Tg del 18 marzo

Tg del 18 marzo

Nell'Indice. L'ex sindaco Moscato incontra i vittoriesi. Audio. Le lezioni in Sicindustria. La dichiarazione del neo presidente Cappello. Dall'industria alla sanità. Conferenza stampa del Forum della CGIL. Interviste. La crisi degli allevatori. Nuova manifestazione per il 20 marzo. Le innovazioni della Lely. Intervista ad un consulente. La polemica dell'intitolazione del Museo. La festa di San Giuseppe a Santa Croce. Lo sport


Allevatori in Piazza Libertà.

Allevatori in Piazza Libertà.

Il Comitato spontaneo degli allevatori del Presidio di C.da Liccio  - Modica e in collaborazione con il Presidio di Piazza Libertà - Ragusa
organizzano per giorno 20 marzo 2024 una manifestazione di protesta dei trattori  che prevede una sfilata di trattori lungo un percorso tra kle vie di Ragusa. IL clou della giornata è previsto in Piazza  Libertà dove poi verranno distribuiti   a tutti i cittadini presenti prodotti ortofrutticoli, agrumi e prodotti lattiero caseari tutto proveniente dal nostro territorio. L'iniziativa mira a sensibilizzare i ragusani e non solo sulle motivazioni della protesta che ormai dura da parecchie settimane ma che non sembra trovare soluzioni

I fondi della legge su Ibla serviti..... a che?

I fondi della legge su Ibla serviti..... a che?

I consiglieri comunali di Ragusa, Federico Bennardo, Rossana Caruso e Sebastiano Zagami, comunicano che è stata protocollata oggi un’interrogazione rivolta al sindaco del Comune di Ragusa, Giuseppe Cassì, all'assessore ai Centri storici, Giovanni Gurrieri, e al dirigente responsabile, Ignazio Alberghina, avente a oggetto la richiesta di chiarimenti sull'utilizzo dei trasferimenti economici regionali ai sensi della Legge regionale 61/81, nota anche come Legge su Ibla, previsti al Comune di Ragusa per le annualità 2021, 2022 e 2023, assegnati rispettivamente con i Ddg n. 454/2021, Dgg n. 704/2022, Ddg n. 663/2023, per un totale di 3.900.000 euro. I consiglieri evidenziano la necessità di trasparenza e di un efficace utilizzo delle risorse pubbliche, fondamentali per lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione del centro storico e delle aree urbane di interesse culturale e sociale. Tra i punti sollevati, vi sono ritardi e mancanze nella redazione e nell’aggiornamento dei piani di spesa, nonché interrogativi sulla realizzazione di opere pubbliche strategiche e sulla gestione di fondi destinati a interventi urgenti. “Ad oggi, esiste ad Ibla uno stato di pressoché abbandono dei Giardini Iblei, un problema oggettivo di parcheggi che disincentiva la frequentazione della città vecchia, una non fruibilità dei bagni pubblici, uno stato di parziale insicurezza di edifici avente notevole rilevanza architettonica, un collegamento pedonale non agevole con la città alta, peraltro, quest'ultimo inserito come opere da realizzare già nel piano di spesa provvisorio del 2021”, dichiarano i consiglieri comunali. “Ci rendiamo conto che le richieste della città sono tante e ben articolate, non vediamo, però, risposte concrete, impegno, programmazione, ammissioni di responsabilità. Siamo per una gestione trasparente e responsabile delle risorse pubbliche col fine di promuovere lo sviluppo e il benessere per la nostra comunità. Laddove esistano importanti fondi regionali - continuano i consiglieri - sarebbe una beffa ai cittadini attingere a quelli comunali versati con le nostre tasse”. I consiglieri attendono una risposta orale alle loro domande entro i termini previsti dalla normativa e dal regolamento in vigore, auspicando una collaborazione costruttiva con l'amministrazione comunale per il bene della città e dei suoi cittadini.


