TG del 27 febbraio

TG del 27 febbraio

Nell'Indice: Vince l'alleanza di centrosinistra. Conti ne parla. Continua la protesta degli agricoltori. Ricotta calda in piazza Libertà. I controlli sul grano arrivato a Pozzallo. I carabinieri intervengono su aziende di Ispica e contro il capolarat. La politica locale. Intervista a Gaetano Mauro. Novità sul caso Poidomani. A Comiso per mercoledì zero voli. Intervista a Bussetti dell'Avis Provinciale.


Tg del 26 febbraio

Tg del 26 febbraio

Nell'Indice: Elezioni in Sardegna. Secondo anniversario della guerra in Ucraina. La protesta degli agricoltori a Bruxelles. La nave del grano a Pozzallo. La protesta al porto. Le dichiarazioni. Intervista all'ing. Giaquinta produttore di grano per hobby. La sanità siciliana. Intervista a Cugnata segretario provinciale di Forza Italia. Lo sport


La tariffa basata sul principio "chi inquina  paga"

La tariffa basata sul principio "chi inquina  paga"

La Legambiente di Ragusa, con il patrocinio del Comune di Ragusa e della SRR ATO 7 di Ragusa, organizza un incontro sul tema “ La gestione dei servizi di Igiene ambientale “ che si terrà a Ragusa presso il palazzo del Libero Consorzio Comunale ( ex Provincia Regionale ) in viale del Fante, venerdì 1 marzo alle ore 9.00 . La conferenza sarà un’occasione, nell’anno in cui si iniziano a rinnovare gli
appalti, per discutere sugli strumenti e le esperienze per ottimizzare i costi, incrementare i risultati ambientali e migliorare la gestione dei contratti di igiene ambientale. La conferenza vedrà la partecipazione di esperti e consulenti della Fondazione IFEL dell’Anci,
amministratori e tecnici di imprese del settore pubblico, professionisti del settore e sindaci coinvolti nel dibattito sulla migliore gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Tra gli altri Raphael Rossi, professionista esperto nella progettazione e gestione dei rifiuti che ha redatto il “Dossier sul costo dei rifiuti in Sicilia” commissionato da ANCI SICILIA e contenente l’analisi comparativa delle spese sostenute dai Comuni per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e delle frazioni differenziate in Sicilia con altre realtà italiane. Sarà presente anche l’avv. Giovanni Giaretti, esperto di diritto amministrativo e sulla tutela della Libera concorrenza che ha assistito l’ANCI Sicilia nel
ricorso presentato all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) sul costo dei rifiuti in Sicilia.
In particolare, durante la conferenza saranno affrontati i seguenti temi: – Il coinvolgimento degli utenti, i sistemi premiali e l’approccio PAYT e KAYT . I sistemi di tariffazione puntuale (Pay-as-you-throw - PAYT) si basano sul principio "chi inquina  paga": prevedono che gli utenti paghino in base alla quantità di rifiuti effettivamente prodotta e   forniscono incentivi alla raccolta dei rifiuti riciclabili e alla riduzione di quelli indifferenziati.  L’“informazione puntuale” (Know-as-you-throw - KAYT) è un approccio innovativo sviluppato nell’ambito con l’obiettivo di ridurre i rifiuti urbani attraverso strumenti di conoscenza e persuasione dei cittadini. Il convegno offrirà l'opportunità di conoscere le nuove strategie di gestione dei rifiuti, di applicazione equa della TARI e incontrare altri amministratori pubblici che la
stanno sperimentando.


