Palermo. L’assessore all’economia Bianchi si dimette. Il Governo ha bisogno di uno shock

Dopo l’ennesima battuta d’arresto di ieri in Sala d’Ercole a Palermo sul dl Pagamenti che è stato riinviato in Commissione a causa dell’assenza della maggioranza oggi l’assessore all’economia, Luca Bianchi, si dimette. La sua decisione è inamovibile. Il Governo è in un pantano, ha dichiarato, e gli alleati, Pd in testa, sono sempre più distanti, occupati come sono a portare avanti le loro strategie di rimpasto.

“Ho lavorato fianco a fianco in questi mesi con Luca Bianchi e abbiamo fatto un grande lavoro per salvare Sicilia e difendere il popolo siciliano: abbiamo fatto uscire la Sicilia da un rischio default che era certo e annunciato e ridotto la spesa senza fare macelleria sociale”, lo saluta così il presidente della Regione Crocetta. E’ amareggiato, difende il suo ormai ex collaboratore, ma anche il suo operato “ciascuno faccia un esame di coscienza e si chieda fino a che punto ha tentato di ostacolare un processo di rinnovamento irrinunciabile e sino a che punto non abbia manifestato, quando era necessario, l’obbligatoria solidarietà. Bianchi ha subìto attacchi anche personali non accettabili, non posso che essere solidale nei confronti delle scelte che ha fatto e che farà, ringraziandolo a nome dei siciliani. La politica siciliana si chieda seriamente – conclude Crocetta – se non sia necessario modificare il passo contribuendo concretamente all’azione del governo, invece di ostacolare chi cerca di cambiare le cose”.

Di ben altro avviso sono le opposizioni che in questa dimissione non vedono altro che il canto del cigno. “Le dimissioni dell’assessore Bianchi – dichiara il capogruppo del Ncd, Nino D’Asero – confermano le contraddizioni del Governo Crocetta che, al di là dei proclami, non è stato capace neppure di sfiorare le vere priorità della Sicilia, dovrebbero dare la stura, insieme ad una nuova Giunta,  anche, ad un riesame delle modalità gestionali finora messe in atto, che hanno aggravato le criticità della nostra Isola. E’ auspicabile – conclude – una presa di coscienza del Governatore che, ripartendo con una nuova Giunta, faccia contemporaneamente partire una reale programmazione di tutti i settori dell’amministrazione che acceleri le  procedure per un utilizzo virtuoso delle risorse comunitarie, che non frapponga altro tempo nel ridefinire le problematiche inerenti l’art. 37 dello Statuto, che ridefinisca un piano di sviluppo per l’agricoltura e il turismo e che dia risposte certe al mondo dell’impresa regolamentando i rapporti con la burocrazia e facilitando l’accesso al credito”.

“Dopo la clamorosa e pesante bocciatura della legge finanziaria e alla vigilia dell’avvio di una discussione sul nuovo documento finanziario di importanza vitale per la vita di centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie – dichiara il presidente del Gruppo parlamentare del partito dei siciliani, Roberto Di Mauro – le dimissioni dell’assessore Bianchi aggravano la già precaria crisi politico-istituzionale, con un Governo del tutto privo di maggioranza politica e parlamentare e privo di chi dovrebbe, per ruolo formale, coordinare e curare il lavoro in materia di
risorse, economia e finanze. Le dimissioni di Bianchi certificano il fallimento tecnico del Governo Crocetta, che proprio in materia economica aveva fatto gli annunci più roboanti, ed anche il fallimento politico perché dimostrano l’inesistenza di una maggioranza parlamentare e della capacità del Governatore di instaurare un dialogo con tutte le forze politiche. Adesso – conclude – siamo davvero ad un punto di non ritorno; la Sicilia sta attraversando la più grave crisi della sua storia autonomistica e se Crocetta vuole evitare di trascinarla nel baratro e al default deve fare quanto gli proponiamo da mesi: venga all’ARS, unico luogo in cui avviare un dialogo politico con le forze parlamentari, ed instauri un confronto con tutti quei gruppi che in modo disinteressato e genuino vogliono contribuire a salvare la Sicilia e rilanciarne lo sviluppo.”

 

 

di Redazione19 Mar 2014 20:03
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