Forum per la difesa e la promozione della Sanità Pubblica

Forum per la difesa e la promozione della Sanità Pubblica

Parte oggi un percorso di mobilitazione per la difesa e il rilancio sella Sanità pubblica attraverso
iniziative a carattere territoriale, regionale e nazionale. A promuoverle a Ragusa oltre la Cgil, la FP
Cgil e lo SPI sindacato pensionati, c'è il Forum per la difesa e la promozione della Sanità
Pubblica costituito lo scorso 5 marzo al quale aderiscono più di venti associazioni e movimenti.
Questo percorso intende allargare la sfera di partecipazione per affrontare le criticità sempre
crescenti del sistema sanitario pubblico ormai quasi al collasso, non più in grado di dare le dovute
risposte alle domande di cura della cittadinanza.
La Sicilia è attraversata ormai, da decenni, da una pesantissima crisi sanitaria, economica e sociale
che colpisce il lavoro ed agisce negativamente sulla condizione di salute delle persone più fragili,
tra cui le donne, gli anziani, i disabili, lavoratori precari e disoccupati, minori ed immigrati, con ciò
causando gravi difficoltà nel vedere soddisfatto il proprio diritto alle cure, in particolare quelle
specialistiche. Basti pensare alle liste di attesa per poter usufruire di una prestazione specialistica
ospedaliera o in strutture convenzionate, che già pre-emergenza faceva registrare dai 6 mesi ai 2
anni di attesa. Ancora oggi nonostante due piani finanziati per il recupero delle liste d’attesa, i tempi
registrati per una visita medica o un esame diagnostico e/o intervento chirurgico, sono lunghissimi.
Le lunghe liste d'attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici compresi quelli urgenti
spingono le famiglie a rivolgersi ai servizi privati, pagando costi altissimi al di fuori delle possibilità
in considerazione dei redditi sempre più erosi dall'inflazione, per molti inaccessibili al punto che la
rinuncia alle cure oggi rappresenta una realtà purtroppo in crescita.
Da anni assistiamo alla riduzione della capacità del sistema sanitario pubblico di dare risposte
adeguate alle esigenze di salute della cittadinanza anche nel nostro territorio, storicamente tra le
realtà più virtuose a livello regionale. Oggi occorre fare un salto di qualità in questa battaglia che
non può e non deve consumarsi solo attraverso momenti dimostrativi ma vuole costruire una
vertenza sociale su alcune questioni fondamentali che riguardano il diritto costituzionale alla salute
come ad esempio:
 Il rapporto tra sistema sanitario pubblico e privato, e affrontare in particolar modo il nodo
delle convenzioni sulle quali si riversano ingenti risorse economiche che contribuiscono in
maniera determinante ad indebolire le strutture pubbliche a vantaggio del profitto dei privati.
 Le attività di libera professione svolta all'interno delle strutture pubbliche dove spesso si
determina un conflitto tra il diritto dell'utenza alle prestazioni pubbliche e l'interesse di chi
esegue a pagamento le visite e i servizi di cura.

 La medicina territoriale a partire dal rilancio dei consultori, e quindi della medicina di
genere, ritornando a svolgere il ruolo sociale oltre a quello medico e assistenziale.
 Affrontare il tema della medicina e dell' assistenza sociosanitaria destinata alle popolazioni
migranti ed in particolar modo alle persone che vivono contesti di marginalità sociale e
anche territoriale attraverso servizi di prossimità.
 L'abbattimento reale delle liste d'attesa attraverso un piano di assunzioni e stabilizzazioni di
personale a tutti i livelli di cui oggi si registrano gravi carenze a partire dalle strutture
ospedaliere ed ambulatoriali.

Ma occorre intervenire anche su questioni basilari oggi in forte criticità come l';accoglienza dentro
gli ospedali e le strutture sanitarie pubbliche dove l'utenza si trova di fronte all'inadeguatezza delle
strutture a partire dalla mancanza di posti a sedere , di spazi idonei, o costretti a fare le file di attesa
all'aperto.
Bisogna affrontare subito il tema della carenza sempre più crescente dei medici di base in questa
provincia dove, a seguito di pensionamenti come è già avvenuto Scicli, da alcuni mesi qualche
migliaio di persone non hanno un medico di famiglia. Nonostante la fine carriera sia un fatto per
niente imprevedibile l'Asp non ha provveduto in tempo a prevenire questo disagio.
Il piano di infrastrutturazione derivante dai fondi del PNRR prevede la realizzazione di nuovi
presidi come gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali (COT) che costituiranno
la rete dei servizi su tutto il territorio provinciale e questo rappresenta un passo in avanti per la
sanità iblea. Ma c'è il rischio che queste strutture pubbliche possano essere gestite da privati
attraverso il sistema delle convenzioni laddove invece occorre una gestione pubblica e quindi nuove
assunzioni e la stabilizzazione del personale precario.
Tutte le criticità e le carenze di questo sistema sanitario pubblico sono il frutto di scelte politiche
che da anni si susseguono più o meno nella stessa direzione del definanziamento e dei tagli. In
ultimo le scelte di questo governo confermano questo indirizzo a partire dall'emanazione dell';ultima
legge finanziaria, e infatti i risultati sono ormai evidenti sulla pelle di milioni di cittadine e
cittadini. La spesa delle famiglie per visite mediche ed esami presso le strutture private è aumentata
a dismisura negli ultimi anni, ed è indicativo che nel nostro territorio aumentano gli investimenti
privati per strutture sanitarie che eseguono prestazioni a pagamento e in convezione. Per questo
motivo va organizzata una battaglia che guardi al breve e medio periodo per mettere in discussione
scelte e pratiche di governo della sanità pubblica nazionale, regionale e locale, che ormai sembrano
consolidate e irremovibili.


