Aiello:Bordello preelettorale. Dipasquale:Tornate a casa ci pensiamo noi!

cicionelloLe linee essenziali della Nuova Pac 2014-2020 sono state illustrate con una iniziativa promossa dal Ppe-Pdl alle Ciminiere di Catania, con la partecipazione qualificata del Commissario Ue Dacian Ciolos, il ministro per le Risorse agricole, Mario Catania, dell’assessore regionale Dario Cartabellotta, e dell’on. Giovanni La Via, che fungeva da ospite della manifestazione. Questa la lettera aperta ai produttori della fascia trasformata che l’on. Francesco Aiello, già assessore regionale alle Politiche agricole, che ha partecipato all’incontro, ha diffuso in queste ore manifestando estrema perplessità per le affermazioni fatte. “Dopo il saluto dell’assessore Dario Cartabellotta, sereno e consapevole, non si può dire che siano state dette cose chiare e confortanti. In sostanza hanno dominato la riunione la genericità e la confusione. L’unico intervento, realmente critico e innovativo, è stato quello del ministro Catania il quale ha posto senza mezzi termini alcune questioni non tanto di natura quantitativa, di soldi in più o in meno da assegnare alla Pac, ma di approccio per la definizione di una prospettiva diversa nell’affrontare i temi della nuova Pac, a cominciare dal credito agrario, per toccare poi i temi dell’equilibrio fra i vari soggetti della filiera agroalimentare e della corretta applicazione dell’art. 62, e quindi della intricata vicenda delle produzioni mediterranee. Solo l’assessore Dario Cartabellotta ha condiviso questa impostazione. Il Commissario Ue Ciolos ha illustrato con garbo le novità contenute nelle misure Pac 2014-2020. Poche in verità, marginali sicuramente, ma totalmente inutili sotto il profilo dei necessari adeguamenti richiesti dagli agricoltori. A parte qualche concessione di tipo burocratico sui pagamenti diretti ai piccoli produttori, l’unica grande novità strombazzata come un avanzamento decisivo, ha riguardato la Green economy, che in realtà nasconde una prateria di nuovi affari post-agricoli, che si trasmette negativamente all’intera metodologia della condizionalità alla quale saranno ulteriormente sottoposte le aziende per accedere a ogni forma di intervento. I veri temi sui quali si doveva discutere sono stati solo lambiti, ma sempre per esorcizzarli e tenerli alla larga dal dibattito: così per le misure anticrisi, rimaste incredibilmente fuori da ogni considerazione; la definizione di interventi mirati a evitare il crunch e la fuoriuscita dal sistema produttivo di centinaia di migliaia di aziende, impigliate nelle maglie dei debiti e dell’ostracismo finanziario; la caduta dei prezzi agricoli a livelli fallimentari e la loro connessione col sistema aperto degli accordi euro-mediterranei, che immettono simultaneamente, a prezzi di ingresso stracciati e esenti da dazi, milioni di quintali di prodotti ortofrutticoli e agricoli, in sleale e illegale concorrenza con le produzioni siciliane: su questi aspetti c’è stata solo baraonda, proclami disperati, e tanta imprecisione, da bar dello sport. La verità è che non c’è nulla sul merito delle questioni e l’incontro alle Ciminiere ha nascosto con la baraonda questo dato: non c’è alcuna attenzione verso il dramma che l’Europa mediterranea sta vivendo con il default di interi comparti produttivi e di settori dell’agricoltura che sprofondano nella crisi più nera. Persino quando è stato sollevato il problema dei controlli alle dogane e nei punti di ingresso delle merci agricole dai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, il commissario Ciolos si è mostrato tragicamente irridente e lontano dalla questione: ognuno pensi a se stesso e faccia i controlli che vuole, a livello nazionale. Come se la questione non riguardasse, invece, il cuore della politica di tutela e di sviluppo dell’agricoltura europea e non investisse la grande questione della sostenibilità di una lunga serie di accordi (green corridors) che consentono di fare entrare in Europa, da ogni dogana o frontiera, o punto di ingresso che sia di ogni parte dell’Europa, prodotti concorrenti, soprattutto mediterranei, a prezzi di ingresso calcolati al 40% dei costi di produzione italiani, spagnoli o greci che siano. Su questi aspetti, veri, concreti, drammatici, nemmeno una parola è stata detta. Niente sulle banche, niente sull’indebitamento di centinaia di migliaia di aziende, niente sulla necessità di attivare subito, come primo punto della nuova Pac, le misure anticrisi, anticipandone addirittura l’efficacia al 2013; di attivare subito i sostegni e le compensazioni necessari, già previste dall’accordo euro-marocchino. Insomma, chi abbia assistito a quell’incontro non potrà non convenire che lì ci si burlava della gente, della Sicilia e dei produttori, fatti salvi gli interventi del ministro Catania e dell’assessore Dario Cartabellotta. All’on. prof. La Via vorrei ricordare che non basta migliorare i dettagli di un ragionamento inaccettabile su cui la Pac è fondata. Non basta. Occorre essere consequenziali. Chi ha votato contro l’accordo euro-marocchino non può fermarsi a quel voto, sentirsi pacificato con la propria coscienza. Occorre assumere la portata di questo evento come uno sconquasso della nostra economia, la fine di una civiltà, la distruzione di centinaia di migliaia di posti di lavoro, la disperazione di tante famiglie. Questo invito vale per chi, come l’on. La Via, ha votato e ne ha fatto con il Pdl una bandiera elettorale, e vale per chi, come il presidente Crocetta, ha votato coraggiosamente contro l’accordo quasi in solitudine: ora bisogna essere coerenti, ora inizia la battaglia decisiva. Giocare sul concetto che siamo ormai tutti morti e che dobbiamo scassare tutto, chiudere i mercati, abbattere il sistema, non mi pare una buona idea. In giro vedo brutte facce e mi ricordo così di vivere in Sicilia dove accanto al sole, agli aranci e alle serre, manovra il tentacolo mostruoso di vecchi poteri padroni dei territori e della legalità. Loro sono i veri nemici del nostro futuro: le agromafie, le speculazioni, i traffici illegali. In questo modo non solo si darebbe il colpo di grazia finale ai produttori ma si concorrerebbe a portare la Sicilia verso la catastrofe totale. Lottare va bene. Ma bloccare i mercati non è una buona idea. Forse le merci in ingresso in Sicilia, quelle forse sì, se proprio si vuole bloccare qualcosa. Siamo in Sicilia e le strade sono piene di strategie siculo-cilene. Non vorrei che l’assemblea delle Ciminiere, che ha dato opportunamente parola anche alla contestazione perché fosse visibile l’annuncio del prossimo blocco dei trasporti annunciato per gennaio, fosse solo un lasciapassare per fare bordello. Un bordello preelettorale”.