Riflessione sulla protesta degli agricoltori

Riflessione sulla protesta degli agricoltori

Di fronte all'ennesima protesta degli agricoltori siciliani ed iblei in particolare che questa volta coinvolge l'importazione di grano candese attraverso il porto di Pozzallo ho creduto giusto, da direttore di questo giornale, fare una analisi della situazione guardano il problema però da altre angolazioni. E dando un'occhiata agli articoli pubblicati sui social ho trovato questa riflessione dell'amico Vito Piruzza sul sito Insiemeragusa.it. Poichè l'articolo mi è sembrato puntuale e contestuale mi permetto di riproporlo su reteiblea convinto che l'amico Piruzza non se ne avrà a male.
Da qualche settimana il mondo agricolo è in subbuglio in diversi Paesi europei e in tutta Italia gli agricoltori si sono mobilitati invadendo con i trattori le strade e le piazze dello stivale. La protesta è abbastanza spontanea, anzi, per quello che riguarda l’Italia, sostanzialmente in contrasto con le rappresentanze storiche della categoria accusate di essere poco incisive nelle rivendicazioni. Le rivendicazioni principali sono relative alle normative green messe in campo dalla Commissione Europea, alle importazioni di prodotti dall’estero e nel caso italiano alla reintroduzione dell’Irpef sui redditi agrari da diversi anni esentati. Cominciamo con il riconoscere che la situazione degli imprenditori agricoli è oggettivamente difficile, il comparto subisce un forte aumento dei costi dovuto alle varie tensioni internazionali (conflitto Ucraina-Russia e Mar Rosso per quanto riguarda i costi dell’energia), alle variazioni climatiche (la siccità obbliga a lunghi periodi di innaffiamento) solo per fare alcuni esempi e una contrazione del fatturato dovuto alle minori produzioni derivante dai vincoli di rispetto dell’ambiente o alle maggiori importazioni per sostenere economie da tutelare come quella ucraina o tunisina, e certo in questo contesto l’incremento di pressione fiscale, per quanto non esorbitante viene vissuto come un vero sopruso. Quindi il disagio è vero e palpabile, ma la spontaneità della protesta cui la guida è stata assunta in alcuni posti dai leader dei “forconi” di alcuni anni fa, non sempre si concilia con una riflessione equilibrata sia delle criticità che attanagliano l’agricoltura sia dei veri obiettivi da perseguire. Ed infatti la prima mèta da raggiungere con i trattori, anche per gli agricoltori italiani è subito stata individuata in Bruxelles. Analizziamo gli elementi di recriminazione: la transizione green proposta dalla Commissione Europea e approvata da tutte le associazioni di categoria risulta tanto “timida” da essere stata pesantemente criticata dalle forze ecologiste; per quanto riguarda poi i fitofarmaci addirittura il Parlamento Europeo aveva pure bocciato la proposta della Commissione, ma comunque l’Europa mette sull’altro piatto della bilancia in 7 anni ben 389 miliardi di fondi a sostegno dell’agricoltura che si traducono per l’Italia in ben 30 miliardi, una cifra di tutto rispetto. Per quanto poi riguarda il problema delle importazioni dall’estero tra gennaio e ottobre 2023, l’Europa ha esportato beni agroalimentari per un valore pari a 190,8 miliardi di euro, mentre l’import si è fermato a 132,8 miliardi: in soli 9 mesi un saldo positivo pari a 58 miliardi di euro, a giudicare dai numeri gli accordi internazionali non sempre sono un danno, spesso ci favoriscono. La seconda mèta da raggiungere poi è stata individuata in Roma per rivendicare la conferma dell’esenzione dell’Irpef; il Governo, i cui partiti hanno abbondantemente fruito del consenso della categoria, si è affrettato a promettere di rimettere mano al provvedimento e, come ciliegina sulla torta ha promesso un incremento da 5 a 8 miliardi dei fondi del Pnrr da destinare al comparto agricolo (guarda caso anche questi fondi Europei!). Premettendo la massima comprensione per la crisi che attanaglia il settore mi viene da chiedere: siamo sicuri che le vere cause della crisi siano quelle oggetto delle rivendicazioni? Siamo sicuri che sia inevitabile il dilemma tra morire per l’inquinamento e morire di fame? Ricordo per esempio la condizione delle falde acquifere (peraltro ridotte) della nostra zona costiera che già sono sotto osservazione per via dei prodotti inseriti nel terreno… per quanto pensiamo di andare avanti? La concorrenza con i produttori stranieri poi, meglio che con i dazi si vince con le etichettature che garantiscano la provenienza del prodotto, personalmente da anni oramai acquisto la pasta dai soli produttori che in etichetta mi garantiscono grano siciliano onde evitare il rischio glifosato…Una seria riflessione, a mio avviso dirimente, va poi operata sulla catena del valore dei prodotti agricoli! È normale che all’imprenditore agricolo che mette il capitale, il lavoro e il rischio d’impresa vada una quota quasi sempre inferiore al 30% del valore finale del prodotto, e in alcuni casi anche inferiore al 20%?!? Lo so, purtroppo le leggi del mercato nel nostro mondo sono sacre (a volte sembra che sia l’unica cosa sacra che la nostra società riconosca), ma viste le dimensioni (purtroppo o per fortuna) piccole delle nostre aziende agricole, perché non agire sulla filiera agricola con incentivi alla cooperazione e alla creazione di consorzi, invertendo la rotta dopo anni di demonizzazione della cooperazione (spesso con motivazioni ideologiche)?La strada dei sostegni o delle protezioni doganali forse sarà più semplice e più immediata, ma difficilmente può essere risolutiva. Per una volta proviamo a mettere in discussione le rendite di chi sulla filiera agricola fa affari a basso rischio!


