Ho scritto al sindaco Spataro.
So bene che non servirà a nulla ma ogni tanto bisogna prendere il coraggio a due mani e scrivere quello che si pensa anche se si va contro il comune sentire. A Comiso, per la verità, non sappiamo neanche se la maggioranza della gente la pensa come il Sindaco Spataro. Forse è addirittura al contrario ma, rientrando a Palazzo Comunale le vecchie logiche del partito che ormai non c’è più, il giovane “primo cittadino” ha forse voluto onorare un patto stipulato a tempo debito.
Dunque Aeroporto Pio LaTorre. Un eroe dell’antimafia. Un simbolo da onorare in una parte della Sicilia che era riuscita, nei decenni, a restare immune dal fenomeno. Tanto di cappello ma non sarebbe stato meglio, una volta che si doveva cambiare nome per forza, scegliere qualcosa che aveva a che fare con noi, con la nostra anima, libera da questa malattia. Qualcosa che avrebbe subito fatto pensare alla terra di Sicilia dove tutto è bello e buono. Mi immagino un turista che sbarca a Comiso da……… Kaunas o Dublino. Legge la scritta sul terminal e chiede: Chi era Pio Latorre? Il solerte impiegato risponde subito: E’ un eroe siciliano ucciso dalla mafia! L’inizio è come la Tosca, dicevano gli antichi.
Dunque onore al personaggio ma c’è modo e modo!
Comunque dicevo, ho scritto a Spataro al quale non fregherà nulla, però non si sa mai.
Ecco la lettera che contiene anche una puntualizzazione storica:
Egr. sig. sindaco,
nulla da ridire se Lei, preso da fervore politico e d’immagine, si è lasciato coinvolgere in una vicenda che non ha nulla di reale e contemporaneo, finendo per catapultare la nobile figura di Pio Latorre in contesto che doveva, invece, essere più turistico e promozionale.
Capisco che i retaggi del passato non sono stati cancellati e Lei ha degli obblighi con chi si era già speso in questo campo ma vorrei che si tenesse più informato sui tempi e sulle fasi della storia in modo da non cadere nelle trappole dell’antimafia di facciata.
Nel suo comunicato stampa di ieri Lei scrive che “ Pio La Torre fu tra i primi a intuire l’importanza della conversione della base NATO a uso civile, per far si che si creasse un avamposto di crescita e di sviluppo economico per il nostro territorio e la Sicilia tutta”.
Le ricordo che l’uomo politico, strenuo oppositore della mafia, fu ucciso alle 9:20 del 30 aprile 1982 mentre, per quanto riguarda il Magliocco, nell’ agosto 1981, il Governo Spadolini designò l’aeroporto a base missilistica che divenne operativa poi solo nell’84.
La base dunque, all’epoca dell’omicidio, non c’era e non ci si poteva certo battere per la sua trasformazione.
E’ da apprezzare anche la sua voglia di voler onorare il nome di un eroe nazionale, promotore della coraggiosa legge che ha inferto un durissimo colpo alla mafia, pacifista convinto, ma non si può dire che lo stesso abbia avuto un qualunque ruolo a Comiso, nell’ambito dell’aeroporto.
Da persona che opera, a vari livelli, nell’informazione e nel turismo dissento da questa sua decisione che vede il nuovo aeroporto, simbolo di crescita, libertà e sviluppo in una terra che non ha mai avuto a che fare con la mafia, proiettato in una dimensione che ai nostri passeggeri, graditi ospiti, non solo non interessa per nulla ma che forse addirittura crea preoccupazione.
Forse sarebbe stato meglio intitolare la struttura a chi la pensò negli anni trenta del secolo scorso mostrando una straordinaria lungimiranza.
E’ però vero che per alcune persone questa parte della storia non può essere ricordata per evidenti motivi politici anche se, comisano, quel personaggio ebbe un eccezionale ruolo di rilievo per la “crescita e sviluppo economico per il nostro territorio e la Sicilia tutta” tanto da riuscire a far costruire un aeroporto.
E dire che anche il nome sarebbe servito alla promozione del territorio in chiave pacifista.
Mi dispiace ma, per quello che conta, non sarò presente alla cerimonia che è stata organizzata con finalità tutt’altro che turistiche.