Il Pd non ci sta e attacca il sindaco: "Abbate si prenda le sue responsabilità, il disastro economico è solo colpa sua"

Sui conti del Comune di Modica il sindaco prova a girare la frittata attribuendo le responsabilità dell’attuale disastro finanziario alle amministrazioni che l’hanno preceduto nel corso dell’ultimo trentennio. 
Prendiamo atto che si è tenuto nel vago perché un trentennio è un periodo abbastanza ampio da rendere colpevoli tutti in generale e nessuno in particolare.
Colpisce tuttavia il fatto che il sindaco dica di aver predisposto solo adesso un piano di riequilibrio per fronteggiare i sempre più stringenti (e preoccupanti) rilievi della Corte dei Conti.
Ci permettiamo sommessamente di ricordare che già nel 2013 il sindaco Abbate ebbe a dire di aver riscritto il piano di riequilibrio predisposto dalla giunta Buscema e che quindi sin d’allora si è assunto l’esclusiva responsabilità politica delle sorti del Comune di Modica.
Al di là di questo trascurabile (?) particolare, e data per accettata la crisi finanziaria del Comune a causa  del trentennio di allegre finanze, dal giorno del suo insediamento a oggi cosa ha fatto il Sindaco per porvi rimedio?
Domanda più che legittima poiché nell’opinione pubblica è ben marcato il concetto che a Buscema, il sindaco del risparmio che ha salvato Modica dal baratro, è subentrato il sindaco della spesa.
Perché questo è il punto, caro sindaco: lei negli anni della sua gestione non ha mai dato l’impressione di continuare l’opera di risanamento finanziario del Comune intrapresa con mille sacrifici dei modicani da Buscema. 
Il suo voleva essere un voltare pagina e tale è stato ma oggi i fatti dicono che non è stato in meglio ma in peggio.
Il primo atto della sua amministrazione è stato quello di reintrodurre le indennità degli amministratori e dei consiglieri che erano state azzerate da Buscema e dalle forze politiche che lo sostenevano (altro che il dimezzamento delle indennità proclamato dai grillini…) e da allora è stato un crescendo di spese per ogni occasione che le potesse portare consenso elettorale.
Oggi lei con candore si accorge che da un trentennio il Comune di Modica versa in cattive acque, e quindi delle due l’una: o è mancanza di perspicacia o è eccesso di faccia tosta.
Faccia tosta che non manca agli esponenti della sua maggioranza quando affermano che è tutto a posto e che i rilievi della corte dei conti sono semplici appunti tecnici facilmente risolvibili: lo dicano di presenza a chi deve ricevere mesi di stipendi arretrati o alle ditte fornitrici di beni o servizi.
Con i sacrifici dei modicani Buscema ha ottenuto un finanziamento straordinario di sessanta milioni di euro per pagare tutti i debiti pregressi e poter risalire la china del baratro economico con relativa tranquillità; lei non solo non ha pagato tutti i debiti ma ha pure restituito parte del finanziamento dopo averlo utilizzato sino all’ultimo momento utile per coprire la scopertura presso la banca tesoriera e così continuare nella sua politica di spesa orientata all’ottenimento del massimo consenso possibile secondo un sistema già sperimentato ai tempi della sua consiliatura provinciale.
Un amministratore intellettualmente onesto e che ha a cuore le sorti dei suoi concittadini oggi raccoglierebbe il non tanto tacito invito della corte dei conti di dichiarare il dissesto prima che i danni, già gravi, diventino irreversibili; comprendiamo che lei la voglia evitare a tutti i costi perché è una macchia sulla sua futura carriera di politico ma ci usi almeno la cortesia di assumersi per intero la responsabilità del disastro cui sta andando incontro.

di Redazione21 Nov 2016 11:11
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