Sostiene Pe...ppe Lizzio

Sostiene Pe...ppe Lizzio

L'amico Peppe Lizzio che, ogni mercoledì,  ha una sua rubrica settimanale su Teleiblea mi chiede di pubblicare questa sua riflessione sull'intervista a Torrisi  pensando di tenere caldo l'argomento senza aspettare la prossima settimana.
La lunga e articolata intervista, rilasciata giovedì dall'Amministratore Unico di SAC Nico Torrrisi al Direttore di Teleiblea Mario Papa, avente ad oggetto il futuro dell'aeroporto di Comiso, continua a far discutere.
Soprattutto sui social dove si susseguono  svariati i commenti  di carattere totalmente negativo. Le parole di Torrisi, hanno fortemente deluso chi si aspettava una netta inversione di tendenza rispetto a una situazione fallimentare dell'aeroporto di Comiso che è sotto gli occhi di tutti con solo due voli al giorno.
A bocce ferme, dalle parole di Torrisi, quali elementi si possono estrapolare, per cercare di capire, di intravedere il futuro dello scalo Ibleo.
Effettivamente sono molti pochi questi elementi .
Aldilà di generiche affermazioni di rito, sul come l'Aeroporto di Comiso sia strategico per la SAC, Torrisi non spiega e non riesce a giustificare il notevole calo di passeggeri subito da Comiso nel 2023 dove il Pio La Torre è passato dai 364.735 passeggeri del 2022 ai 303.414 il del 2023.
Trecentomila passeggeri , si badi bene, che comprendono i quasi ventimila che sono transitati da Comiso a luglio , a causa dell' incendio dello scalo catanese che tanti danni ha provocato.
Senza quei passeggeri, il dato di Comiso sarebbe ancor più basso..
Sul punto calo passeggeri Torrisi glissa abilmente, cercando di spostare l'attenzione sulla "Summer 2024" dove , a suo dire , vi sarà un incremento dei voli su Comiso grazie al fatto che 8/9 compagnie hanno assicurato nuove rotte nazionali da e per Comiso, di queste però alcune sono operate in forma di charter.
È di tutta evidenza, però , che questo sbandierato aumento dei voli non assicuri automaticamente un aumento del numero di passeggeri in transito nello scalo Ibleo perché bisognerà vedere il tasso di occupazione che avranno quei voli.
Ma questo sarà un dato che potremo riscontrare tra un anno quando usciranno i dati relativi all'anno in corso.
Si rimane, quindi, ancora una volta nel campo delle promesse , del "faremo" nel futuro grandi cose per Comiso, ma noi tutti che viviamo questo territorio conosciamo perfettamente lo stato attuale dello scalo Ibleo che muore lentamente ogni giorno .
Di particolare interesse , è stata poi la ricostruzione fatta da Torrisi, del mancato rinnovo dell'accordo con Ryanair che ha portato la compagnia irlandese a lasciate lo scalo Ibleo privandolo, di fatto, di voli e passeggeri.
Una ricostruzione volutamente carente , nebulosa, priva di elementi di novità , che addossa esclusivamente a Ryanair ogni responsabilità in merito che si scontra, però, con una successiva realtà dei fatti .
Realtà dei fatti che si sostanzia nella circostanza che ad Aprile 2023 Torrisi dice le peggiori cose di Ryanair perché ha fatto saltare l'accordo su Comiso, ma poi a Febbraio 2024 , in maniera entusiastica, commenta l'incremento dei voli e delle tratte che la compagnia irlandese effettuerà dall'aeroporto di Catania.
Quale è il vero Torrisi quello di Aprile 2023 o quello di oggi ?
Coerenza cercasi , o meglio si cerchi di evitare parole ipocrite .
Parole che hanno il solo scopo si coprire il chiaro e vecchio disegno di non far crescere lo scalo di Comiso perché altrimenti Catania non può raggiungere i suoi mirabolanti obiettivi e risultati
Risultati, che a ben vedere, tanto buoni non sono se Fontanarossa non cresce più, e così l’aeroporto sta perdendo la sfida con gli altri scali del Sud.
Basta vedere che nel 2023 Catania con 10.739.644 passeggeri ha avuto una crescita di appena un più 6,34% sul 2022, anno che registrava 10.099.441, mentre, ad esempio, l’aeroporto Capodichino di Napoli, nel corso del 2023, si consolida nettamente al quarto posto, con il record di 12,4 milioni: +13,5% rispetto al 2022, più del doppio, in percentuale, di quanto fatto registrare a Catania.
Ma su questo dato, e su altri che sono parimenti interessanti, torneremo nei prossimi giorni con un necessario approfondimento.
Ritornando al futuro dell'aeroporto di Comiso, e tralasciando la questione "Cargo" perché questa si commenta da sé , e non vale la pena spendere altre parole, data la sua evidente inutilità ai fini di un aumento del numero di passeggeri nello scalo Ibleo, non si può non concludere come i tempi per un rilancio dello scalo Ibleo, se mai ci sarà , saranno abbastanza lunghi.
Perché non si può puntare tutto e solo sulla stagione estiva, ma al contrario bisogna assicurare a Comiso una continuità di voli e passeggeri per tutto l'anno in modo da dare stabilità e prospettiva strategica. Purtroppo in questo lungo lasso di tempo che sarà necessario per attuare tutto ciò, se mai ci sarà la volontà di farlo, importanti settori dell' economia del nostro territorio come il turismo, con tutto il suo indotto, continueranno a soffrire in maniera sensibile.

