L’amministrazione di Piccitto tra mitologia, storia, romanzi d’avventura e di spie

Se fossimo in un romanzo d’avventura, magari su un veliero del XVI secolo, alla ricerca di un qualche tesoro o di una qualche terra incantata, potremmo già immaginare l’epilogo di questa storia. I marinai, esasperati da un comandate troppo visionario ed incurante delle sofferenze dei suoi uomini, senza acqua né cibo da giorni, falcidiati dalle malattie e praticamente dispersi in un qualche mare del sud, non avrebbero altra via d’uscita che ammutinarsi, magari di notte, mentre i fedelissimi dormono. Ne va della loro vita.
Quasi li vedi entrare di soppiatto nella cuccetta del capitano e metterlo ai ferri. Ma non è il XVI secolo, non siamo in un romanzo d’avventura e non siamo neppure in mezzo al mare. Siamo a Ragusa, dentro Palazzo dell’Aquila.

Siamo in Comune e ciò non accade, e non perché tra i consiglieri di maggioranza non ci siano uomini coraggiosi e di buona volontà. Non perché non esistano spiriti combattivi, fedeli alla causa, capaci di pensare e di organizzare strategie. Certo non per spodestarlo, ma solo per farlo ravvedere. Il fatto è un altro, tutti o quasi, si sono stancati, sono demotivati. Hanno perso l’entusiasmo iniziale, non capiscono più qual è il loro ruolo, annichiliti e resi inermi quotidianamente dagli eventi. Parlare di ammutinamento certo è esagerato, in fondo non è in gioco la vita di nessuno. Fatto sta, che il sindaco Piccitto governa una nave oramai ingovernabile. La comanda nonostante manchi di tutto: vele, remi, albero maestro, timone.

La maggioranza non c’è più e non da oggi, ma ciò non sarebbe neanche un problema se e solo se qualcuno ne prendesse atto. Il fatto è che Piccitto fa finta di niente. Pubblicamente il sindaco continua a dire che lui può contare su 15, forse 16 consiglieri. Di fatto però, le opposizioni dettano l’agenda politica. Fanno slittare le Commissioni (come ad esempio quella sulle risorse, che avrebbe dovuto esitare il bilancio consuntivo del 2015), gli bocciano gli atti e fanno mancare a loro piacimento il numero legale. E cosa molto più importante, gli stravolgeranno, se nulla cambia, il bilancio e si approveranno il loro. Ma per il capitano va tutto bene. A questo punto due sono le cose: o è totalmente sprovveduto questo nostro comandante, cosa a cui non crediamo, o ha un asso nella manica, non riusciamo a capire però quale potrebbe essere questo asso.
Certo un’eventuale riappacificazione con l’ex alleato Partecipiamo potrebbe dargli un po’ di serenità, ma, a nostro modo di vedere, una tale possibilità non gli garantirebbe sonni tranquilli e non per colpa del nuovo, già fu, alleato. Come infatti abbiamo avuto modo di dire in questi mesi: Piccitto deve cambiare strategia, rivoluzionandola.

Non sappiamo se veramente la politica dei 5 Stelle a Ragusa sia frutto esclusivo di tre teste, quella del sindaco, naturalmente, quella dell’assessore Martorana e quella dell’esperto della comunicazione. Se fosse così, perché così dicono le malelingue, occorrerebbe immediatamente un brainstorming, un bagno di umiltà e capire che questa politica, questa strategia bislacca, ha praticamente determinato un seppuku del Movimento 5 Stelle a Ragusa. Se così non fosse ed il sindaco risulterebbe l’unico giostraio di questa fiera di paese, potremmo iniziare a pensar male. Il sindaco è stato vittima di un colpo di sole; il sindaco ha deciso, chissà perché, di far impantanare tutta la città di Ragusa in queste malsane paludi; il sindaco ha un piano segreto, che nulla ha a che vedere con la città. Non si riesce a capire infatti come un primo cittadino, conscio della sua inferiorità numerica in Aula (e lui sa far di conto, è un ingegnere, ndr.) decide ed impone ai suoi di sfidare le opposizioni, andando muro contro muro, come in una battaglia campale, per difendere un atto (la variante dell’art. 48 del PRG) il cui futuro era chiaro a tutti. Novello Cadorna, esige e vuole la sua personalissima Caporetto. Ignora i suggerimenti dei suoi generali ed ordina d’imperio un assalto alla baionetta, certo dell’inevitabile disastro dello scontro. Perché?

Cadorna poi fu sostituito da Diaz, ma non è questo il caso. Nessuno lo sostituirà. Certo potrà essere sfiduciato, come propone Territorio. Potrà dimettersi, ma non sembra il caso. Potrebbe abbandonare i suoi piani e venire a più miti consigli, come da più parti gli suggeriscono da troppo tempo. Ma lui è ingegnere, sa far di conto e le architetture non dovrebbero essergli troppo avulse. Chissà se qualcuno lo convinse di esser uno dei figli di Giove e gli donò delle piccole ali, da mettere ai piedi. Chissà se realmente sia il portatore di un “sogno”, dio della comunicazione ed anche, suo malgrado, traghettatore di anime negli inferi. Chissà, insomma, se qualcuno dall’alto lo consiglia e lo guida. Come si dice: in guerra ed in amore tutto è permesso e chissà se noi comuni mortali non riusciamo a capire il disegno di personalità più in vista e più importanti di noi.
Forse, invece, ci siamo spinti un po’ troppo oltre con la nostra speculazione e se fosse così ci scusiamo, probabilmente ci siamo fatti prendere la mano, quando, invece, stiamo parlando solo di un banalissimo colpo di sole.

di Redazione05 Lug 2016 17:07
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