Niente trasporto alunni disabili in provincia di Ragusa: si continua con ostinazione a mettere a repentaglio il principio della tutela delle classi più fragili della nostra società

Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale Tato Cavallino.

«La “Buona Scuola”, ma per chi? Quello che si sta verificando anche quest’anno è la triste replica di una vicenda che conferma la precarietà delle istituzioni che in tutti i modi lede il diritto di ogni cittadino. In questo caso è il diritto all’istruzione di 174 alunni disabili della provincia di Ragusa per i quali la scuola non è iniziata; ma per colpa di chi? Lo scaricabarile come sempre è protagonista in questa vicenda come in altre dello stesso tenore indecente e a tratti “scandaloso”. Nessuna soluzione al problema, nessuno ci ha voluto pensare, nessuno “immaginava” che la scuola iniziasse il 14 settembre. Mancano i servizi di assistenza di base, specialista ed igienico-sanitaria nonché il servizio di trasporto scolastico perché non ci sono soldi. Un vero dramma per i ragazzi e le famiglie, purtroppo tristemente abituati a una condizione di precarietà nell’erogazione dei servizi a loro favore e per i lavoratori che finora sono stati indispensabile sostegno per gli alunni. Purtroppo la riforma delle province ha portato solo sfacelo; la provincia di Ragusa è tristemente all’avanguardia nel non riuscire più ad erogare i servizi indispensabili visto che è da 3 anni che subisce l’istituto del commissariamento. Una questione penosa che vede anche quest’anno penalizzati 174 ragazzi. Questa riforma delle province e l’istituzione dei liberi consorzi fino ad oggi non ha sortito nessuno beneficio anzi ogni giorno continua a mietere “vittime”, prima fra tutti l’obbligo dello stato sociale di garantire ai cittadini l’erogazione dei servizi essenziali e che a pagarne lo scotto sono sempre e comunque le classi più deboli come i diversamente abili. La fredda logica di ridimensionamento della spesa, non può tradursi in tagli all’erogazione di servizi essenziali per categorie già svantaggiate in partenza, perché questa soluzione genera situazioni paradossali, mettendo a repentaglio il principio della tutela delle classi più fragili della nostra società. Credo si debba riflettere con maggiore attenzione su questo problema e compiere uno sforzo comune per cercare una soluzione alternativa. Basta con questo atteggiamento silente e disinteressato da parte di tutte le istituzioni e della politica regionale e nazionale. Si faccia fronte comune in modo serio e responsabile e si trovi immediata soluzione alla problematica perché altrimenti è opportuno smettere di parlare di buona scuola e di internazionalizzazione delle nostre scuole!»

di Redazione14 Set 2015 14:09
Pubblicità