Ragusani nel Fondo, l’assemblea in piazza San Giovanni, il nostro parere

Ho partecipato, non senza una certa dose di diffidenza – lo ammetto – all’assemblea pubblica organizzata dal Comitato della manifestazione “Ragusani nel Fondo”, promossa contro il “degrado sociale e il razzismo”.
Dico diffidenza per numerose ragioni che, per esigenze di sintesi riduco a due principali: la prima è che secondo me il Comitato, pur animato dalle migliori intenzioni, possiede una visione dei problemi che negli ultimi mesi hanno caratterizzato gli avvenimenti di piazza San Giovanni profondamente diversa da chi vi scrive, sia per la loro eziologia che per il metodo di intervento necessario nella fase emergenziale; la seconda è che gli organizzatori ripetutamente hanno puntato il dito contro “la stampa”, colpevole – a parer loro – di aver trattato gli argomenti con un allarmismo eccessivo.
Così, ieri, poco prima che iniziasse l’incontro ci siamo permessi, sul nostro quotidiano online, di “bacchettare” gli amici di Ragusani nel Fondo, non perché crediamo che la loro opera in città, con gli otto anni di impegno tra la gente, sia stata inutile, ma più semplicemente perché su temi così importanti da parte loro ci saremmo aspettati una solerzia diversa. Una sorta di prontezza politica che non nascesse come reazione a quanto avevano detto o fatto altri. Piuttosto ci aspettavamo che sarebbero scesi in campo prima, molto prima. Il “rimprovero” non voleva dire che non hanno mai fatto nulla, ma che avrebbero potuto dimostrare un’attenzione più costante, ad esempio con simili attività, però più frequenti. Siamo convinti che la politica, alcuna politica, vada fatta quotidianamente. E poco importa che si dica che lavorano ogni anno per la manifestazione successiva, perché è un tipo di impegno che la città non vede, non conosce o non immagina.
Va comunque a loro il merito di aver portato il dibattito in piazza, così come lo stiamo facendo noi con i nostri mezzi, sicuri di non aver fatto nessun allarmismo sociale. Il “rimprovero”, poi, voleva puntare a sottolineare un aspetto importante di tutta la vicenda. Checché ne dicano loro, in pochissimi hanno cavalcato l’onda del razzismo e questo argomento noi non lo abbiamo mai trattato direttamente, neanche con chi si è lamentato della situazione in centro storico nel modo più pesante. Ma tant’è, possiamo capire che il rischio c’è e che qualcuno voglia correre a mettere le mani avanti. Alla fine, bene anche questo.
Durante le tre ore di assemblea sono arrivato alla conclusione che su determinati argomenti non possiamo e non potremo mai essere d’accordo, giustamente, e per storia politica e per impostazione mentale.
Tuttavia, verso la fine dell’incontro, ho notato con piacere – e lì la diffidenza si è esaurita – che, al di là delle origini dei problemi e della contingenza, condividevamo tutti la stessa visione sull’urgenza di trovare soluzioni che non siano solo repressive, ma, anzi, inserite in una programmazione sociale: il bisogno di trovare un modo migliore per sfruttare alcuni spazi della città, guardando anche oltre il centro storico stesso, individuando aree dedicate ai più giovani, pensando anche ai bambini e alle loro famiglie, altre che siano di aggregazione sociale pure per gli anziani; la necessità di combattere la povertà che riguarda un numero sempre maggiore di cittadini; contrastare il più possibile il disagio sociale, analizzandone le motivazioni e prevenendole.
Il Comitato organizzatore di “Ragusani nel Fondo” ha concluso l’assemblea manifestando l’intenzione di stilare un documento da presentare al primo cittadino di Ragusa impegnandolo a trovare un nuovo modo d’agire per il benessere della collettività.
Teleiblea e Reteiblea.it quel documento, con i contenuti che sono stati anticipati, vogliono sottoscriverlo, pur distinguendosi sulle origini dei problemi, perché vogliamo impegnarci per tutte queste battaglie che ci sembrano giuste e sacrosante.
Però ci dispiace che i temi non siano stati gran che raccolti dalla cittadinanza né dalla politica, quella sempre presente in ogni dove, né da altri colleghi della stampa che di certo hanno scritto più di noi e con toni certamente più grevi dei nostri.
A seguire l’intero incontro, a parte il Comitato stesso, alcuni cittadini interessati, un paio di commercianti, e noi di Teleiblea/Reteiblea.it, non c’era nessun altro. Menzione speciale per il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, Mario D’Asta, unico rappresentante della politica “tradizionale” che però, differentemente da tutti gli altri, ha avuto il coraggio di affrontare un’assemblea di sicuro non favorevole alle sue posizioni.

Leandro Papa

di Leandro Papa28 Lug 2016 20:07
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