Per chi si fosse perso l'intervista di Torrisi questo è il link per rivederla.
https://youtu.be/rTcYZB-RnXc?si=RMQLPTdMvk9LrIMH


Fuga dal settore  della giustizia.

Fuga dal settore  della giustizia.

“E’ una situazione pesante. Potremmo definirla una vera e propria fuga dal settore  della giustizia. Perché il salario accessorio è il più basso nell’ambito delle pubbliche amministrazioni a fronte di responsabilità e di carichi di lavoro incommensurabili”.
Lo ha detto Eugenio Marra, coordinatore nazionale della Cisl Fp Giustizia, incontrando, questa mattina, i dipendenti del ministero della Giustizia al Tribunale di Ragusa nell’aula delle udienze delle esecuzioni immobiliari presso il palazzo ex Ina.
Marra ha fatto riferimento agli uffici giudiziari ma anche al penitenziario adulti e minori. “Il problema – ha spiegato Marra – è che la dotazione delle piante organiche è sottodimensionata, cioè ci vuole molto più personale di quello previsto. Le assunzioni sono state fatte ma il personale è stato assegnato negli uffici in maniera disomogenea. Ci sono alcuni uffici come i tribunali di sorveglianza, i tribunali dei
minori, i giudici di pace che risultano in forte sofferenza. Le Procure della Repubblica si reggono perché ci sono gli ufficiali di Pg che svolgono il ruolo di cancellieri. E molte altre condizioni complesse. Diciamo, quindi, che la situazione
appare critica. Il governo nazionale ha fatto sapere che si sta attrezzando ma al momento non abbiamo dei segnali concreti. Occorre investire in risorse finanziarie per rimpinguare le retribuzioni e risorse umane. E poi c'è un deficit organizzativo dei
dirigenti che è necessario prendere in considerazione”. E’ intervenuto anche Andrea   Milici, responsabile del dipartimento Funzioni centrali Cisl Fp Ragusa Siracusa, che ha evidenziato: “Soddisfatto della partecipazione attiva di gran parte dei dipendenti
del ministero di Giustizia di Ragusa e Siracusa. Di fondamentale importanza è il confronto con i lavoratori, ci permette di conoscere realmente i problemi riscontrati giornalmente sui luoghi di lavoro. La riforma Cartabia ha introdotto norme che
favoriscono l’efficienza del processo penale ma ha anche creato problemi di natura organizzativa: basti pensare alle videoregistrazioni e ai soggetti che dovrebbero effettuare questo servizio che non è in nessun caso tra le mansioni del personale
giudiziario. Abbiamo incrementato la presenza sindacale in tutti gli enti delle funzioni centrali, sarà nostra cura vigilare affinché il contratto sia applicato e siamo pronti ad affiancare tutti i lavoratori nel loro percorso di valorizzazione economica e professionale”. A concludere, presente anche Mauro Bonarrigo, componente della segreteria generale della Cisl Fp Ragusa Siracusa, il segretario generale Daniele
Passanisi: “Sono stati due giorni molto intensi che grazie alla presenza di Marra ci hanno permesso di ascoltare dal vivo quali le esigenze del personale in un ambito che merita di essere scandagliato con la massima attenzione. Tutto ciò ci ha permesso di ribadire la nostra vicinanza ai lavoratori”.


