La Concordia ragusana.

teatro concordia Il Teatro della Concordia è ormai condannato all’oblio! Almeno cosi’ sembra dopo le dichiarazioni dell’amministrazione comunale su questo progetto che, è vero, non è scevro da critiche o dubbi. E’ però anche vero che le passate amministrazioni sono state spinte dalla cosiddetta opinione pubblica affinchè non andasse in malora un patrimonio culturale come questo.  E così,  a partire da Giorgio Chessari e poi Arezzo quindi Solarino ed infine Dipasquale, che della questione se ne innamorò oltremodo, tutti i sindaci hanno cercato di restituire il teatro alla città. E’ vero anche che ci vogliono tanti soldi ma di fronte ad un possibile ripristino della struttura che rappresenta la storia cittadina si passa su tutto. Quindi sopportiamo le cause civili, le difficoltà tecniche, le critiche politiche ma ora siamo di fronte alla strategia dell’oblio che forse è la peggiore di tutte. Intendiamo dire che sembra che tutto quello che possa essere riportato al passato” regime” debba essere cancellato dai libri, dai progetti insomma dalla memoria. Insomma la strategia dell’oblio. E così l’amministrazione,che pure annovera ottimi tecnici che nel passato hanno collaborato con quella amministrazione, decide che l’opera è fuori discussione. Costosa, come il bilancio, ma non certo senza anima.  Anzi!!!  Rimasi colpito, tempo addietro quando un sindaco di una città vicina….. riaprendo al pubblico il teatro restaurato mirabilmente disse: Una città senza teatro è una città senza anima. Era come rispondere alle battute che da ottanta anni si rilanciano le due comunità, sempre in gara, simpaticamente. E così Dipasquale accogliendo la sfida fece di tutto. Appostò i fondi, espropriò il bene ma non riuscì ad andare avanti anche, forse, ma non ne siamo sicuri,  per l’incapacità tecnica dei progettisti comunali e previti. Di questo ci accerteremo dopo . Perchè se dobbiamo dimenticare il Teatro Concordia dobbiamo anche sapere quanti soldi sono stati buttati e a chi giova tutto questo. L’assessore Campo avrebbe detto: penseremo all’ex Ideal. Ma è tutta un’altra cosa. L’ex “sala delle adunanze” della struttura appartenente alla Gioventù Littoria di un tempo è poco più di uno spazio aperto. Nulla che ricordi un teatro o che ne abbia, almeno, l’anima. Ora dobbiamo decidere. L’amica Rosanna Bocchieri sta preparando un libro sul Teatro della Concordia. Servirà ai posteri per dire che una volta, in quella strada, c’era un teatro. Per dire la verità chi vi scrive non era tanto innamorato del progetto. Quando, di persona personalmente, entrai, insieme a Mimmo Arezzo, sindaco, una dozzina d’anni fa nel teatro abbandonato, mi resi conto che il lavoro era enorme. Avanzai l’ipotesi di rivolgere la nostra attenzione al Cinema Lalicata che aveva molti punti a favore come le condizioni senza dubbio migliori, la centralità, la capienza eta etc. Si disse che nel teatro della Concordia c’era l’anima della città e così si andò avanti. Ora, ripeto, bisogna decidere senza se o ma. Si farà il teatro o no! Intanto le opposizioni scalpitano. Sonia Migliore, che qualcosa nel Teatro ci deve aver messo mentre era assessore alla cultura tuona cosi:

