Ed il Consiglio (comunale) si fece bucolico…

“Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione dei cinquestelle, inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia Nazionale. Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infrangere il Movimento. Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di pentastellati”. Parafrasi.

Come non pensare a quel famoso discorso all’indomani dell’ultimo Consiglio comunale, che, a dir il vero, più che una seduta ispettiva mi ha ricordato tanto l’ultimo giorno di scuola. C’era quell’atmosfera dove ognuno fa quello che vuole, entra, esce, si siede nel banco e si mangia una merendina, come l’assessore Campo o la consigliera Nicita, che tra l’altro era pure in tuta, ora in nessuna parte del regolamento c’è scritto come debbano andare abbigliati i consiglieri, ma il decoro, il decoro non lo si dovrebbe perdere mai. Cito il senatore a vita Emilio Colombo, buon’anima, quando dichiarò, sulle colonne del Corriere della Sera, “Se i senatori del Movimento 5 Stelle si presentano senza giacca e cravatta io non li faccio entrare in Aula”, ma quelli erano altri tempi e così ci si trascina sino al suono della campanella.

Sono tante le sedute di Consiglio noiose e poco produttive, ma quella del 10 aprile lo è stata particolarmente se non fosse che il nostro caro sindaco ha fatto perdere le staffe ad un consigliere notoriamente compito come Giorgio Massari. Ma che è successo?

Quando Lo Destro e Massari fecero le loro comunicazioni, l’unico rappresentante dell’Amministrazione era l’assessore Dimartino, che poi dovette andarsene, lasciando il posto al sindaco, all’assessore Martorana e all’assessore Campo, quella col panino. Normale, il problema, però, è nato quando Lo Destro e Massari hanno chiesto che qualcuno rispondesse ai loro interventi. Piccito schiva e, regolamento alla mano, fa notare che può non rispondere e quindi non risponderà. Dapprima Massari glielo ri-chiede, in fondo si sta parlando della relazione trimestrale, del piano triennale delle opere pubbliche, dei 16 milioni della Legge su Ibla, che pare siano scomparsi, e del bilancio di previsione del 2014, ma quando Piccitto ribadisce la sua posizione Massari va su tutte le furie, lo accusa di non rispettare l’Aula, di mortificare il dialogo democratico, di ignorare le opposizioni e i cittadini. I toni si accendono, era inevitabile, gli animi si scaldano oltremodo e così gran parte dell’opposizione abbandona l’Aula, con Massari e Lo Destro in testa.

Il galateo, il galateo istituzionale, che bella cosa che era, che bello quando nelle istituzioni sedava gente conscia del proprio ruolo, ma la società è cambiata e con lei tante buone abitudini. E così all’ossequio abbiamo sostituito la postura del “perché io so’ io e voi non siete un …”.

di Redazione12 Apr 2014 14:04
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