Gran lavoro della Prima Commissione Ars sui manager

Gran lavoro della Prima Commissione Ars sui manager

Giornata difficile quella di oggi in Prima Commissione all'Ars dove si sta discutendo delle nomine dei manager della sanità  con frequenti  contatti tra Palazzo dei Normanni e Palazzo d’Orleans sullo scottante dossier dei manager, è quello di un forte rallentamento dell’iter. La sensazione, già trapelata nelle ore antecedenti alla riunione della commissione dell’Ars, è che il governo dovrà riflettere su alcuni nomi scelti. Qualche nome potrebbe essere sacrificato per ottenere un percorso più agevole sull’intero pacchetto di nomine. I risicatissimi numeri in commissione, del resto, parlano chiaro: 7-6 per il centrodestra, che quindi non può permettersi mal di pancia. Non è un caso che la prima notizia emersa ieri a valle dei lavori dell’organismo presieduto da Ignazio Abbate, sia stata quella degli otto aspiranti manager che hanno dichiarato di avere un procedimento penale in corso. Su questi nomi, come su altri che potrebbero cadere per incompatibilità o altre motivazioni, l’esame della commissione “sarà rigoroso e approfondito  senza lasciare nulla al caso”. La lista delle richieste sugli aspiranti manager della sanità siciliana è lunga: dai casellari giudiziali dei candidati alle valutazioni dell’Agenas, passando per le considerazioni dell’assessorato alla Salute sul raggiungimento annuale degli obiettivi e gli eventuali procedimenti di commissariamento da parte della Regione nei confronti degli incaricati in eventuali ruoli manageriali del passato.


Un tavolo per la sicurezza sul lavoro

Un tavolo per la sicurezza sul lavoro

L 'apertura di un tavolo inter istituzionale sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro è la richiesta
fatta dalla CGIL e dalla UIL al termine dell’incontro avuto questa mattina in prefettura alla
presenza del Prefetto, Giuseppe Ranieri.
L’incontro è stato preceduto da una manifestazione, con sciopero di due ore, dei metalmeccanici e
dagli edili delle due single sindacali per ricordare la tragica vicenda di Firenze dove cinque
lavoratori sono deceduti nel luogo di lavoro per la caduta di un’ architrave nel cantiere per la
costruzione di un ipermercato e per confermare una precisa piattaforma rivendicativa che
garantisca la sicurezza nei luoghi di lavoro come il ripristino della parità di trattamento negli
appalti e la responsabilità dell’impresa committente; le agibilità necessarie per gli RLS, RLST,
delegati di sito alla sicurezza; l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento, sottoscritti dalle
OO.SS. comparativamente più rappresentative; la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di
lavoro senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari.
All’incontro con i rappresentante dal governo erano presenti il segretario provinciale della CGIL di
Ragusa, Francesco Maltese, Giovanni D’Avola, segretario generale UIL Sicilia, Area Vasta, con
delega su Ragusa, Franco Cascone, segretario generale della Fillea CGIL, Carlo Spinello della Feneal
UIL e i rappresentanti dei lavoratori.
Il tavolo che dovrà affrontare i temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, secondo i sindacati
dovrebbe esser e composto dai rappresentanti sindacali, dall’Ispettorato del Lavoro, dell’INAIL,
dall’INPSI, dello Spresal e ovviamente coordinato dal Prefetto di Ragusa.


Tg del 19 febbraio

Tg del 19 febbraio

Nell'Indice: Il bel tempo, la strada per Marina. la caravella. I voti di Cuffaro. 2 miliardi per completare la Siracusa Gela. Intervista a Nasca presidente del Cas. L'iniziativa di Territorio spiegata da Cutello e Dipasquale. Il tavolo della Sanità. Intervista a Giovanni Noto. La ragusa del 2043. I dubbi del consigliere Mauro. Lo sport.


6 miliardi e 800 milioni!

6 miliardi e 800 milioni!

