piloti siano OK .  Ora si ribella l’Ance con il suo presidente regionale. Ma il discorso è lo stesso!. Non ci si deve limitare a chiedere di abbassare i prezzi ma piuttosto a fare in modo che il prezzo sia sempre certo, in estate ed in inverno a Pasqua e a San Martino. Insomma i costi dell’aereo si calcolano a  ore di volo e a posti occupati dai passeggeri. Lo sforzo dovrebbe essere quello di costringere le compagnie a  stabilire un prezzo per ogni tratta,  in base alle distanze e alla percentuale di occupazione e quindi dare ai passeggeri la tranquillità di poter acquistare un biglietto sempre, in qualunque momento, a quel presso stabilito. Come per il treno o il pullman. Ma per far questo ci vorrebbe una Autority a livello nazionale che possa interloquire con le varie compagnie e forse non basta neanche perchè vi assicuro  che ai 60 milioni e passa di passeggeri della più grande Low Cost europea le cose stanno bene così.
Intanto per dovere di cronaca riportiamo la protesta di Santo Cutrone.

L’Ance Sicilia si rivolge all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato affinché avvii un’istruttoria per verificare eventuali violazioni delle norme nella situazione creatasi sulle principali tratte di collegamento aereo da e per la Sicilia dopo l’improvviso ritiro di Vueling e l’impennata delle tariffe praticate dagli unici due vettori rimasti operativi su Roma e Milano.
“Perché questo fenomeno, che sta riguardando solo la Sicilia, se non è un
cartello di fatto – osserva Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia – , voluto
o meno, è sicuramente una azzardata speculazione non giustificabile né dal
mercato né da motivi tecnici o congiunture esterne”.
L’Ance Sicilia chiede anche l’intervento dell’Enac, della Ministra dei Trasporti
Paola De Micheli e della Regione, per una verifica dei costi degli slot e dei
servizi aeroportuali praticati in Sicilia e per concordare le iniziative necessarie
a favorire una sana concorrenza e un’apertura a più vettori possibile di
queste rotte altamente frequentate e di vitale importanza per la vita e il lavoro
dei siciliani. Insomma, si tratta di individuare meccanismi capaci di calmierare
queste “turbolenze di mercato”.
Infatti, evidenzia l’Ance Sicilia, l’improvviso caro-tariffe aeree non è tanto un
problema limitato alle vacanze di Natale e Capodanno, ma è in realtà un
danno stimabile in 10mila euro l’anno per ciascun giovane siciliano che studia
in università del Centro-Nord, per ogni giovane startupper che deve girare per
proporre le proprie idee e cercare finanziatori, per ogni imprenditore che non
può programmare la partenza sei mesi prima a caccia del biglietto in
promozione, per ogni operatore che ha già pianificato ingenti spese per
partecipare a missioni all’estero e che si ritrova d’un tratto un maggiore costo
non previsto.
“I siciliani – tuona Cutrone – già privati del Ponte e dell’Alta velocità, hanno lo
stesso diritto degli altri italiani di raggiungere Roma e Milano, ma l’unica
alternativa è il trasporto aereo. Se anche questa via diventa impraticabile, la
Sicilia è condannata all’isolamento. Il governo nazionale renda abbordabili i
costi dei biglietti aerei, esattamente come fa con gli abitanti della Sardegna”. “Il blocco dei trasporti – conclude Cutrone – non è sostenibile da parte di una
regione ultima in tutte le classifiche nazionali ed europee, che subisce tutti i
disagi imposti dalla sua insularità e che, in più, come rileva il Rapporto
Economie regionali di Bankitalia, in fatto di strade, autostrade, ferrovie e
aeroporti, ha il maggiore gap di dotazione infrastrutturale, di oltre il -60%
rispetto al resto del Paese, ex aequo con la Sardegna. Già sarebbe tanto se i
siciliani potessero ricevere lo stesso trattamento riservato ai cittadini della
Sardegna – i quali beneficiano dei fondi per la continuità territoriale – in attesa
che arrivino il Ponte e l’Alta velocità…”.

di Direttore08 Nov 2019 12:11
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