“Una scelta non condivisa”

“Una scelta non condivisa”

Invece  noi condividiamo questa azione di protesta permettendoci però di fare un richiamo all'Anpi e alla tante associazioni che probabilmente, solo ora, si ricordano che esiste un importante Museo Archeologico in questa città che è stato maltrattato con il reale rischio scomparire definitivamente. Ci siamo battuti negli anni scorsi per il suo riposizionamento nel centro storico considerando che era stato chiuso per un piccolo problema di regole sulla sicurezza e  nessuno aveva voglia di spendere qualche soldo per l'intervento necessario. Dicevamo si concordare con il sit in soprattutto perchè Biagio Pace, personaggio di rilievo durante il ventennio, ha lavorato molto a Camarina effettuando importanti ritrovamenti in quell'area e se si deve intitolare qualcosa all'archeologo Pace sarebbe più giusto pensare a questo Parco oggi davvero splendido. Il museo di Ragusa invece è stato fortemente voluto dal Prof. Divita, chiaramontano, che materialmente mise mano alla sua realizzazione.   Riportiamo però la nota dell'Anpi. Un appello corale contro l’intitolazione del Museo regionale ibleo a Biagio Pace - “una scelta non condivisa” - che da giorni occupa le cronache regionali e della provincia di Ragusa. Numerose realtà tra cui Partiti, Movimenti e Associazioni parteciperanno al sit in lunedì 18 marzo 2024 che si terrà in piazza Libertà a partire dalle ore 18.00. Al di là di una scelta calata dall’alto senza avere coinvolto il territorio ragusano si tratta di una intitolazione a una persona che ha avuto un ruolo di rilievo nella politica fascista del ventennio e anche dopo la caduta del regime. Ricordiamo che Biagio Pace dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale. Inoltre, non bisogna dimenticare che non fu “semplicemente” uno dei capi del fascismo ibleo, egli fu, soprattutto, uno dei sette estensori, nell’aprile del 1942, del “Nuovo manifesto fascista della razza”.


Giorgio Cappello neopresidente di Sicindustria

Giorgio Cappello neopresidente di Sicindustria

Giorgio Cappello è il nuovo presidente di Sicindustria Ragusa. Eletto oggi all’unanimità, subentra a Leonardo Licitra ( vedi foto di copertina) e resterà in carica fino al 2028. Cinquantaquattro anni, al vertice della “Cappello Group spa” di Ragusa, il gruppo industriale di famiglia operante dal 1965 e leader nel settore dei profilati in alluminio per serramenti, zincatura a caldo e verniciature industriali, Cappello vanta una lunga esperienza confindustriale: è stato infatti presidente dei Giovani imprenditori siciliani e del Comitato regionale della Piccola Industria; vice presidente di Confindustria Sicilia e componente della Giunta nazionale e del Consiglio generale di Confindustria. Vicepresidente vicario sarà Mario Molè della Fratelli Molè srl.
“In questo periodo di eccezionale complessità – afferma Cappello – sento di dovermi mettere a disposizione dell’associazione e fare la mia parte. La nostra associazione è un valore per tutti noi, l’efficacia della sua rappresentanza politica e organizzativa è riconosciuta e riconoscibile a tutti i livelli istituzionali. A tal proposito, voglio ringraziare Leonardo Licitra che ha sempre garantito il valore della nostra sana e operosa delegazione territoriale. Ringrazio altresì il presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, e tutti i colleghi per la fiducia dimostratami.
Sicindustria è chiamata a svolgere nell’immediato futuro un ruolo fondamentale per la crescita dell’economia territoriale e sono certo che riusciremo a dare il nostro contributo in termini di progetti e azioni di supporto alle imprese sui focus da sempre nelle corde della nostra associazione: relazioni industriali, impatto ambientale e transizione ecologica, sviluppo industriale, education. Ma anche, transizione energetica e digitale, organizzazione delle filiere, processi di internazionalizzazione. Per riuscire a raggiungere questi obiettivi, sarà centrale l’impegno di tutta la squadra di presidenza e il coinvolgimento di tutte le imprese associate, ciascuna con le proprie competenze, alle quali chiederò di rinvigorire la presenza attiva in associazione e mettere a fattor comune esperienze e capacità progettuale su iniziative mirate. Sicindustria Ragusa sarà una delegazione innovativa e non potrebbe essere altrimenti in un contesto che cambia ormai ad una velocità mai vista. A me il compito di lavorare per adeguare sempre di più la rappresentanza e i servizi dell’associazione ai contesti che mutano continuamente”.
A Giorgio Cappello sono giunte le congratulazioni del presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo.


