C’era una volta Camarina

l tesoro sommerso della Sicilia attrae più di 5 mila visitatori ogni anno e il trend è in netta crescita. Da Levanzo a Ustica, da Marzamemi a Pantelleria, sono 21 gli itinerari archeologici sui fondali dell’Isola ricchi di anfore, tracce di chiese bizantine e navi. A scortare i visitatori tra i fondali ci sono “ciceroni” con le bombole d’ossigeno: guide turistiche subacquee dei diving center autorizzati che, grazie alle convenzioni con la Soprintendenza, accompagnano gli appassionati a scoprire i resti archeologici marini. Veri e propri musei sottomarini.

Davvero  una bella notizia ma per noi può suonare come un beffa se si pensa che già una quindicina di anni fa a Camarina si parlava di museo subacqueo. Allora prendemmo per pazzi il direttore Giovanni di Stefano ed il sub dell’archeologia per antonomasia Mario Russo. Però in quegli anni si tirarono fuori dal mare di fronte all’antica città greca centinaia di reperti dalle navi adagiate sul basso fondale. Basti pensare al relitto delle colonne, ai bronzi al tesoro dei sei imperatori ecc. ecc.

Dunque se a Marzamemi o Ustica c’è molta soddisfazione   a Camarina tutto è fermo. E’ un peccato perchè il museo considerato un gioiellino da un po di tempo non gode delle giuste attenzioni da parte dell’assessorato competente. Si spera che con l’avvento di nuove” intelligenze” a Palermo si possa rimettere in piedi l’atmosfera di una volta quando si facevano manifestazioni ed altre attività culturali a Camarina

di Redazione13 Nov 2017 11:11
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