Cassì vs Abbate per la Provincia

Si prospetta un vero e proprio derby “Ragusa Modica” per quanto riguarda la guida della Nuova Provincia di Ragusa. Questo perché secondo quello che leggerete in questo articolo nel quale sono anche riportate le modalità di voto di secondo grado cioè riservato solo a chi è già eletto, sembra che possano essere in lizza per la carica di presidente Cassì e Abbate. Non che gli altri sindaci non abbiano le capacità ma in base alle regole è chiaro che i comuni più grandi hanno più forza. Vista la situazione è naturalmente da escludere Vittoria che è commissariata e che avrebbe avuto delle possibilità, per le altre città ci sono  numeri a dettar legge. E’ anche vero che contano i partiti?? e le correnti ma c’è anche una questione di rappresentanza.    Che il sindaco Abbate  miri a questa carica non è un mistero e, per i nostalgici, sarebbe una rivincita importante. A parte gli scherzi ci sono delle cose da valutare. I due sono eletti da poco e quindi possono tranquillamente aspirare alla presidenza. Dalla sua il modicano può mettere l’esperienza sia alla provincia, dove è stato consigliere,  che al comune essendo già al secondo mandato ma ha un consiglio abbastanza spaccato che però si potrebbe ricompattare per l’occasione. Cassì è appena arrivato ma il progetto provinciale gli piace anche per i risvolti che avrebbe in altri campi, ad esempio quello dell’aeroporto. E gli altri sindaci?? Tutti bravi lo abbiamo detto ma sembrano stare in seconda linea. Poi non si sa mai. Intanto vediamo se si arriva in tempo per novembre ma sembra dura.  Per completezza d’informazione ecco come si arriverebbe al voto.

( Da livesicilia) La giunta regionale ha approvato il ddl che regola l’elezione delle province dopo anni di commissariamento e tentativi di elezioni. Adesso il testo passa all’Ars dove i tempi sono stretti per tutti gli impegni già in itinere per la manovra finanziaria. Così, perché si possano celebrare le elezioni degli enti di area vasta l’approvazione dovrà arrivare entro le prime 2 settimane di di ottobre. Il progetto di legge infatti fissa altri due limiti temporali: le elezioni vanno convocate almeno 45 giorni prima e si devono celebrare di domenica. L’ultima domenica di novembre cade il 25. Quindi, entro il 10 ottobre la legge dovrebbe essere in vigore e il decreto per l’indizione delle elezioni emanato. Insomma, i tempi per rispettare la data fissata dalla delibera adesso sono strettissimi e non si può escludere che il voto slitti ancora, rendendo necessaria una nuova proroga dei commissariamenti.

Ma per cosa si voterà nello specifico? Attraverso un sistema elettorale ponderato i sindaci di ogni comune voteranno i presidenti dei Liberi consorzi. Non potranno essere eletti i sindaci a cui il mandato scadrà a un anno e mezzo dal momento delle votazioni. Le elezioni, poi, non riguarderanno i sindaci delle città metropolitane e quindi di Palermo, Catania e Messina. In questi tre casi il sindaco dell’ente di secondo livello è il sindaco del Comune capoluogo.

Le elezioni per le ex province riguardano poi gli organi collegiali, i consigli. In questo caso gli elettori sono i consiglieri comunali e i sindaci. Loro stessi possono essere eletti fino a quando sono in carica. Nei liberi consorzi con popolazione sotto i 300mila abitanti e quindi nelle ex province di Enna e Caltanissetta i consiglieri sono dieci. Il numero dei componenti del Consiglio dei liberi consorzi sale a dodici negli enti di area vasta con popolazione fra i 300mila e i 700mila abitanti e quindi ad Agrigento, Trapani Ragusa e Siracusa. Il consiglio metropolitano di Messina sarà composto da 14 componenti, dato che la provincia messinese conta meno di 800mila abitanti. I Consigli metropolitani di Palermo e Catania infine avranno 18 consiglieri.

di Direttore05 Ott 2018 10:10
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