Intitolazione a Biagio Pace del Museo archeologico di Ragusa, Dipasquale (PD): "Inopportuna e senza il necessario coinvolgimento del territorio"

Intitolazione a Biagio Pace del Museo archeologico di Ragusa, Dipasquale (PD): "Inopportuna e senza il necessario coinvolgimento del territorio"

"Apprendiamo con sorpresa della decisione della Giunta regionale, su proposta dell'assessore Scarpinato, di intitolare il museo archeologico di Ragusa a Biagio Pace: una decisione che riflette l'arroganza e la presunzione di questo Governo regionale che ha deliberatamente scelto di non consultarsi col territorio prima di adottare una scelta così discutibile”. Lo dice Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico all'Ars. "Ancora una volta ci troviamo davanti a una scelta calata dall'alto - aggiunge il parlamentare ibleo - che arriva come un fulmine a ciel sereno. Nulla da dire sui meriti accademici e sull'attività da archeologo di Biagio Pace, beninteso, ma non possiamo dimenticare che lo stesso è stato anche un politico fascista di alto rango, con una lunga carriera politica e militare, fino a presiedere l'assemblea di fondazione del Movimento Sociale Italiano. Certo, fu un figlio del suo tempo e capisco che in questo particolare momento politico a chi è vicino a certi ideali può fare piacere prendersi certe soddisfazioni - continua - tuttavia da ragusano mi permetto di dare un suggerimento: il museo archeologico di Ragusa, istituito tra il 1958 e il 1959, andrebbe intitolato ad Antonino Di Vita che lo creò. Ecco, questo forse sarebbe emerso se la Giunta regionale e l'assessore Scarpinato avessero messo da parte la solita arroganza e si fossero confrontati con la nostra realtà. Vero è che i fascisti non esistono più - conclude Dipasquale - ma dobbiamo notare che gli atteggiamenti fascisti rimangono. Certamente non resteremo a subirli in silenzio".


La protesta si sposterà a Palermo....

La protesta si sposterà a Palermo....

“Oggi la protesta dei trattori è tornata a farsi sentire, nuovamente in corteo tra le strade di Ragusa, e la percezione che gli imprenditori dell’agricoltura e della zootecnia siciliana hanno è quella di essere stati poco ascoltati dalle istituzioni. Raccontare loro che è tutta colpa dell’Europa senza prevedere interventi concreti ovviamente non può bastare”. Lo dichiara l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico all’ARS, presente questa mattina alla ripresa della protesta.
“I rappresentanti di questi due settori importantissimi per l’economia siciliana - continua Dipasquale - sono stati ascoltati una volta perché la Regione aveva istituito un tavolo per affrontare questi temi, gli è stato raccontato che contro l’Europa non si può fare nulla. È una favoletta a cui nessuno può credere: il Governo regionale ha varato una legge finanziaria da 600milioni di euro, ma completamente priva di interventi seri per l’agricoltura. Il Governo regionale si dia una svegliata, preparando risposte concrete. Poi, naturalmente, c’è il piano europeo e lì deve essere proprio il presidente Schifani ad essere paladino di questa battaglia, è Schifani che deve avere il coraggio di metterci la faccia ed essere protagonista di questa sfida con l’Europa”.
“Assistiamo, invece - aggiunge Dipasquale - al tentativo di minimizzare la protesta, facendo passare il messaggio che va ignorata, disertata, nella speranza che finisca in un nulla di fatto. Invece, se non arriveranno risposte concrete, la protesta si sposterà a Palermo, sempre in maniera civile - conclude - e a quel punto qualcuno sarà costretto a prendere atto che il problema c’è ed è veramente serio”.