Articolo di Peppe Lizzio
Che in Sicilia il clima politico sia da campagna elettorale lo si deduce da vari fattori.
In primo luogo sono evidenti le continue fibrillazione tra i partiti della maggioranza con le note ripercussioni sulle votazioni all'ARS , le fibrillazione all'interno di tutti i partiti alle prese tra candidature e auto candidature per le prossime elezioni europee, e non ultimo tutto il lavorio in atto tra le formazioni politiche più piccole o spiccatamente radicate in Sicilia ( Mpa e Nuova DC) , per le necessarie aggregazioni per raggiungere la soglia di sbarramento del 4% prevista per le europee.
Ma vi è un altro elemento che a ben vedere, fa capire come la campagna elettorale sia entrata nel suo vivo
Questo elemento si sostanzia mela continua elargizione di finanziamenti e contributi sia nazionali che regionali ai più svariati settori economici e non solo.
Non passa giorno, infatti , che da parte della Regione Siciliana vengano comunicati interventi di aiuti alle imprese , alle famiglie, e anche ai Comuni .
In questo quadro di ingente movimentazione finanziaria, il momento clou sarà a breve con la firma, tra Stato e Regione, del nuovo patto di coesione che porterà con sé una pioggia di miliardi di euro in Sicilia.
Per preparare al meglio questo importante evento si sono incontrati a Roma il Presidente della Regione Renato Schifani e il Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto.
Tema dell'incontro l’impostazione del prossimo accordo che assegnerà all’Isola risorse per ben 6,8 miliardi di euro del Fondo di sviluppo e coesione. Una somma di denaro non di poco conto.
E opportuno evidenziare come tali risorse, al netto di 1,3 miliardi di euro già previsti dalla legge per il ponte sullo Stretto di Messina, e degli altri 800 milioni per la realizzazione dei termovalorizzatori, saranno destinate a a investimenti infrastrutturali significativi e strategici nei settori dei trasporti, dell’ambiente e a valorizzare la quota di finanziamenti europei.
A fine incontro, il ministro Fitto e il presidente Schifani hanno dichiarato che si sta lavorando insieme e proficuamente "per assicurare la rapida conclusione della fase di programmazione delle risorse e avviare così la realizzazione di interventi strategici per il territorio siciliano”.
Ma al di là di questa dichiarazione di facciata restano in campo vari problemi ancora irrisolti, tra cui il principale è quello della destinazione di questa ingente somma di denaro.
Da Roma giunge un preciso e chiaro input si deve puntare su opere "strategiche", spendendo "presto e bene".
Una linea, già dettata in pubblico dalla premier Giorgia Meloni a Catania nei giorni scorsi.
Ma le pressanti richieste e la strategia di Palazzo Chigi si scontra con le altrettanto pressanti richieste dei vari territori siciliani , vivamente caldeggiate da una parte di Fratelli d’Italia, quella più legata all’ex governatore Nello Musumeci, che continua a sostenere queste istanze al tavolo del centrodestra regionale.
Tuto questo perché In ballo, ci sono quasi 900 milioni per oltre 250 progetti (soprattutto infrastrutture, riqualificazione urbana e beni culturali), per lo più di media e piccola entità, disseminati nei comuni con risorse Fsc “preventive” assegnate da cinque delibere del precedente governo Musumeci . Ma l’idea di Schifani , di cui sono noti i rapporti non idilliaci con il suo predecessore, sarebbe quella di voltare completamente pagina.
Vedremo nelle prossime settimane come tutte le parti in campo riusciranno a conciliare la “fame” di micro-opere dei Fratelli di Sicilia con la strategia di Meloni e Fitto improntata ai grandi interventi, strategia che trova in Schifani una facile sponda.
In questo quadro si inserisce anche il vicepresidente leghista Luca Sammartino, che vorrebbe si facesse tabula rasa dei progetti del precedente governo.
Non resta allora che affidarsi sulla nota diplomazia e fine capacità politica del presidente Schifani che saranno qualità sicuramente utili per raggiungere un importante risultato per la Sicilia e per portare a compimento l'iter amministrativo necessario in tal caso.
Iter amministrativi che prevede per la prossima settimana , da parte del governo regionale , la delibera sulla distribuzione dei fondi nelle macro-aree. Successivamente il redatto prospetto verrà inviato alle commissioni Bilancio e Ue dell’Ars, per un parere obbligatorio ma non vincolante. Poi il passaggio in aula con un semplice ordine del giorno e infine un’altra delibera in giunta da inviare a Roma per la firma dell’Accordo.
Accordo che ovviamente, si farà di tutto per firmarlo quasi a ridosso delle elezioni europee in modo da chiudere il cerchio e sfruttare il tutto negli ultimi giorni di campagna elettorale.