Il sociale negli Iblei

socialiIl 2013 si è aperto, nella gran parte dei Comuni della provincia di Ragusa, con i preannunciati tagli al welfare locale. In alcuni casi si assiste a un inaccettabile e deprecabile azzeramento di prestazioni e servizi essenziali.A ciò si aggiunge il maldestro ripiego nella Legge 328 di numerosi servizi ad oggi garantiti dai bilanci dei singoli comuni, snaturando così la fondamentale ragione della legge sopra richiamata, essendo tali servizi non più aggiuntivi ma sostitutivi. Nello specifico, il Comune di Ragusa – retto da un Commissario straordinario che puntualmente disattende le richieste del Sindacato circa la convocazione del tavolo permanente sul welfare – continua a colpire le fasce più deboli e bisognose: prima riducendo del 30% l’assistenza domiciliare agli anziani, poi annullando il servizio di trasporto per 80 utenti diversamente abili, infine – ma non sarà purtroppo l’ultimo atto! – negando a oltre 500 famiglie bisognose e indigenti il sussidio economico. Il Comune di Modica, da parte sua, continua nella strada dello smantellamento dei servizi sociali, fino a qualche anno fiore all’occhiello di una città esempio virtuoso di politiche inclusive e di solidarietà reale. Infatti, è stato approvato il “ pre-dissesto” sforbiciando nei vari capitoli dei servizi sociali – compresi parte di quelli essenziali – oltre 1 milione di euro ( più del 30% rispetto all’anno precedente ) dopo che nell’ultimo triennio altri pesanti tagli erano stati effettuati. Per non parlare di ciò che succede a Comiso, Comune da un anno al dissesto finanziario, e a Scicli dove da tre anni oramai ogni voce di capitolo di spesa per servizi è stata azzerata. È una situazione grave e insostenibile, assolutamente inaccettabile. Perché alla base – e con la scusa – della quadratura dei conti dei comuni c’è sempre la via di fuga più facile: quella dei tagli al welfare locale, mantenendo di converso privilegi, evasione ed elusione, prebende e sprechi che invece dovrebbero essere i primi elementi su cui intervenire per risanare le casse comunali. Non è con la politica della macelleria sociale che si risolvono, nel territorio, i problemi nel lungo tempo della crisi! Dai bisogni elementari alla sussistenza, alla vita, al lavoro non si esce con le penalizzanti scelte date dall’esclusione, dall’abbandono al proprio destino, dalla legge dei più forti a danno dei più deboli. La CGIL di Ragusa, in sintonia con le proprie categorie interessate, reclama un’inversione di tendenza immediata che ripristini il diritto ai servizi primari – a partire da quelli garantiti costituzionalmente – per i ceti sociali più deboli e indifesi, oggi drammaticamente compromesso. Per dare forza a questa idea di giustizia sociale e di solidarietà, la CGIL impegna tutte le proprie strutture presenti nei singoli territori a riaprire immediatamente il confronto istituzionale sui tavoli negoziali di concertazione con gli Enti locali interessati, chiamando – nel contempo – tutte le forze sociali, sindacali, politiche, del volontariato e della società civile, alla mobilitazione e alla lotta unitariamente a tutti i soggetti interessati, siano essi utenti, operatori, famiglie. In questo contesto, e in tutte le esperienze di lotte che saranno intraprese o già in atto ( come ad esempio il sit-in permanente degli indigenti dinanzi il comune di Ragusa ) la CGIL sarà in prima fila a sostegno della “Vertenza Enti Locali della provincia di Ragusa” ( dipendenti del pubblico impiego, lavoratori igiene ambientale, precari, operatori dei servizi sociali affidati, utenti e cittadini interessati), vertenza che ora più che mai deve entrare a pieno titolo nell’Agenda degli interventi prioritari del Governo della Regione siciliana, ad oggi ancora sordo alla richiesta di un incontro reclamato da quasi un mese unitariamente da CGIL – CISL – UIL di Ragusa.

di Redazione03 Gen 2013 16:01
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