Un anno di traguardi raggiunti

Un anno di traguardi raggiunti

Il Consiglio di Amministrazione della Banca Agricola Popolare di Ragusa ha approvato in data odierna i prospetti contabili del bilancio consolidato relativi all’anno 2023.  Arturo Schininà, Presidente del Consiglio di Amministrazione, ha commentato: “Il percorso intrapreso dalla Banca nel consolidamento della redditività, dell’efficienza e della solidità patrimoniale prosegue con costanza. I continui investimenti e l’ormai stabile capacità di generare valore ci consentono di dare la massima soddisfazione alla nostra base sociale, in espansione anno su anno, con oltre 20.000 Azionisti e con crescenti adesioni al Programma Commerciale Soci Radici”. Saverio Continella, Amministratore Delegato, ha commentato: “Il 2023 è stato un anno di traguardi raggiunti nei diversi ambiti di progettualità della Banca, dando sempre maggiore velocità ed efficienza al modello di servizio offerto agli oltre 250.000 clienti. La redditività espressa dalla Banca, anche al netto dell’incremento del margine di interesse, si attesta in aumento e supera i target previsti dal Piano di Impresa Back to Bank. Con una base sociale in crescita, un business model strutturalmente sostenibile, una consolidata qualità dell’attivo ed un’eccellente solidità patrimoniale, Banca Agricola Popolare di Ragusa adesso può guardare oltre per cogliere pienamente le sfide e le opportunità che il mercato e i territori potranno offrire”.

UTILE NETTO A € 30,1 MLN (+32,5%)
CET1 FULLY LOADED A 21,8%, IN ULTERIORE CRESCITA E FRA I PIÙ ALTI DEL SISTEMA. REDDITIVITÀ IN CRESCITA, ANCHE STERILIZZANDO L’EFFETTO DEI TASSI DI INTERESSE. EFFICIENTATA LA STRUTTURA CON UN COST INCOME CORE² IN CALO DI 780 PB. MARGINE PRIMARIO IN CRESCITA, PARI A € 190,4 MILIONI (+20,7% RISPETTO AL 2022). IN ULTERIORE CALO I CREDITI DETERIORATI CON UN NPL RATIO NETTO AL 2,4%.     SOSTEGNO A FAMIGLIE E IMPRESE CON € 500 MILIONI DI NUOVE EROGAZIONI.                            
RISPARMIO GESTITO IN CRESCITA DEL 15,6%, SUPERANDO LA SOGLIA DI € 1 MILIARDO.  IMPOSTE, TASSE E CONTRIBUTI3 PER € 26,7 MILIONI (+19,2% RISPETTO AL 2022). PROSEGUONO GLI INVESTIMENTI DIGITAL, FINTECH E SULLA TRANSIZIONE GREEN.    AVVIATO UN NUOVO PERCORSO BIENNALE DI RICAMBIO GENERAZIONALE CON 62 USCITE E 31 ASSUNZIONI, PORTANDO ALL’8% IL TASSO DI TURN OVER DELL’ORGANICO.