Sulla vicenda si registra l’intervento di Nello Dipasquale “Esprimo la mia personale solidarietà e quella del gruppo parlamentare che rappresento ai componenti di Altragricoltura che da giorni stanno portando avanti uno sfiancante sciopero della fame. Su una questione così importante come l’agricoltura, uno dei settori economici più grossi dell’isola, non si può certo perdere tempo. La protesta, legittima, è il segno dell’emergenza a cui non si può più derogare. La visita dell’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, oggi in provincia di Ragusa è il segno tangibile dell’attenzione che il nuovo Governo della Regione intende porre su un problema di così grande portata e testimonia la fattività dell’esecutivo che fin da subito ha cercato di recepire le istanze che arrivavano dalle varie province. La protesta dei componenti di Altragricoltura ha l’obiettivo di sollecitare gli organismi preposti. Se da un lato questa è e resta una giusta sollecitazione, dall’altro posso assicurare che, almeno per quanto riguarda il nostro gruppo parlamentare del Movimento per il Territorio, conosciamo bene il problema e fin da subito, assieme ai sindacati e alle associazioni di categoria, ricercheremo le migliori strade per dare giuste risposte. Le soluzioni non sono facili ma come classe dirigente c’è il massimo impegno a lavorare in questa direzione. Assicurando fin da subito il totale supporto e la massima attenzione da parte del Movimento per il Territorio già all’interno delle sessioni utili all’Ars, invito coloro che protestano a sospendere lo sciopero della fame e, anche in vista del prossimo Natale, a tornare a godere dell’affetto delle proprie famiglie. Il problema dell’agricoltura è già nell’agenda del nuovo Governo isolano ed è al primo posto del lavoro su cui si impegnerà il nostro gruppo con la consapevolezza che occorre fare bene e presto”.

di Redazione18 Dic 2012 08:12
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