L’incapacità di diaologo dei 5 Stelle, Laporta (Insieme): “Sindaco, lei è un po’ maleducato”

La lamentela che abbiamo raccolto più di frequente nei confronti dell’Amministrazione Piccitto, soprattutto allo scadere dei tre anni di governo, riguarda la scarsa capacità dei grillini iblei di ascoltare e dialogare con le varie espressioni della città.
Si lamentano i commercianti che hanno dovuto improntare in due settimane altrettanti episodi di protesta per ottenere qualcosa che chiedevano almeno ventiquattro mesi come l’apertura di via Salvatore e il transito veicolare in una porzione di via Roma e sul ponte Pennavaria; si lamentano gli imprenditori, come quei giovani che hanno avuto l’idea di impegnarsi in ambito di raccolta differenziata con dei raccoglitori per la plastica presso un noto supermercato e ai quali l’Amministrazione non consente di trarre guadagni dal loro lavoro; dal Comune non hanno voluto ascoltare neanche la società SiSosta, che pure gli è “vicina di casa” con il parcheggio di piazza Poste, perché in difetto per il rispetto del contratto che hanno siglato. E’ scontato, ma si lamentano pure i Consiglieri comunali di opposizione e, guarda un po’, anche qualcuno della maggioranza.
Ora, se per così tanti soggetti emerge sempre la stessa difficoltà, delle due una: o questi grillini sono dei virtuosi dell’empatia, ma incompresi e sono gli altri a non essere capaci di affrontare un dialogo con l’Amministrazione oppure è proprio chi governa Ragusa a non riuscire ad ascoltare.
Il sospetto che la seconda ipotesi sia quella più probabile non viene da un mero fatto di casistica, ma da un episodio che ci ha colpito, ovviamente in negativo.
Qualche giorno fa, durante una seduta del Consiglio comunale, un esponente dell’opposizione si rivolgeva al primo cittadino – eccezionalmente presente in aula – per segnalare un fatto che lo preoccupava molto. Sorvoliamo sull’argomento che non è determinante ai fini del racconto, ma diciamo solo che, a un tratto, il Consigliere si è spazientito perché il sindaco non sembrava interessato alle sue dichiarazioni, ma dimostrava invece di essere concentrato su delle carte, ma solitamente è lo smartphone. Non appena il Consigliere, giustamente, si è mostrato offeso dall’atteggiamento di Piccitto, questi, senza quasi distogliere gli occhi dai fogli ha risposto: “Parli, parli pure, io la ascolto, so fare più cose insieme”.

Una risposta capace di far cadere le braccia se data da un primo cittadino.
Ha ragione da vendere il Consigliere Angelo Laporta.
Un atteggiamento che non abbiamo visto mai neanche tra i più “beffardi” ospiti di Palazzo dell’Aquila. Una mancanza di rispetto non solo della persona, ma dei ruoli, delle istituzioni… Un comportamento irriguardoso che, a parer nostro, svela un po’ le ragioni di quella difficoltà ad ascoltare che più parti della città, insistentemente, lamentano.
Questo episodio ci ha fatto venire in mente quegli adolescenti arrabbiati che, nelle cene in famiglia, quando sarebbe il momento di condividere con gli altri il racconto della giornata, invece di partecipare al ‘rito’ del pasto come educazione vorrebbe, rimangono a testa bassa, isolati, impegnati più con la lettura delle notifiche dai social network, le ‘chat’, ascoltano la musica o vedono video, insomma: uno di quei ragazzini col cellulare sempre in mano pronti ad annullarsi pur di non dar sazio al prossimo di carpir loro un’emozione che sia reale e non filtrata dalla qwerty striminzita di un telefonino. E così è la gran parte dei pentastellati al Comune di Ragusa, sindaco in testa.
Forse è la generazione dei politici a 5 stelle, questi adolescenti della democrazia, tutti slogan e molta fuffa da e per la rete. C’è quello ‘io sono fatto così e vesto come voglio’, che alla fine viene in Consiglio comunale in pantaloncini; c’è il Consiglire che per dimostrare d’essere diverso, d’altra pasta, fa il fascista e che, a proposito, è sempre lì, vergognosamente e inamovibile; ci sono quelli che si fanno “bullizzare” dagli altri più esperti attori del civico consesso e cascano nella tecnica antica della provocazione. E poi c’è lui, anzi, ci sono loro, quelli col telefonino sempre, sempre, sempre in mano a controllare “che dice la rete”.
Ma d’altra parte, i 5 stelle sono quelli che in Senato sono riusciti a farsi rimproverare dal vice presidente Calderoli (Calderoli che rimprovera qualcuno, quello che ha paragonato un ministro di origini congolesi a un orango, avete presente?) proprio per colpa dei telefonini, minacciandoli si fargli sequestrare i dispositivi dai commessi di Palazzo Madama.
Ma cari 5 stelle, se vi diamo il consiglio di piantarla di vedere che dicono i frequentatori compulsivi dei social e di dedicarvi di più e meglio a quel che vi dice la città, ci ascoltate?

di Leandro Papa06 Ott 2016 12:10
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