Si chiede maggiore attenzione per il Castello

donnafugata1Giunge in redazione una segnalazione che riguarda il Castello di Donnafugata definito fiore all’occhiello, ormai appassito, del turismo ibleo, nella quale si invita l’Amministrazione Piccitto ad intervenire, anche correggendo alcune delle misure intraprese.
Tutti sanno che la struttura manifesta chiari segnali di degrado che non sono di facile ed immediata risoluzione a causa dei tempi e dei costi necessari per gli interventi di restauro. Mancano poi iniziative di qualità e adeguatamente pubblicizzate in grado di poter porre Ragusa nell’ambito culturale delle grandi città. Ma si vuole in questo caso concentrare l’attenzione su due aspetti salienti, riguardanti l’immagine stessa del Castello e la sua valorizzazione.
Nei momenti di maggiore afflusso, come la domenica in concomitanza della SS. Messa che si tiene all’interno della Chiesetta, purtroppo esclusa dal normale circuito di fruizione, la corte lastricata del Castello che dovrebbe essere area pedonale viene invece invasa da automobili e motocicli in sosta selvaggi che danneggiano la già sofferente immagine del complesso. Recentemente delle grandi fioriere sono state poste a delimitare l’area immediatamente antistante il prospetto della struttura ma, come evidenzia la foto scattata nella mattinata di domenica 29 dicembre, il rimedio non ha fatto altro che peggiorare il comportamento degli automobilisti. Ora fatte salve le necessità temporanee dettate dal buonsenso sarebbe opportuno far rispettare drasticamente i divieti vigenti. Purtroppo non giova in tal senso la totale latitanza della Polizia Municipale, il che rappresenta una grave lacuna anche per le funzioni di tutela dell’ordine pubblico, la gestione di eventuali situazioni di emergenza e di soccorso e, non da ultimo, il contrasto ai diffusi fenomeni di abusivismo commerciale che si manifestano soprattutto durante le stagioni primaverile ed estiva.Si segnala inoltre la crescita di piante infestanti, finora lasciate proliferare, forse nell’intento di richiamare alla memoria quel certo gusto estetico romantico per i ruderi tipico del tardo ‘700…
Spiace dover richiamare ancora l’attenzione su queste problematiche, perché al di là di certo senso pratico forse fin troppo eccessivo, appena insediata l’Amministrazione Piccitto sembrava rispondere in maniera più immediata ed efficiente, anche confrontandosi assiduamente con gli operatori del luogo; poi con la fine della stagione estiva, peraltro inspiegabilmente anticipata con lamentele da parte dei turisti che già prima della metà di settembre si sono visti applicare l’orario ridotto autunnale, se si eccettuano alcune iniziative occasionali come la manifestazione pro ferrovia o l’inserimento del Castello nel contestatissimo programma del Natale (!?) Barocco, forse a causa del proliferare degli impegni, l’immediatezza e con essa l’efficienza e il confronto sembrano essere venuti meno, e la situazione in cui versa la corte del Castello ne è la cartina di tornasole. La lettera di protesta segnala anche un altro aspetto che riguarda il costo del biglietto di ingresso per gli studenti. Con delibera di Giunta n° 245 dello scorso 17 maggio, l’allora Commissario Straordinario Rizza ha approvato un nuovo piano tariffario che se da una parte, eliminando la discriminazione fra alunni ragusani e non, pone fine ad una situazione di evidente contrasto con una Sentenza della Corte di Giustizia Europea (sez. VI, 16.01.2003 n° C-388/01), dall’altra, prevedendo per gli studenti una differenziazione basata su criteri che tengono conto dell’età e del grado della scuola frequentata, con la creazione di un biglietto unico (castello più parco, valido solo per gli studenti, gli altri se vogliono possono scegliere, pagando di conseguenza), oltre a complicare le cose, ha portato alla generazione di alcune situazioni paradossali, dal momento che in alcuni casi per lo studente può risultare più conveniente effettuare la visita privatamente. Tutto questo è contenuto come dicevamo in una lettera a firma di Daniele Pavone che, con coraggio e sacrificio, svolge un’attività ai margini del Castello. Purtroppo tutte le amministrazioni, passate e presenti, di Donnafugata apprezzano solo gli introiti che sono notevoli. Non si rendono infatti conto che le lamentele dei visitatori sono ormai maggiori degli apprezzamenti e a breve il Castello sarà cancellato dagli itinerari. Occorre, anche approfittando dell’inserimento nella lista delle Case della memoria, creare nuove attrattive e soprattutto gestire l’immagine e la fruizione nel migliore dei modi. Dice bene Pavone che serve un momento di riflessione comune chiedendo a chi ha le competenze di contribuire al miglioramento dei servizi di accoglienza. Il patrimonio culturale è davvero grande ma c’è il rischio di lasciarlo morire a poco a poco.

di Direttore30 Dic 2013 19:12
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