Mario Becciu: “Occorre lavorare insieme affinché ognuno di noi possa avere una buona immagine di sé e una buona autostima”

“La prevenzione è cosa nostra”. Questo il titolo provocatorio della conferenza tenuta ieri sera alla Sala Avis di Ragusa dai professori Mario Becciu e Anna Rita Colasanti. L’occasione è propiziata dalla consegna dei diplomi di Master in Counseling socio-educativo promosso dalla Fondazione San Giovanni Battista in collaborazione con Paideia, l’Associazione italiana di psicologia preventiva, il Consorzio universitario e il Consultorio familiare.
“La collaborazione tra varie realtà private e istituzionali – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – testimonia il fatto che Ragusa mantiene il senso di una comunità che non è la somma di tante solitudini. Questa è una risorsa preventiva che abbiamo il dovere di custodire”.
“Ognuno di noi – ricorda Becciu, esperto in ambito delle relazioni umane – non deve sentirsi solo il destinatario delle azioni preventive, ma soggetto protagonista. La prevenzione richiede un pensiero lungo che ancora manca. Eppure occorre essere protagonisti del fare prevenzione, per costruire resilienza e reti sociali protettive e sinergie comunitarie. La prevenzione riguarda i politici, gli educatori, i genitori, gli insegnanti e, a livello personale, gli individui. La prevenzione è di tutti perché ad oggi gli interventi riparativi non sono sufficienti per gestire la mole di problematicità presente”.
Il disagio psichico, dunque, è un tratto caratterizzante della nostra società.
Il professore presenta dati preoccupanti. “Il concetto di salute oggi ha a che vedere con la complessità dell’esistenza umana e i costi della sicurezza e della sanità pubblica non sono più sostenibili: il 15% della popolazione mondiale presenta sofferenza psichica con un incremento del 10% annuo. La struttura dipartimentale si fa carico di poco più dell’1% della popolazione! Ciò vuol dire che il 14% resta privo di supporto professionale. La depressione, ad esempio, colpisce 340 milioni di persone nel mondo ed è la principale causa di disabilità nell’Unione Europea. Si stima che nel 2020 costituirà la seconda causa di malattia dopo la cardiopatia ischemica. Il disturbo mentale che si presenta al servizio pubblico non è quasi mai quello originario. La persona ha già percorso strade più o meno tortuose che hanno portato ad un aggravamento del disturbo. Ecco perché prima si interviene meglio sarebbe”.
Secondo il docente di Scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana vanno tenute sotto controllo persone con stress psicosociali quali obesi o sovrappeso, alcolisti e sovrappeso, oltre gli individui che usano droghe come cannabis, cocaina o eroina. “L’alcool – afferma Becciu – è il principale fattore di mortalità giovanile fra i 18 ei 24 anni”.
Tuttavia, ed è questo il senso profondo dell’intervento del relatore, esiste una forma di contagio “salutogeno”.
“Occorre lavorare insieme affinché ognuno di noi possa avere una buona immagine di sé e una buona autostima; essere capace di stabilire e mantenere relazioni non superficiali con un ampio spettro di persone rispettando gli altri, non importa quanto differenti da noi
Dobbiamo ridare centralità alla prevenzione, fondare gli interventi preventivi il più precocemente possibile, coinvolgere gli agenti educativi come attori principali della salute individuale e collettiva. Bisogna attuare azioni politiche, sociale, culturale, educativo e sanitario volte a depotenziare la carica patogena dei fattori di rischio di natura ambientale e personale e a potenziare la carica salutogena dei fattori di protezione a livello della salute individuale”.
Quanto più precoci sono questi interventi, tanto maggiore sarà la possibilità di successo.
“Servono – conferma il relatore – programmi mirati sulle competenze dei genitori, affinché non siano lasciati soli. Necessari sono anche interventi precoci a scuola per evitare l’effetto cumulativo del deficit. Se gli insegnanti recuperassero la capacità di apprendere di intere comunità sarebbe la migliore capacità preventiva. Il terzo ambiente dove si può fare prevenzione riguarda internet e i luoghi di socializzazione tra pari. Fondamentale è l’offerta di socializzazione positiva durante il periodo adolescenziale e giovanile”.
Nel corso dell’incontro la professoressa Anna Rita Colasanti ha presentato il testo scritto a quattro mani con Mario Becciu “Prevenzione e salute mentale”, manuale di psicologia preventiva, edito da Franco Angeli. “Questo libro – afferma la Colasanti – colma un vuoto nell’ambito della psicologia preventiva e fornisce strumenti e buone prassi per chi opera. Sentivamo la necessità di sistematizzare conoscenze maturate negli anni attorno alla prevenzione. Vorremmo così sensibilizzare chi opera ad interventi basati sull’evidenza. Anche in tema di salute mentale esistono programmi, che vanno diffusi”.
Una foto di gruppo ha suggellato, infine, il percorso biennale dei 20 corsisti che hanno concluso con successo il Master in Counseling socio-educativo.

di Redazione02 Apr 2016 11:04
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