Comune di Modica, 106 indagati per assenteismo

assenteistiConferenza stampa questa mattina alla Procura di Modica per parlare di una indagine, molto particolare, iniziata  nel 2009, che si conclude in un momento di gravi difficoltà economiche per il nostro Paese, in cui si percepisce la necessità di ridurre la spesa pubblica non necessaria e contrastare la corruzione e gli sprechi all’interno della Pubblica Amministrazione.
Di seguito il comunicato del Commissariato di Modica: 


Sulla base di alcune segnalazioni pervenute, la Procura della Repubblica di Modica ha avviato una preliminare attività d’indagine, mirata alla repressione del fenomeno dell’assenteismo in diverse strutture pubbliche, inizialmente affidata al Commissariato di PS di Modica e successivamente anche alla Tenenza della Guardia di Finanza di Modica. Veniva così sottoposta ad osservazione Palazzo San Domenico, sede principale del comune di Modica, in cui insistono vari Settori nonché i principali uffici di sostegno all’Amministrazione.

Il personale delle forze di polizia procedeva così  alla diretta osservazione dell’uso disinvolto della macchinetta marcatempo da parte di impiegati comunali, i quali attestavano falsamente la loro presenza in ufficio (ovvero quella di altri colleghi). Si accertava altresì la condotta illecita di determinati dipendenti, anche in concorso tra di loro, i quali dopo aver registrato la presenza in servizio, si allontanavano dai rispettivi uffici per dedicarsi ad altre occupazioni.

Le indagini rivelavano così l’abitudine di numerosi dipendenti di presentarsi in ufficio in ritardo e/o lasciarlo in anticipo. Poiché, nella fase iniziale delle indagini, il personale investigativo, confondendosi tra gli utenti dell’Ente di “Palazzo San Domenico”, aveva modo di constatare che molti dipendenti di quella struttura erano soliti timbrare per sé e per altri colleghi, la Procura della Repubblica disponeva, avvalendosi della collaborazione della Polizia scientifica di Catania, l’installazione di alcune telecamere per osservare stabilmente sia le condotte illecite connesse con l’uso della macchinetta segnatempo, sia i due ingressi al palazzo comunale (Via Silvio Pellico, P.zza Principe di Napoli).

L’attività investigativa (che coinvolgeva un elevato numero di dipendenti comunali in servizio presso “Palazzo San Domenico”), obbligava il Commissariato e la Tenenza della G. di F. ad impegnare un numero rilevante di Agenti e Ufficiali di P.G. per effettuare sia la visione delle registrazioni video, contenute in n. 52 DVD, per 35 giorni complessivi, che il pedinamento di quei dipendenti che si allontanavano arbitrariamente dal posto di lavoro, dopo aver timbrato l’ingresso col Badge. Le immagini registrate consentivano di accertare condotte illecite riconducibili ora ai singoli dipendenti adusi a timbrare e lasciare l’ufficio, ora ad altri -soliti farsi timbrare da complici-, attestando falsamente la presenza in ufficio e ricambiando poi il “favore”; ora a consolidati gruppi di impiegati, organizzati sistematicamente allo scopo di timbrarsi a vicenda il Badge, pur essendo assenti dall’ufficio.

A tale condotta, già di per sé rilevante sotto il profilo penale, si aggiungeva quella tenuta da numerosi dipendenti, che oltre ad attestare falsamente la loro presenza durante le ore di servizio ordinario, segnalavano, per la successiva liquidazione da parte dell’Ente, lo svolgimento di ore di servizio straordinario, in realtà mai svolte anche in orari e giorni inconsueti (sera, festivi ecc.). Ancora, i predetti percepivano indebitamente anche il “buono mensa”, dell’importo di cinque euro cadauno, al quale non avrebbero avuto diritto se non in ragione della falsa attestazione relativa allo straordinario, o al servizio pomeridiano.

SEQUESTRI E BLITZ PRESSO IL COMUNE

A conclusione delle attività d’indagine, anche al fine di procedere al sequestro di atti e documenti a conferma delle ipotesi di reato emerse a carico degli indagati, la Procura della Repubblica, in data 11 maggio 2010, disponeva l’accesso presso la struttura dell’Ente da parte delle Forze di Polizia operanti. Gli agenti del Commissariato di P.S. ed i militari della Guardia di Finanza di Modica verificano così l’effettiva presenza degli impiegati presso i rispettivi Uffici della sede comunale denominata “Palazzo San Domenico”, cristallizzando, di fatto, la prassi diffusa e già conclamata nelle registrazioni. Il blitz consentiva di smascherare quei dipendenti che, durante il rientro pomeridiano e poco prima del controllo degli Uffici procedenti, avevano timbrato più di un cartellino, ovvero il proprio e quello dei complici, come rilevato dalla visione delle immagini effettuata dai poliziotti e finanzieri in tempo reale e registrate dall’attrezzatura ivi installata. Contestualmente ai controlli, veniva acquisita la documentazione necessaria al prosieguo delle indagini. Più precisamente, presso l’Ufficio del Personale dell’Ente Comune si procedeva al sequestro dei certificati di giustificazione per malattia, nonché dei certificati di ferie, di riposi compensativi e Legge 104/92 dei dipendenti.