“Parecchie idee quelle dell’Amministrazione Piccitto, ma tutte confuse e contraddittorie: ogni assessore enuncia una cosa diversa, sembrano “riflessioni” personali, annunciazioni di intenti da campagna elettorale. Mi chiedo: hanno capito che adesso è l’ora di fare, di andare avanti, di dare risposte e soluzioni?”. E’ quanto rileva il consigliere comunale dell’Udc, Sonia Migliore, a proposito di una serie di interventi che si intendono adottare e che hanno come denominatore comune la cultura e, in particolare, il teatro “La Concordia”. “Da un lato – spiega Migliore riferendosi all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Piccitto – hanno la “viva esigenza” di demolire tutto ciò che Dipasquale ha fatto, anche le cose buone, per pura presa di posizione politica, ma dall’altro non trovano soluzioni alternative che siano serie e soprattutto fattibili. E’ il caso “increscioso” del Museo di palazzo Zacco che da un lato devono “liberare” ma dall’altro si registra il nulla; ma ancora più grave è il caso del teatro “La Concordia”. Partiamo da  dati che sono certi ed incontrovertibili: intanto ricordiamo a Piccitto e ai suoi assessori che il teatro de “La Concordia” è stato già acquistato dal Comune. Significa che abbiamo già speso circa 2.700.000 euro di soldi pubblici e siamo già a metà dell’iter per la realizzazione del teatro stesso. Poi, a beneficio della cultura di chi ci amministra, facciamo una breve cronistoria del teatro di Ragusa: la Concordia, soprannominato il piccolo San Carlo, perché presenta forme architettoniche simili al teatro San Carlo di Napoli, è il teatro storico della città di Ragusa. Fu costruito a spese delle 14 famiglie più ricche della città, inaugurato il 15 agosto 1844 e venne denominato della Concordia in omaggio all’accordo raggiunto dalle famiglie che lo sovvenzionarono. Dopo alcuni anni, venne concesso al Comune di Ragusa che lo gestì fino al 1938, per poi essere ceduto a Ippolito Marino che gli cambiò il nome (Cinema Impero)”.

“Fece da cornice – continua Migliore – ad innumerevoli rappresentazioni teatrali, liriche e operette,  calandosi a meraviglia in un centro storico “principe” di Ragusa. Ma con la gestione Marino e poi della Comel che lo acquistò nel 1977, fu definitivamente adibito a cinema. Nel 1997, cominciò il lungo iter di acquisizione della struttura da parte del Comune, con apposito accantonamento dei fondi della legge 61/81 su Ibla. Nel 2004 il ministero per i Beni culturali stanzia circa 1.400.000 euro a favore del Comune per la realizzazione del teatro comunale e la Sovrintendenza di Ragusa avvia il procedimento di dichiarazione di “interesse storico-artistico”. Nel 2006, la commissione Centri storici esprime parere favorevole sul progetto definitivo di restauro dell’immobile. Quindi, viene espletata la gara pubblica con bando europeo per il “recupero e restauro dell’ex cinema Marino, già teatro della Concordia”, con l’obiettivo, alla base del progetto di recupero, di rendere la struttura polivalente adatta a teatro, eventi, manifestazioni e proiezioni cinematografiche. “Quindi – chiarisce Sonia Migliore – La Concordia rappresenta il cuore pulsante della memoria storica dell’unico e ultimo teatro di Ragusa. Farlo rinascere significa riportare allo splendore la nostra storia e la nostra cultura: mi viene in mente la ricostruzione di “Nuovo Cinema Paradiso”, con i sentimenti e le emozioni della gente del paese. Quindi, Piccitto e assessori tranquillizzatevi. La Concordia non è idea di Dipasquale, ma viene molto da lontano e soprattutto ha una storia: Dipasquale ha semmai avuto la lungimiranza e il rispetto di portare avanti un iter intrapreso da suoi predecessori, per ridare alla città il “suo teatro”. La smetta soprattutto, la Giunta Piccitto, di dire fesserie attraverso un valzer di contraddizioni e di enunciazioni: passiamo dal recupero della Quasimodo da adibire a teatro; al “stiamo lavorando per redigere un protocollo di intesa per il cinema Ideal”; dalla convenzione con il piccolo teatro Donnafugata di Ibla; al volere far diventare l’ex cinema Marino (il nostro “Teatro La Concordia”) uno “spazio culturale polivalente” (una struttura già costata 2.700.000 euro); dal volere attivare strategie su palazzo Ina, bene che ci hanno fatto approvare nell’ultimo piano di immobili da vendere; all’ex biblioteca di via Matteotti da adibire a “spazio culturale polivalente”; e per finire dichiarano di voler acquistare l’ex cinema La Licata. E’ l’antitesi del senso di governabilità, l’attestazione del principio di “sperpero di soldi pubblici”, l’affermazione della politica degli annunci di “berlusconiana memoria”. Caro sindaco Piccitto, non sempre è necessario “rivoluzionare”, a volte è molto più saggio “continuare” l’opera amministrativa che dura da ben 17 anni e soprattutto, a volte, prima di parlare sarebbe meglio “studiare la storia” e rispettarne i sentimenti. Il teatro della Concordia appartiene ai ragusani ed il sindaco ne deve prendere atto, continuando l’iter per la sua realizzazione, a cominciare dal suo reinserimento nel piano di spesa della legge 61/81”.

di Direttore25 Nov 2013 10:11
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