La Campo era scomoda, andava fatta fuori! Due ipotesi

La fine della Campo proprio non ci convince, non ha senso! Infatti, non solo non è stata condannata o rinviata a giudizio, ma non è stato neppure emesso un avviso di garanzia a suo carico ossia nessun fascicolo (a quanto ci risulta, ndr.) è stato aperto dalla Procura sulla vicenda. Infine, cosa non proprio da sottovalutare, le indiscrezioni giornalistiche, che hanno fatto scoppiare il caso e che hanno determinato le dimissioni della Campo, non sono state ancora provate e sono rimaste, perciò, solo delle indiscrezioni.

Come già scrivevamo, qualche giorno fa, l’intera vicenda ha dell’assurdo, per un unico motivo: un assessore si è dimesso per un solo articolo di giornale. Non in seguito ad una campagna diffamatoria, non perché sfiduciato, non perché sulla sua persona, sul suo operato, si sono addensate nubi e ombre gravi o gravissime, ma solo perché un giornalista, bravo, anzi bravissimo, ha scritto un pezzo. A memoria d’uomo, potremmo dire, unico caso nella storia.
Ovviamente i primi a credere nel valore e nella valenza della comunicazione siamo noi, che ne siamo gli operatori, certo è che non siamo stupidi. Il quarto potere ha un suo peso, ma è un peso relativo, saremmo sciocchi o semplicemente degli illusi se pensassimo e ci convincessimo di poter cambiare la “realtà” con un nostro articolo, con un nostro servizio. Ecco perché nell’affaire Campo puzza tutto.

Questa vicenda va chiarita, è il nostro lavoro. Proveremo, perciò, a cercare di fare un po’ di chiarezza. Facciamo e faremo domande, staremo attenti agli umori dei personaggi, più o meno, vicino a lei e, soprattutto, ai rumors, perché spesso è lì che si annida la verità, per quanto strana ed improbabile possa apparire. Oggi avanzeremo due ipotesi.

La prima: “La Campo è veramente una brava persona”, la intitoliamo così!

Pare, ma sono indiscrezioni, raccolte qua e là, che l’ormai ex assessore abbia condotto una strenua battaglia in difesa della cosa pubblica ovvero, finché ha potuto, Stefania Campo si è opposta, con tutta se stessa, alla privatizzazione del Castello di Donnafugata. Sì, qualcuno all’interno dei Cinque stelle voleva e vuole privatizzare uno dei nostri monumenti più importanti. Pare che un onorevole dei 5 stelle, in combutta con un potentissimo personaggio della Giunta, di comune accordo con un altro assessore, proveniente da fuori, abbiano stretto una cordata per favorire degli amici, una cooperativa o un gruppo imprenditoriale, per la gestione del Castello. Il maniero lo si sa è potenzialmente una macchina da soldi, quindi, perché non “donarlo” a degli amici? Certo, la cosa ci fa rabbrividire. Si possono dare in appalto i servizi, ma privatizzarlo tutto, magari per un obolo, sarebbe un delitto, legale, ma sempre un crimine. Se così fosse, tutto il nostro rispetto andrebbe a Stefania Campo, che ha lottato sino alla fine, rimettendoci tutto, faccia e carriera, per difendere un bene dei ragusani, nel pieno spirito dei pentastellati.

La seconda ipotesi: “La Campo è stata vittima di un giochino squisitamente politico”.

La politica fa gola a tutti. La politica è sinonimo di denaro, ma ancor più di potere, e fare il consigliere comunale, è una triste realtà, comporta più oneri che onori. Per pochi spiccioli e nel totale anonimato, un consigliere, per quanto bravo e dedito al suo ruolo, non può che essere un numero fra i tanti. Un passa carte, che nella migliore delle ipotesi potrà presentare un’interrogazione consiliare, che tutti, ma proprio tutti, dimenticheranno nell’arco di una notte. Ma questi sono fatti noti e perciò non ci stupiamo se, dopo due anni di governo, gli appetiti cambiano. La maggioranza non è composta solo da sprovveduti, anzi sono tanti i consiglieri che possono fregiarsi, a buon diritto, di una certa statura. Alcuni vantano una discreta storia politica, costruita negli anni, all’interno di questo o quel partito, altri sono dei neofiti, ma degni di nota.
Ecco le “legittime” rivendicazioni.
Il sindaco è accerchiato. Tutti vogliono un posto al sole, i ricatti si moltiplicano, le pressioni pure, ed alla fine, il sindaco deve cedere ed ha ceduto. La politica è mediazione. Nella mediazione a soccombere è sempre l’anello più debole, la Campo.
Siamo certi che Piccitto non ha nulla contro la Campo, anzi la stima e la rispetta per tutto il lavoro che ha compiuto durante questi due anni, ma occorreva un agnello sacrificale. Bisognava liberare un posto per mantenere salda e coesa la maggioranza.
Magistralmente, fortunosamente, compare un articolo contro la Campo, certo smentito pure dal legale rappresentante di una delle due cooperative, che era presente in quel famigerato incontro, ma tant’è. Un caso, ovvio, quando si dicono le coincidenze.
A questo punto perché farsi sfuggire un’occasione tanto propizia? La fortuna va colta al balzo e così ha fatto il sindaco, salvando cavoli e capre.

di Redazione16 Nov 2015 19:11
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