Dossier Statistico sull’Immigrazione

Dossier Statistico sull’Immigrazione

 Sono stati presentati oggi a Ragusa i dati più significativi emersi dal Dossier Statistico sull’Immigrazione, realizzato dal centro studi e ricerche IDOS, con un focus sulla realtà siciliana. Obiettivo della giornata, conclusa dal Segretario nazionale Fai Cisl Mohamed Saady, è di approfondire il fenomeno migratorio diffondendo una visione dell'immigrazione il più possibile aderente alla realtà, in relazione alle dinamiche del lavoro, dell’accoglienza, dell’integrazione nei territori. Presenti all’evento molte autorità, la Segretaria Generale della Cisl Ragusa Siracusa Vera Carasi, il Sindaco di Ragusa Peppe Cassì accompagnato dall’Assessora ai servizi sociali e integrazione Elivra Adamo, il Sindaco di Scicli Mario Marino, l’Assessora ai servizi sociali del Comune di Modica Chiara Facello, Domenico Leggio Direttore Caritas Ragusa, Filiberto Fracchiolla, di Ragusa e Dirigente Ufficio Immigrazioni, Tommaso Mondello dirigente dell’ufficio immigrazione Prefettura Ragusa e Calogero Fasulo, Direttore Coldiretti Ragusa. Alla presentazione sono intervenuti il Segretario Generale Fai Cisl Ragusa Siracusa Sergio Cutrale, sono poi seguiti gli interventi di Luca di Sciullo Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, di Giovanna Scifo responsabile Mediterranean Hope Casa delle Cultura di Scicli, Dorothea Muller membro Tavola Valdese e Pastora della Chiesa Metodista di Sicli. Ha conlcuso l’evento il Segretario nazionale Fai Cisl Mohamed Saady. Nel 2023 gli stranieri residenti in Sicilia sono passati da 186.195 a 184.605 dei quali donne, il 47%, la presenza straniera rispetto alla popolazione residente è pari al 3,8 %, rimanendo sempre inferiore alla metà della percentuale nazionale dell'8,5% A fronte del calo di oltre il 3% nelle province di Palermo, Catania e Caltanissetta, si registra invece un incremento di circa il 2% nelle province di Agrigento, Ragusa ed Enna. Altro dato significativo riguarda le provenienze della popolazione immigrata. Solo 8 cittadinanze in Sicilia, superano i 5 mila residenti e insieme rappresentano il 70% dell'intera popolazione immigrata e presente nella regione. La collettività più numerosa è quella Romena (45.895) che rappresenta il 25% circa della popolazione immigrata con cospicua presenza nelle province di Catania e Ragusa (oltre 7000). Ma in provincia di Ragusa la comunità più rappresentata è quella Tunisina con quasi 9000 residenti impiegati soprattutto nel settore agricolo. E' rilevante altresì in Sicilia la comunità Marocchina (circa 16.000), la comunità srilankese con oltre 12.000 residenti, seguite dalle comunità albanese (10.600 residenti), bangladese (oltre 10.000), cinese (oltre 7.000) nigeriana (5.160).  La percentuale degli occupati stranieri sul totale è rimasta pressoché invariata  (dal 5,3% del 2021 al 5.2% del 2022). Il 29,3% dell'intera forza lavoro immigrata è occupata nel settore agricolo, il 61,3% nel settore dei servizi in generale, ed il restante 9,4% nell'industria che ha registrato un considerevole incremento soprattutto nel comparto edilizio. “Proprio in questi giorni tre imprenditori sono stati arrestati nel blitz anti-caporalato dei carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Ragusa e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, coordinato dalla procura. È evidente, quindi, che il fenomeno va monitorato costantemente, con maggiori controlli, ispezioni, sanzioni. – ha sottolineato il Segretario Generale Fai-Cisl Ragusa Siracusa Sergio Cutrale - Ma va potenziata anche la collaborazione tra sindacati, associazionismo, istituzioni. Un esempio positivo, è il nuovo centro di accoglienza inaugurato a Genisi pochi giorni fa, che ospiterà giovani lavoratori vittime di caporalato. È urgente quindi – ha aggiunto Cutrale - promuovere quelle politiche necessarie, anche nella nostra Regione, per concretizzare percorsi di inclusione e integrazione di questi nuove forme migratorie, non vedendole come una emergenza o un pericolo da cui difendersi, ma come una risorsa con cui collaborare”. "È sui territori che si gioca la riuscita delle politiche di integrazione e dove conoscenza e azione devono essere promosse insieme, per combattere sfruttamento e segregazione lavorativa dei lavoratori immigrati e per costruire maggiore equità e giustizia sociale. – sono le parole di Luca Di Sciullo Presidente Centro Studi IDOS -  È questo il senso della solida e fruttuosa collaborazione tra Idos e Fai Cisl, imperniata sull'annuale Dossier Statistico Immigrazione, che mira a diffondere in maniera strategica e mirata uno strumento conoscitivo a sostegno di una visione lungimirante e di un più consapevole ed efficace impegno”. Ha concluso i lavori il Segretario nazionale Fai Cisl Mohamed Saady: “Ricordiamo che i lavoratori immigrati in agricoltura sono oltre 360 mila su 1 milione, e le prospettive sono di 500mila entro il 2030. In agricoltura sono ancora troppe le forme di irregolarità a danno dei lavoratori immigrati, come sindacato facciamo la nostra parte per garantire forme di legalità, applicazione del contratto, formazione e sicurezza, anche in diverse lingue per favorire l’integrazione. Necessario monitorare l’intermediazione lavorativa, partendo dal reale fabbisogno, favorire gli ingressi regolari superando la logica del click day, accelerare sulle pratiche per la regolarizzazione, migliorare la qualità dei servizi offerti. Su tutto questo - ha proseguito il segretario nazionale Saady - come Fai Cisl siamo in prima linea da tempo. Per questo rilanciamo, anche sul territorio, il nostro numero verde 800.199.100 dove segnalare ogni forma di sfruttamento e illegalità”.


TG del 27 febbraio

TG del 27 febbraio

Nell'Indice: Vince l'alleanza di centrosinistra. Conti ne parla. Continua la protesta degli agricoltori. Ricotta calda in piazza Libertà. I controlli sul grano arrivato a Pozzallo. I carabinieri intervengono su aziende di Ispica e contro il capolarat. La politica locale. Intervista a Gaetano Mauro. Novità sul caso Poidomani. A Comiso per mercoledì zero voli. Intervista a Bussetti dell'Avis Provinciale.


