La festa Anffas al teatro Tenda: trenta anni di battaglie e un messaggio d’amore

A due settimane dalla serata del 28 marzo al teatro Tenda, che ha festeggiato i sessanta anni dell’Anffas nazionale e i (circa) trenta di quello ragusano, l’attenuarsi dell’onda emozionale, più che motivata, consente una riflessione più “distaccata” sull’evento. Che è stato innanzitutto una grande festa, come volevano gli organizzatori e tutti coloro, artisti e no, che hanno dato il loro contributo (tramite video chi era lontano e non aveva potuto esserci): col supporto di un eccellente “server” e dei tanti che hanno voluto assicurare anche i contorni canonici, compreso il “dolce e salato” e la grande torta finale. Una festa gioiosa quanto sudata, in perfetto stile Anffas, resa possibile da un grande lavoro, paziente al limite del credibile, compiuto dalla “gente Anffas”, fondamentale per superare (con un sorriso) i tanti passaggi difficili: sempre in preventivo in occasioni del genere ma scontati nel caso in questione. Sul palcoscenico si sono avvicendati, nel pieno rispetto dei tempi giusti e con mano leggera, amministratori e artisti che hanno aiutato l’Anffas Ragusa, con le consorelle di Modica e Scoglitti/Vittoria,  a ricordare il cammino fatto: davvero tanto e davvero tanto “importante” da andarne orgogliosi. Fatto con misura, come ha voluto che fosse fin dal principio  la “gente Anffas”, uno straordinario gruppo impegnato ogni giorno in prima linea nel combattere una battaglia infinita, nella quale è molto, molto complicato tutto. A partire da quello che per “noi altri” è così semplice e naturale da costituire la normalità assoluta. E fatto pur sapendo benissimo di non poter vincere, come ammesso dallo stile dell’associazione che è innanzitutto non farsi illusioni. Spinta da questa, serena ma mai rassegnata, accettazione dello stato delle cose,  combatte ancora con più forza, voglia e tenacia ogni giorno, puntando al traguardo del “anche per i nostri ragazzi, cittadini come tutti gli altri”, bellissimo come bandiera, facilissimo da condividere, ma tremendamente difficile anche solo da avvicinare. Combatte ormai da trenta anni: con decisione, convinzione, umiltà, ma anche con fantasia, inventiva e capacità di cogliere ogni occasione per fare un passo in avanti e conquistare anche un solo metro di terreno. E prima e più di tutto, con amore: senza aggettivi, tanto amore e basta. La serata Anffas voleva essere solo il modo di fermarsi un attimo a ricordare la strada percorsa, ma il senso profondo del suo messaggio di amore (e basta) era troppo forte per non toccare tutti noi (“gli altri”).

di Gianni Papa12 Apr 2018 11:04
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