CONDOTTE SINGOLARI RISCONTRATE DURANTE LE INDAGINI

Nel corso della successiva attività di indagine, più precisamente dall’esame delle immagini registrate – che attestavano le timbrature e le uscite dei dipendenti comunali – nonché dal servizio di pedinamento predisposto, emergevano le condotte illecite poste in essere; ad esempio:

  • D.A. risultava aduso all’alterazione dell’orologio marca tempo allocato nel corridoio della struttura denominata “Palazzo San Domenico”. Detto dipendente, in alcune circostanze, risultava presente senza che le telecamere avessero ripreso il suo ingresso nell’edificio comunale né, tanto meno, la timbratura del badge, da parte del medesimo o di terze persone. Nel corso delle indagini, lo stesso indagato, in atti, spontaneamente, riferiva le modalità con cui manometteva l’orologio marca tempo per attestare fraudolentemente la sua presenza in servizio. Il medesimo durante il servizio pomeridiano, altresì, si assentava prima per effettuare acquisti presso una pescheria, poi per sbrigare faccende all’ASP di questo Corso Vittorio Veneto ed infine per recarsi a fare visita ai genitori, a Modica Alta.
  • Il dipendente A.G., invece, si assentava dal servizio per recarsi frequentemente nei vari bar di Corso Umberto, nonché, nelle ore di straordinario, per portarsi presso una sala da barba per rassettarsi capelli e barba.
  • C.C., verosimilmente annoiato dall’attività di impiegato, era solito trascorrere le ore di servizio all’interno della propria autovettura parcheggiata all’interno del proprio garage, per ascoltare musica.
  • Il dipendente B.G., invece, durante l’orario di servizio si recava ad accompagnare il figlio per il rinnovo della patente, presso l’ufficio di medicina legale di questa via A. Moro e restarci per diverso tempo.
  • Il dipendente C.G., al pari degli altri indagati, oltre a recarsi presso la propria abitazione o dedicarsi ad altre attività, mentre risultava aver timbrato e, quindi, presente in Ufficio, in un’occasione veniva ripreso dalle telecamere mentre di sera apriva il cancello principale del Comune per effettuare la timbratura del lavoro straordinario; in altra occasione risultava presente nella giornata di domenica grazie alla timbratura di una collega, ricambiando poi il favore.
  • La dipendente S. F. era solita assentarsi durante l’orario di servizio per accudire la figlia.
  • La dipendente M.F. era solita assentarsi durante l’orario di servizio per accudire i figli e trascorrere il pomeriggio seduta al bar.
  • Altro caso significativo è quello della dipendente D. R. C. che durante l’orario di servizio si assentava per recarsi, in compagnia del coniuge, presso l’abitazione di amici.

IL DANNO PATRIMONIALE E IL DANNO ALL’IMMAGINE DELLA P.A.

L’attività d’indagine ha evidenziato come la gravità dei reati in esame non derivi dalla semplice lesione dei doveri d’ufficio, ma soprattutto dalla reiterazione delle condotte e dalla consistenza numerica degli indagati.

Con particolare riferimento al danno patrimoniale, va detto che la sua quantificazione è direttamente proporzionale al numero degli indagati. Si consideri, inoltre, la circostanza che il periodo di monitoraggio è stato circoscritto nel tempo e che le condotte criminose sono sicuramente riferibili ad archi temporali maggiori, atteso che mai precedenti controlli delle FF.OO. o indagini amministrative-disciplinari interne avevano posto un freno a tale fenomeno che, nell’Ente in esame, vede un gran numero di persone coinvolte nella condotta illecita, pari all’85 % circa dei dipendenti in servizio presso il palazzo municipale monitorato.

Parimenti meritevole di attenzione, quanto meno sotto il profilo della responsabilità erariale e disciplinare (ed a tal fine gli atti della indagine saranno trasmessi alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti) appare la condotta dei Dirigenti che hanno omesso di vigilare sul fenomeno dell’assenteismo, in tal modo consentendo il verificarsi delle fattispecie delittuose.

GLI ESITI PROCESSUALI

Deve infine rilevarsi che la Procura della Repubblica di Modica aveva richiesto, in data 20.5.2011, nei confronti di 89 degli odierni indagati, la misura cautelare degli arresti domiciliari, ovvero quella interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio ricoperto.

Il G.i.p., con provvedimento del 20.2.2012, ha ritenuto di respingere la richiesta di arresti domiciliari, sul presupposto che la condotta degli indagati non fosse

“sintomatica di particolare pericolosità sociale … e, come tale, non implicante un’esigenza di tutela della collettività, e non si giustificasse al fine di prevenire il pericolo di reiterazione criminosa del soggetto”

e di non accogliere la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, ritenendola

“non … idonea a soddisfare la triplice categoria di esigenze cautelari di cui all’art. 274 c.p.p., essendo ictu oculi incompatibile con quella di prevenire il pericolo di fuga e, per altro verso, mentre risulta affatto appropriata per la salvaguardia dell’esigenza probatoria di cui alla lett. a), tanto che in tal caso è possibile prolungare la durata della misura nei limiti del doppio dei termini previsti dall’art. 303 c.p.p. (art. 308, co. 2, secondo periodo, c.p.p.), è da escludere che essa possa sempre adeguatamente prevenire il pericolo di reiterazione criminosa;

Ritenuto, infatti, che, essendo l’efficacia temporale delle misure interdittive limitata a due soli mesi dall’inizio della loro esecuzione (v. art. 308, co. 2, primo periodo, c.p.p.), esse possano concretamente rivelarsi adeguate alla salvaguardia dell’esigenza di cui alla lett. c) dell’art. 274 c.p.p. solo rispetto a pubblici uffici o servizi a carattere temporaneo, per i quali la commissione del reato sia strettamente correlata all’esercizio della funzione pubblica in un determinato arco temporale, sicchè, inibendo la prosecuzione del servizio, viene effettivamente impedito che il soggetto reiteri la condotta illecita nell’espletamento di detta funzione.

 

di Redazione20 Nov 2012 12:11
Pubblicità