Enimed, Irminio e Edison, come l’elettricista del negozio accanto

EniMed, Irminio ed Edison le società impegnate da anni nel campo dell’estrazione di idrocarburi nel nostro territorio hanno perso un’occasione d’oro per lasciare un segno in città, per far si che la gente in qualche modo, ricordi la loro opera.Nella conferenza stampa di lunedi mattina infatti, con la firma di un protocollo con il Comune, hanno accettato di buon grado di spendere i soldi che versano, oltre alle royalties, per cambiare le lampadine nelle strade di Ragusa. Non quindi un’opera importante o anche bella, qualcosa che avesse permesso ai ragusani di ringraziare e farsi ringraziare per la proficua collaborazione di tutti questi anni. La vecchia amministrazione aveva pensato al ponte nuovo e a Piazza Libertà e tutti erano d’accordo, almeno nel concetto, meno, in verità, per le immagini che ci erano state proposte, ad esempio per la Piazza progettata, allora, da Ernesto Lapadula, ma almeno era qualcosa di vero, di visibile e tangibile. Oggi invece, proseguendo in un’opera di demolizione dei fantasmi del passato, dopo il teatro della Concordia, colato a picco come la nave al Giglio, si sacrifica anche lo sforzo petrolifero dei ragusani. Ci dispiace che EniMed, Irminio ed Edison abbiano accettato senza dire una parola. Una decina di giorni fa un operaio di una di queste società, da poco in pensione, mi ha fermato, davanti ad un supermercato, per farmi questa rimostranza. L’amico mi confessò che era fiero di poter dire che una goccia del suo sudore stava contribuendo a rendere più bella la città dove vive. Era orgoglioso dei dirigenti delle società petrolifere che, in un contesto no triv, mettevano la faccia per dare importanza al lavoro di tanta gente che ha portato un benessere, senza uguali, in tutta la Sicilia. Ora invece ecco la delusione: le tre società petrolifere che fanno? Cambiano le lampadine come l’elettricista del negozio accanto. Peccato! Capisco anche il risparmio energetico ma ci sono una miriade di combinazioni che ci avrebbero portato lo stesso risultato. Con l’Enel stessa che avrebbe ripagato le spese con la bolletta in una decina d’anni. Insomma abbiamo perso un’occasione. Ma più di noi, cittadini, l’hanno persa EniMed, Irminio ed Edison e forse anche il sindaco Piccitto che avrebbe potuto dire a tutti che è il momento di cambiare modo di pensare e non di cambiare le lampadine. Nella peggiore delle ipotesi, se proprio piazza Libertà era troppo in vista per un’anima piena di remore, si poteva, ad esempio, pensare a qualcosa ad Ibla, metti caso un posteggio, visto che la gente, non potendo entrare nella vecchia città, se ne va a Scicli a passare tempo e spendere soldi. Meglio che cambiare lampadine.

di Direttore13 Mag 2014 11:05
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