Tg del 26 febbraio

Tg del 26 febbraio

Nell'Indice: Elezioni in Sardegna. Secondo anniversario della guerra in Ucraina. La protesta degli agricoltori a Bruxelles. La nave del grano a Pozzallo. La protesta al porto. Le dichiarazioni. Intervista all'ing. Giaquinta produttore di grano per hobby. La sanità siciliana. Intervista a Cugnata segretario provinciale di Forza Italia. Lo sport


La tariffa basata sul principio "chi inquina  paga"

La tariffa basata sul principio "chi inquina  paga"

La Legambiente di Ragusa, con il patrocinio del Comune di Ragusa e della SRR ATO 7 di Ragusa, organizza un incontro sul tema “ La gestione dei servizi di Igiene ambientale “ che si terrà a Ragusa presso il palazzo del Libero Consorzio Comunale ( ex Provincia Regionale ) in viale del Fante, venerdì 1 marzo alle ore 9.00 . La conferenza sarà un’occasione, nell’anno in cui si iniziano a rinnovare gli
appalti, per discutere sugli strumenti e le esperienze per ottimizzare i costi, incrementare i risultati ambientali e migliorare la gestione dei contratti di igiene ambientale. La conferenza vedrà la partecipazione di esperti e consulenti della Fondazione IFEL dell’Anci,
amministratori e tecnici di imprese del settore pubblico, professionisti del settore e sindaci coinvolti nel dibattito sulla migliore gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Tra gli altri Raphael Rossi, professionista esperto nella progettazione e gestione dei rifiuti che ha redatto il “Dossier sul costo dei rifiuti in Sicilia” commissionato da ANCI SICILIA e contenente l’analisi comparativa delle spese sostenute dai Comuni per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e delle frazioni differenziate in Sicilia con altre realtà italiane. Sarà presente anche l’avv. Giovanni Giaretti, esperto di diritto amministrativo e sulla tutela della Libera concorrenza che ha assistito l’ANCI Sicilia nel
ricorso presentato all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) sul costo dei rifiuti in Sicilia.
In particolare, durante la conferenza saranno affrontati i seguenti temi: – Il coinvolgimento degli utenti, i sistemi premiali e l’approccio PAYT e KAYT . I sistemi di tariffazione puntuale (Pay-as-you-throw - PAYT) si basano sul principio "chi inquina  paga": prevedono che gli utenti paghino in base alla quantità di rifiuti effettivamente prodotta e   forniscono incentivi alla raccolta dei rifiuti riciclabili e alla riduzione di quelli indifferenziati.  L’“informazione puntuale” (Know-as-you-throw - KAYT) è un approccio innovativo sviluppato nell’ambito con l’obiettivo di ridurre i rifiuti urbani attraverso strumenti di conoscenza e persuasione dei cittadini. Il convegno offrirà l'opportunità di conoscere le nuove strategie di gestione dei rifiuti, di applicazione equa della TARI e incontrare altri amministratori pubblici che la
stanno sperimentando.


