Poveri lavoratori dell'idrico: vessati, ignorati e licenziati

Nell’ultimo Consiglio comunale, i lavoratori del settore idrico si sono presentati in Aula per chiedere ancora una volta al sindaco di essere ricevuti, perché esigono chiarezza, perché vogliono garanzie, perché il loro futuro lavorativo è sempre più incerto. In poco più di un anno, infatti, sono ben 10 gli operai che hanno perso il posto di lavoro e, a quanto ci dicono, gli esuberi continueranno.
Come molti di voi ricorderanno, questa vicenda inizia nel dicembre del 2015. Erano gli ultimi giorni di quell’anno quando si iniziò a parlare della nuova gara d’appalto per il servizio idrico integrato e fu allora che cominciò il tira e molla tra i lavoratori e l’Amministrazione. Un braccio di ferro che approdò in Prefettura la quale si fece garante della promessa del sindaco: nessun lavoratore perderà il posto. In quell’occasione l’Amministrazione si impegnò a reintegrare i lavoratori licenziati dalla ditta vincitrice della gara.
Fatto sta che nulla di tutto ciò si è avverato.
All’inizio del 2016 furono ben 6 gli operai che non videro rinnovato il loro contratto, poi, durante il corso dell’anno, un altro operaio è stato licenziato ed oggi sono i tre autisti delle autobotti comunali a perdere il lavoro. Quindi siamo già a 10 operai che hanno già perso il posto di lavoro e, come ci assicurano i sindacalisti, i licenziamenti non sono finiti.
Questi ultimi tre esuberi sono stati giustificati dall’Amministrazione dicendo che le autobotti ormai sono mezzi troppo vecchi, a tal punto che non possono essere più revisionati, quindi si è deciso di esternalizzare il servizio, appostando in bilancio ben 200 mila euro l’anno per il servizio suddetto. Una scelta che i lavoratori, e i sindacalisti, hanno visto come fumo negli occhi. Perché non si è deciso di utilizzare quei 200 mila euro per i lavoratori? Perché non si è deciso di utilizzare quei 200 mila euro per acquistare degli altri mezzi o per aggiustare quelli esistenti?
E ancora, che fine ha fatto il protocollo firmato in Prefettura? Nulla, è rimasto lettera morta. In estrema sintesi in quel documento, che non ha valore legale, l’Amministrazione si impegnava a utilizzare il quinto d’obbligo (ovvero il ribasso d’asta, che è un risparmio per il Comune) per re-impiegare i lavoratori licenziati in altri servizi comunali. Il fatto è che il Comune ha utilizzato il quinto d’obbligo per prorogare, lo scorso 7 marzo, il servizio idrico, con buona pace dell’accordo firmato in Prefettura e, cosa più importante, lasciando al proprio destino 10 famiglie, che a breve diventeranno numeri, statistica, quella dei poveri della nostra città.
Nonostante la situazione si fa sempre più drammatica, i lavoratori sono ancora in attesa di esser ricevuti dal sindaco, che, ad oggi, continua a ignorare – a quanto ci risulta – la loro richiesta. Dal canto loro, i lavoratori, non si arrendono e promettono che saranno presenti a ogni Consiglio comunale finché questa situazione non verrà risolta.

di Redazione28 Mar 2017 14:03
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