Consorzio Universitario a rischio di chiusura, Borrometi agli studenti: “Protestate!”

Si è svolta questa mattina, presso l’aula magna del Consorzio Universitario di Ragusa, un’assemblea convocata dal presidente del Cui, l’avv. Cesare Borrometi, alla quale hanno preso parte oltre 200 persone tra studenti, lavoratori, sindacalisti e professori.
A Borrometi è spettato il compito di comunicare quella che, in buona sostanza, è una brutta notizia: il Consorzio rischia di chiudere per colpa dell’ex Provincia Regionale di Ragusa che non intende continuare a contribuire con i propri fondi.
Stupore generale. Comprensibile se si considera che da fine dicembre all’inizio di marzo il commissario straordinario dell’ente di Viale del Fante prima ha firmato un atto di indirizzo per coinvolgere tutti gli enti pubblici per il mantenimento del Consorzio (qui), poi ha convocato una tavolo istituzionale al termine del quale ha prefigurato la possibilità di una revoca della delibera dal recesso del Consorzio da parte della Provincia (qui) e infine – era il 2 marzo – ha risposto proprio al presidente Borrometi che gli si rivolgeva insistentemente: “Se il presidente del Consorzio Universitario Ibleo – dichiara Cartabellotta – ha bisogno di una lettera formale, vuol dire che provvederemo; ma durante i colloqui con i vertici del Consorzio ho manifestato il mio assenso accogliendo subito la proposta perché il primo obiettivo è proprio la chiusura del contenzioso tra l’ex Provincia e il Consorzio”.
Oggi la “doccia fredda” soprattutto per gli studenti, la maggioranza dei quali in partenza per passare questi giorni di vacanza con le loro famiglie.
Borrometi, però, non si è limitato a lanciare l’allarme, ma ha chiesto aiuto. “Il Consorzio ha bisogno di voi – ha detto – protestate, fatevi sentire, fate vedere che non siete disinteressati”. E c’è da dire che il Cui ha bisogno degli studenti è un concetto che funziona anche a ruoli invertiti.
In ogni modo, dopo un’iniziale fase di confusione – più che ragionevole – durante la quale gli studenti hanno manifestato dapprima un certo disappunto, piuttosto astioso, hanno cominciato a chiedere, far domande, hanno cercato di comprendere come mai, dopo soli due anni, dovrebbero tornare a difendere il loro diritto allo studio.
Già, perché appena due anni fa si era presentato lo stesso problema, così come tre anni prima. Un’esperienza, quella ragusana, che sembra non aver pace e che necessita continuamente di una dimostrazione di forza non solo politica – quella, ahinoi, l’abbiamo subordinata ai commissariamenti e alla soppressioni della democrazia negli enti locali – ma anche da parte di chi, a vario titolo, è interessato a che il Cui non chiuda.
Giovedì pomeriggio dovrebbe svolgersi un incontro tra il commissario Cartabellotta e i sindacati che seguono le vicende di lavoratori del Cui. A quanto pare parecchi studenti sarebbero disposti a manifestare sotto il palazzo della Provincia e far sentire anche le loro voci.
Il rischio, concreto, è che Cartabellotta potrebbe non essere disposto ad ascoltarle.

di Redazione31 Mar 2015 21:03
Pubblicità