Riflessione sulla protesta degli agricoltori

Riflessione sulla protesta degli agricoltori

Di fronte all'ennesima protesta degli agricoltori siciliani ed iblei in particolare che questa volta coinvolge l'importazione di grano candese attraverso il porto di Pozzallo ho creduto giusto, da direttore di questo giornale, fare una analisi della situazione guardano il problema però da altre angolazioni. E dando un'occhiata agli articoli pubblicati sui social ho trovato questa riflessione dell'amico Vito Piruzza sul sito Insiemeragusa.it. Poichè l'articolo mi è sembrato puntuale e contestuale mi permetto di riproporlo su reteiblea convinto che l'amico Piruzza non se ne avrà a male.
Da qualche settimana il mondo agricolo è in subbuglio in diversi Paesi europei e in tutta Italia gli agricoltori si sono mobilitati invadendo con i trattori le strade e le piazze dello stivale. La protesta è abbastanza spontanea, anzi, per quello che riguarda l’Italia, sostanzialmente in contrasto con le rappresentanze storiche della categoria accusate di essere poco incisive nelle rivendicazioni. Le rivendicazioni principali sono relative alle normative green messe in campo dalla Commissione Europea, alle importazioni di prodotti dall’estero e nel caso italiano alla reintroduzione dell’Irpef sui redditi agrari da diversi anni esentati. Cominciamo con il riconoscere che la situazione degli imprenditori agricoli è oggettivamente difficile, il comparto subisce un forte aumento dei costi dovuto alle varie tensioni internazionali (conflitto Ucraina-Russia e Mar Rosso per quanto riguarda i costi dell’energia), alle variazioni climatiche (la siccità obbliga a lunghi periodi di innaffiamento) solo per fare alcuni esempi e una contrazione del fatturato dovuto alle minori produzioni derivante dai vincoli di rispetto dell’ambiente o alle maggiori importazioni per sostenere economie da tutelare come quella ucraina o tunisina, e certo in questo contesto l’incremento di pressione fiscale, per quanto non esorbitante viene vissuto come un vero sopruso. Quindi il disagio è vero e palpabile, ma la spontaneità della protesta cui la guida è stata assunta in alcuni posti dai leader dei “forconi” di alcuni anni fa, non sempre si concilia con una riflessione equilibrata sia delle criticità che attanagliano l’agricoltura sia dei veri obiettivi da perseguire. Ed infatti la prima mèta da raggiungere con i trattori, anche per gli agricoltori italiani è subito stata individuata in Bruxelles. Analizziamo gli elementi di recriminazione: la transizione green proposta dalla Commissione Europea e approvata da tutte le associazioni di categoria risulta tanto “timida” da essere stata pesantemente criticata dalle forze ecologiste; per quanto riguarda poi i fitofarmaci addirittura il Parlamento Europeo aveva pure bocciato la proposta della Commissione, ma comunque l’Europa mette sull’altro piatto della bilancia in 7 anni ben 389 miliardi di fondi a sostegno dell’agricoltura che si traducono per l’Italia in ben 30 miliardi, una cifra di tutto rispetto. Per quanto poi riguarda il problema delle importazioni dall’estero tra gennaio e ottobre 2023, l’Europa ha esportato beni agroalimentari per un valore pari a 190,8 miliardi di euro, mentre l’import si è fermato a 132,8 miliardi: in soli 9 mesi un saldo positivo pari a 58 miliardi di euro, a giudicare dai numeri gli accordi internazionali non sempre sono un danno, spesso ci favoriscono. La seconda mèta da raggiungere poi è stata individuata in Roma per rivendicare la conferma dell’esenzione dell’Irpef; il Governo, i cui partiti hanno abbondantemente fruito del consenso della categoria, si è affrettato a promettere di rimettere mano al provvedimento e, come ciliegina sulla torta ha promesso un incremento da 5 a 8 miliardi dei fondi del Pnrr da destinare al comparto agricolo (guarda caso anche questi fondi Europei!). Premettendo la massima comprensione per la crisi che attanaglia il settore mi viene da chiedere: siamo sicuri che le vere cause della crisi siano quelle oggetto delle rivendicazioni? Siamo sicuri che sia inevitabile il dilemma tra morire per l’inquinamento e morire di fame? Ricordo per esempio la condizione delle falde acquifere (peraltro ridotte) della nostra zona costiera che già sono sotto osservazione per via dei prodotti inseriti nel terreno… per quanto pensiamo di andare avanti? La concorrenza con i produttori stranieri poi, meglio che con i dazi si vince con le etichettature che garantiscano la provenienza del prodotto, personalmente da anni oramai acquisto la pasta dai soli produttori che in etichetta mi garantiscono grano siciliano onde evitare il rischio glifosato…Una seria riflessione, a mio avviso dirimente, va poi operata sulla catena del valore dei prodotti agricoli! È normale che all’imprenditore agricolo che mette il capitale, il lavoro e il rischio d’impresa vada una quota quasi sempre inferiore al 30% del valore finale del prodotto, e in alcuni casi anche inferiore al 20%?!? Lo so, purtroppo le leggi del mercato nel nostro mondo sono sacre (a volte sembra che sia l’unica cosa sacra che la nostra società riconosca), ma viste le dimensioni (purtroppo o per fortuna) piccole delle nostre aziende agricole, perché non agire sulla filiera agricola con incentivi alla cooperazione e alla creazione di consorzi, invertendo la rotta dopo anni di demonizzazione della cooperazione (spesso con motivazioni ideologiche)?La strada dei sostegni o delle protezioni doganali forse sarà più semplice e più immediata, ma difficilmente può essere risolutiva. Per una volta proviamo a mettere in discussione le rendite di chi sulla filiera agricola fa affari a basso rischio!


