Martedì 2, ore 21, presentazione di “La notte di Silvia” al Museo di Camarina

0a2xo2daivey401bbkyb_400x400Martedì 21 agosto alle 21, per il secondo appuntamento culturale al Museo di Camarina, Gianni Papa presenterà “La notte di Silvia” di Stefania Parmeggiani, giornalista di “Repubblica”, splendido “noir” finalista al Premio Letterario Nazionale per la donna scrittrice Rapallo Carige, massimo premio italiano per la letteratura al femminile. Come i grandi giallisti d’oltre oceano, con i quali condivide l’alta qualità di scrittura e l’enorme potere di coinvolgimento, nel suo romanzo d’esordio Stefania appende al robusto filo dell’esperienza di cronista di nera una storia in cui la speranza è un optional provvisorio non in grado di illuminare la spietata realtà di un fatto di cronaca, che le era rimasto dentro immutabile come un file Pdf: una giovanissima trovata uccisa con un colpo di pistola in una mattina livida di pioggia e di estate ormai dimenticata. Chi era, cosa faceva, chi le aveva rubato il tempo di “diventare bella” e perché, si chiede il magistrato inquirente. Interrogando l’ex fidanzato Alex (un vissuto di rapine, pessime frequentazioni, illusioni e carcere), scoprirà che era Silvia e veniva dall’altro lato dell’Adriatico, frontiera-gruviera d’acqua tra l’Albania, scorta inesauribile di “carne fresca” per chi tirava le fila dello sbando nazionale e la ricca Italia padana di fine ‘900, impasto inestricabile di brava gente, balordi, donne facili per obbligo, rapinatori, pusher, assassini, voglia di normalità, inviolabili regole non scritte, coca e tanto altro. Alex, predestinato a perdere nonostante le tasche piene di soldi, era stato l’unica gioia nella vita di Silvia: lo sbigottito dolore per il tradimento del suo uomo le farà da rassegnato anestetico al momento della inevitabile (brutta) fine. Con tocco sicuro, eleganza discreta, abile gestione del crescendo di tensione e raffinato dominio dei raccordi tra gli snodi, Stefania affida a tre voci il racconto del viaggio tra dove affollati di uomini e donne in precario equilibrio sulle mille border line tra la vita e il male: lo stesso buio impietoso e infinito dei grandi giallisti d’oltre oceano, ma reso italianissimo da un’umanità di fondo nonostante tutto, evidenziata dalle lucine (molto) lontane di sentimenti come l’amore e l’amicizia.  Stefania Parmeggiani, riminese di 39 anni, è una giornalista di “Repubblica”. In precedenza ha collaborato per il “Corriere Romagna” e “l’Unità” come cronista di nera e giudiziaria. Dal 2011 vive e lavora a Roma dove si occupa di editoria, cultura digitale e nuove forme di narrazione crossmediale. (nella foto Stefania Parmeggiani)

di Gianni Papa30 Lug 2016 10:07
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