Legambiente Sicilia: ricorso al Tar contro l’impianto di trattamento rifiuti pericolosi a Scicli

L’accordo scellerato tra governo siciliano e società petrolifere del 2011 sulle ricerche e coltivazione di idrocarburi in Sicilia continua a fare i suoi danni. Dopo il via libera alle trivelle nella valle del fiume Irminio, a pochi km da Ragusa, che mettono a rischio le risorse idriche e il paesaggio, tocca ora al comune di Scicli vedere minacciato quanto di eccellente costruito finora.
La città palcoscenico delle avventure del Commissario Montalbano si trova a dover ospitare a due km dal centro cittadino, un impianto di trattamento di rifiuti liquidi pericolosi da 200.000 tonnellate l’anno, destinato a trattare principalmente i rifiuti provenienti dalle trivellazioni di petrolio in provincia di Ragusa .
“La Regione Siciliana ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale in palese illegittimità – afferma Gianfranco Zanna presidente regionale Legambiente – non solo manca il parere della soprintendenza ai beni culturali di Ragusa, indispensabile per un impianto di questa dimensione e natura, a maggior ragione se collocato in un’area Unesco, ma anche quella più importante dell’ARPA, che con una nota alla Regione ha negato di aver rilasciato il parere per il rilascio dell’AIA. Il territorio di Scicli è uno dei pochi in Sicilia che è riuscito a trovare una sua via autonoma di sviluppo locale sostenibile basato sul turismo culturale attraverso la conservazione e valorizzazione del suo centro storico e grazie alla presenza della scuola pittorica più importante d’Italia”.
Per difendere i risultati raggiunti finora dalla città, insieme a numerose associazioni di Scicli, Legambiente ha deciso di presentare ricorso al Tar Sicilia per l’annullamento del decreto di AIA.

di Redazione06 Mag 2016 15:05
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