Sostiene Pe...ppe Lizzio

Sostiene Pe...ppe Lizzio

L'amico Peppe Lizzio che, ogni mercoledì,  ha una sua rubrica settimanale su Teleiblea mi chiede di pubblicare questa sua riflessione sull'intervista a Torrisi  pensando di tenere caldo l'argomento senza aspettare la prossima settimana.
La lunga e articolata intervista, rilasciata giovedì dall'Amministratore Unico di SAC Nico Torrrisi al Direttore di Teleiblea Mario Papa, avente ad oggetto il futuro dell'aeroporto di Comiso, continua a far discutere.
Soprattutto sui social dove si susseguono  svariati i commenti  di carattere totalmente negativo. Le parole di Torrisi, hanno fortemente deluso chi si aspettava una netta inversione di tendenza rispetto a una situazione fallimentare dell'aeroporto di Comiso che è sotto gli occhi di tutti con solo due voli al giorno.
A bocce ferme, dalle parole di Torrisi, quali elementi si possono estrapolare, per cercare di capire, di intravedere il futuro dello scalo Ibleo.
Effettivamente sono molti pochi questi elementi .
Aldilà di generiche affermazioni di rito, sul come l'Aeroporto di Comiso sia strategico per la SAC, Torrisi non spiega e non riesce a giustificare il notevole calo di passeggeri subito da Comiso nel 2023 dove il Pio La Torre è passato dai 364.735 passeggeri del 2022 ai 303.414 il del 2023.
Trecentomila passeggeri , si badi bene, che comprendono i quasi ventimila che sono transitati da Comiso a luglio , a causa dell' incendio dello scalo catanese che tanti danni ha provocato.
Senza quei passeggeri, il dato di Comiso sarebbe ancor più basso..
Sul punto calo passeggeri Torrisi glissa abilmente, cercando di spostare l'attenzione sulla "Summer 2024" dove , a suo dire , vi sarà un incremento dei voli su Comiso grazie al fatto che 8/9 compagnie hanno assicurato nuove rotte nazionali da e per Comiso, di queste però alcune sono operate in forma di charter.
È di tutta evidenza, però , che questo sbandierato aumento dei voli non assicuri automaticamente un aumento del numero di passeggeri in transito nello scalo Ibleo perché bisognerà vedere il tasso di occupazione che avranno quei voli.
Ma questo sarà un dato che potremo riscontrare tra un anno quando usciranno i dati relativi all'anno in corso.
Si rimane, quindi, ancora una volta nel campo delle promesse , del "faremo" nel futuro grandi cose per Comiso, ma noi tutti che viviamo questo territorio conosciamo perfettamente lo stato attuale dello scalo Ibleo che muore lentamente ogni giorno .
Di particolare interesse , è stata poi la ricostruzione fatta da Torrisi, del mancato rinnovo dell'accordo con Ryanair che ha portato la compagnia irlandese a lasciate lo scalo Ibleo privandolo, di fatto, di voli e passeggeri.
Una ricostruzione volutamente carente , nebulosa, priva di elementi di novità , che addossa esclusivamente a Ryanair ogni responsabilità in merito che si scontra, però, con una successiva realtà dei fatti .
Realtà dei fatti che si sostanzia nella circostanza che ad Aprile 2023 Torrisi dice le peggiori cose di Ryanair perché ha fatto saltare l'accordo su Comiso, ma poi a Febbraio 2024 , in maniera entusiastica, commenta l'incremento dei voli e delle tratte che la compagnia irlandese effettuerà dall'aeroporto di Catania.
Quale è il vero Torrisi quello di Aprile 2023 o quello di oggi ?
Coerenza cercasi , o meglio si cerchi di evitare parole ipocrite .
Parole che hanno il solo scopo si coprire il chiaro e vecchio disegno di non far crescere lo scalo di Comiso perché altrimenti Catania non può raggiungere i suoi mirabolanti obiettivi e risultati
Risultati, che a ben vedere, tanto buoni non sono se Fontanarossa non cresce più, e così l’aeroporto sta perdendo la sfida con gli altri scali del Sud.
Basta vedere che nel 2023 Catania con 10.739.644 passeggeri ha avuto una crescita di appena un più 6,34% sul 2022, anno che registrava 10.099.441, mentre, ad esempio, l’aeroporto Capodichino di Napoli, nel corso del 2023, si consolida nettamente al quarto posto, con il record di 12,4 milioni: +13,5% rispetto al 2022, più del doppio, in percentuale, di quanto fatto registrare a Catania.
Ma su questo dato, e su altri che sono parimenti interessanti, torneremo nei prossimi giorni con un necessario approfondimento.
Ritornando al futuro dell'aeroporto di Comiso, e tralasciando la questione "Cargo" perché questa si commenta da sé , e non vale la pena spendere altre parole, data la sua evidente inutilità ai fini di un aumento del numero di passeggeri nello scalo Ibleo, non si può non concludere come i tempi per un rilancio dello scalo Ibleo, se mai ci sarà , saranno abbastanza lunghi.
Perché non si può puntare tutto e solo sulla stagione estiva, ma al contrario bisogna assicurare a Comiso una continuità di voli e passeggeri per tutto l'anno in modo da dare stabilità e prospettiva strategica. Purtroppo in questo lungo lasso di tempo che sarà necessario per attuare tutto ciò, se mai ci sarà la volontà di farlo, importanti settori dell' economia del nostro territorio come il turismo, con tutto il suo indotto, continueranno a soffrire in maniera sensibile.

