I Forconi intervengono sull’elezione del presidente della Camera di Commercio

Riceviamo e pubblichiamo.

“Noi dei Forconi non chiediamo un nuovo presidente della Camera di Commercio, ma un presidente ed una Camera di Commercio nuovi, nei contenuti e nei proposit!

Seguiamo le vicende della CamCom auspicando che il periodo di empasse che ha contraddistinto gli ultimi anni della stessa siano superati, anni nei quali le colpe sono evidenti e facilmente riconducibili alle associazioni di categorie sempre più autoreferenziali nel perseguire una logica di spartizione di poltrone che ha danneggiato la stessa e mortificato le aspettative delle imprese, che come ben noto vivono il momento più difficile dal dopoguerra ad oggi.
Non possiamo pensare ad una Camera di Commercio in preda ai giochi di potere dei dirigenti, delle associazioni di categorie e della politica, bensì l’esatto contrario. Vogliamo un’istituzione che sia garanzia di tutti e sopratutto di chi, con enormi sacrifici, tiene in vita la propria impresa e cercano nuove risposte.
Sì, proprio così, perchè di questo si tratta. Questa è la vera radiografia della nostra economia, due realtà contraddistinguono il nostro territorio, quella di chi ancora tiene a galla nonostante le difficoltà e quella di chi è tagliato fuori, senza nessuna opportunità. Due italie, che come più volte ha detto il nostro leader Mariano Ferro, camminano parallelamente e sempre più distanti, la prima che si assottiglia sempre di più e la seconda che cresce in modo esponenziale e spropositato. Quando quest’ultima dimentica di guardare a quell’altra Italia, anzi la calpesta sputandoci sopra, è l’esempio ignobile delle aste giudiziarie, quello è il momento di non ritorno, il 16 Gennaio 2012 sia da monito.
L’analisi è stata ampiamente fatta, lo stesso presidente dell’ass. dei commercilisti è intervenuto auspicando un nuovo corso. A questo punto servono risposte che devono necessariamente arrivare nel breve periodo. Gli indicatori danno una lettura chiara del momento, un debito nei confronti di Riscossione Sicilia pari alla metà del PIL della stessa Provincia al quale va aggiunto il debito con le banche, contrapposto ad una base imponibile che diminuisce irrimediabilmente, una incidenza pro-abitanti di esecuzioni immobiliari che ci pone ai primi posti in Italia, la realtà di Vittoria è ancora più drammatica, lì il rapporto arriva ad una esecuzione ogni cento abitanti, ciò delinea il quadro drammatico in cui versa la nostra agricoltura.
I comparti artigianali ed industriali che hanno dato vita nella nostra provincia a momenti di grande sviluppo, oggi, risentono drammaticamente della contrazione della domanda e dell’alta pressione fiscale che, abbinata alla stretta creditizia, non può che determinare una miscela esplosiva.
Le realtà commerciali a caduta risentono delle difficoltà, ma devono contrastare un nuovo fenomeno quello dell’invasione delle attività cinesi.
Siamo da tempo protesi in uno sforzo immane, immane perchè non disponiamo di mezzi e risorse nel denunciare il massacro sociale che sta dietro le aste giudiziarie. Ci battiamo per la difesa del nostro prodotto arrivando ad inscenare proteste eclatanti quali quelle di Ragusa, in piazza Libertà, e di Messina, tra l’altro una protesta condivisa dai sindaci del territorio.
La nuova Camera di Commercio scenda in campo al fianco delle imprese ragusane, predisponga tutti gli strumenti atti ad una completa ristrutturazione dei debiti con gli istituti bancari, evitando di compiere gli errori del passato, come quello dei fondi ex-insicem, predisponga un fondo di garanzia, che possa servire alle immediate necessità delle imprese, crei una cabina di regia per la promozione del nostro territorio. In questo contesto il dibattito sulla fiera agricola, “Fam”, non sia funzionale e strumentale ai presenzialismi dei soliti noti, ma sia un momento di riflessione seria e concreta.
Pensiamo, infine, ad una Camera di Commercio che sia “Partigiana” nel significato etimologico del termine “di parte”, dalla parte delle imprese!

di Redazione03 Set 2014 14:09
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