“Vieni fuori che ti ammazzo”, così Laporta al consigliere Gulino

Riceviamo e pubblichiamo

«Nel Consiglio Comunale si è toccato il fondo, si è consumato l’ennesimo attacco vergognoso alle istituzioni democratiche di questa città. Abbiamo, purtroppo, assistito all’ennesima aggressione verbale da parte del consigliere Laporta, e alla sua voglia innata, ma inadatta ai luoghi e alle persone, di venire alle mani: tutto perché a lui piace fare scenate e crogiolarsi nella convinzione di intimorire la gente con i suoi toni. Solito a questo genere di comportamenti, nel 2010, sempre per futili motivi, colpì l’allora assessore Barone e furono chieste le sue dimissioni. Ma visto che non se ne fece nulla, forse, si sente autorizzato a continuare. In questi anni, più volte, è stato ripreso dal Presidente del consiglio per aver alzato i toni e per aver usato toni irriguardosi nei confronti di consiglieri ed dell’amministrazione, ma adesso ha esagerato! Si possono “accettare”, forse sarebbe meglio dire “considerare”, la sua arroganza e la sua prepotenza ma non si possono permettere atteggiamenti e gesti violenti, specie all’interno dell’aula consiliare. Evidentemente, la disperazione della sconfitta elettorale non ancora assorbita, epidemiologicamente diffusa fra le opposizioni, porta a comportamenti che fanno dubitare, seriamente, delle facoltà mentali che sembrano seriamente compromesse. Usuale per il consigliere La Porta apostrofare con appellativi irriguardosi ed offensivi, arrivare al contatto fisico e arrivare a minacciare: “vieni fuori che ti ammazzo” sembra oltrepassare ogni limite di tolleranza e decenza. Un atteggiamento vergognoso, un comportamento grave ed irresponsabile, sicuramente da censurare, quelli assunto dal consigliere, per i quali si ritiene indifferibile l’adozione di adeguati provvedimenti da parte della Presidenza del Consiglio che avrebbe dovuto, già prima della fine della seduta, sospendere i lavori e richiamare all’ordine e al regolamento, anche con l’ausilio degli agenti della Polizia Locale. Vergognoso anche l’atteggiamento di buona parte dei consiglieri di minoranza che hanno assistito, da vicino, alle minacce e al tentativo di aggressione, ma hanno fatto finta di nulla, come se l’atteggiamento del La Porta fosse stato del tutto normale, preoccupandosi, anzi, di non enfatizzare la cosa, per evitare possibili denunce, anche mediatiche, questo non si sa se per compatire il “povero” consigliere anziano che non riesce più a relazionarsi o discutere civilmente».

di Redazione26 Mar 2015 17:03
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