Per chi si fosse perso l'intervista di Torrisi questo è il link per rivederla.
https://youtu.be/rTcYZB-RnXc?si=RMQLPTdMvk9LrIMH


Fuga dal settore  della giustizia.

Fuga dal settore  della giustizia.

“E’ una situazione pesante. Potremmo definirla una vera e propria fuga dal settore  della giustizia. Perché il salario accessorio è il più basso nell’ambito delle pubbliche amministrazioni a fronte di responsabilità e di carichi di lavoro incommensurabili”.
Lo ha detto Eugenio Marra, coordinatore nazionale della Cisl Fp Giustizia, incontrando, questa mattina, i dipendenti del ministero della Giustizia al Tribunale di Ragusa nell’aula delle udienze delle esecuzioni immobiliari presso il palazzo ex Ina.
Marra ha fatto riferimento agli uffici giudiziari ma anche al penitenziario adulti e minori. “Il problema – ha spiegato Marra – è che la dotazione delle piante organiche è sottodimensionata, cioè ci vuole molto più personale di quello previsto. Le assunzioni sono state fatte ma il personale è stato assegnato negli uffici in maniera disomogenea. Ci sono alcuni uffici come i tribunali di sorveglianza, i tribunali dei
minori, i giudici di pace che risultano in forte sofferenza. Le Procure della Repubblica si reggono perché ci sono gli ufficiali di Pg che svolgono il ruolo di cancellieri. E molte altre condizioni complesse. Diciamo, quindi, che la situazione
appare critica. Il governo nazionale ha fatto sapere che si sta attrezzando ma al momento non abbiamo dei segnali concreti. Occorre investire in risorse finanziarie per rimpinguare le retribuzioni e risorse umane. E poi c'è un deficit organizzativo dei
dirigenti che è necessario prendere in considerazione”. E’ intervenuto anche Andrea   Milici, responsabile del dipartimento Funzioni centrali Cisl Fp Ragusa Siracusa, che ha evidenziato: “Soddisfatto della partecipazione attiva di gran parte dei dipendenti
del ministero di Giustizia di Ragusa e Siracusa. Di fondamentale importanza è il confronto con i lavoratori, ci permette di conoscere realmente i problemi riscontrati giornalmente sui luoghi di lavoro. La riforma Cartabia ha introdotto norme che
favoriscono l’efficienza del processo penale ma ha anche creato problemi di natura organizzativa: basti pensare alle videoregistrazioni e ai soggetti che dovrebbero effettuare questo servizio che non è in nessun caso tra le mansioni del personale
giudiziario. Abbiamo incrementato la presenza sindacale in tutti gli enti delle funzioni centrali, sarà nostra cura vigilare affinché il contratto sia applicato e siamo pronti ad affiancare tutti i lavoratori nel loro percorso di valorizzazione economica e professionale”. A concludere, presente anche Mauro Bonarrigo, componente della segreteria generale della Cisl Fp Ragusa Siracusa, il segretario generale Daniele
Passanisi: “Sono stati due giorni molto intensi che grazie alla presenza di Marra ci hanno permesso di ascoltare dal vivo quali le esigenze del personale in un ambito che merita di essere scandagliato con la massima attenzione. Tutto ciò ci ha permesso di ribadire la nostra vicinanza ai lavoratori”.