Tg del 15 marzo

Tg del 15 marzo

Nell'Indice: Le capitali della cultura. Agrigento per il 2025 e L'Aquila per il 2026. La triste storia dell'aeroporto. L'inutile visita di Italia Viva a Comiso. Parlano faraone e Micari. Ibla e la pulizia. Calabrese critica gli stipendi della giunta. Mal Comune con Cesare Pluchino. Le cene di san Giuseppe. Intervista al regista Gianni Battaglia.


Calabrese critica gli aumenti dei compensi per la giunta

Calabrese critica gli aumenti dei compensi per la giunta

“Per la seconda volta dall’inizio del secondo mandato, la giunta Cassì ha provveduto ad aumentare gli stipendi degli amministratori e cioè del sindaco, del vice, degli assessori, del presidente e del vice presidente del Consiglio comunale. La città deve sapere!”. Lo denunciano il gruppo consiliare e la segreteria cittadina del Partito Democratico di Ragusa.
“Cassì, già in occasione del primo aumento - spiegano - aveva tentato di far passare il messaggio che si trattasse di un adeguamento secondo legge, lasciando intendere che fosse obbligatorio e ciò non è vero. Si trattava di una possibilità, non una imposizione. Opportunità che Cassi e la sua giunta, naturalmente, non si sono lasciati sfuggire, tentando anche di fare le vittime: in un post su Facebook di qualche giorno fa, il primo cittadino ha annunciato in qualche modo che ci sarebbe stato anche il secondo aumento, giustificandosi con la disparità rispetto agli altri comuni capoluogo di provincia di Sicilia e sostenendo che se nelle altre città le amministrazioni avevano provveduto all’aumento, allora Ragusa rimaneva l’ultimo comune a non farlo. Insomma, quasi dovremmo ringraziarlo per non averlo fatto prima”.
“A ringraziare, intanto - aggiungono - sono le tasche degli amministratori: lo stipendio del sindaco passa da 6.750 euro circa ai 9mila e 300 euro; 7mila euro circa per il vice; per gli assessori e il presidente del Consiglio lo stipendio sarà di oltre 5mila e 500 euro, fatta eccezione per chi continua a svolgere il lavoro precedente all’elezione perché prederà solo il 50% di quella cifra. Anche lo stipendio del vice presidente del Consiglio comunale è stato ritoccato al rialzo, e se non mantenesse il suo lavoro da dipendente privato potrebbe prendere quasi 3mila e 350euro. L’intera giunta comunale, il sindaco e la Presidenza del Consiglio, dunque, arriveranno a costare alla collettività oltre 800mila euro l’anno. Un’enormità”.
“Riteniamo che tutto ciò sia un insulto alla povertà, al disagio sociale, un’azione che allontana sempre più l’amministrazione dagli ultimi, dai più bisognosi, un’offesa nei confronti di chi lavora otto ore al giorno per 1400 euro al mese”.
“Evidenziamo, inoltre - dicono ancora gli esponenti del PD - che alla seduta della giunta durante la quale è stato deliberato l’aumento, l’assessore Massari ha partecipato da remoto, mentre era assente l’assessore Iacono. Vorremmo capire come mai quando era con il Partito Democratico Massari sosteneva la necessità di ridurre i costi degli amministratori, mentre adesso partecipa addirittura da remoto per aumentarli. Complimenti davvero. Per quanto riguarda l’assessore Iacono, invece, vorremo conoscere le ragioni dell’assenza dalla seduta: visto che quando era alleato del M5S era un fautore dei tagli ai costi della politica, abbiamo il sospetto che l’assenza sia stata strategica, forse un po’ per vergogna e un po’ per manifestare la propria contrarietà”.
“I due assessori chiariscano in Consiglio comunale le proprie posizioni”, concludono.

Pulizia e servizi

Pulizia e servizi

Plaudiamo a questa iniziativa che, più volte invocata, non ha mai trovato il consenso delle amministrazioni. Finalmente eccola in vigore. Però ci permettiamo di ricordare all'assessore al Turismo e ai Centri Storici che oltre al decoro servono i servizi. Purtroppo anche quelli igienici che a Ibla non hanno mai avuto fortuna. L'invito dunque è a ripulire i muri e le vetrine ma trovare il modo per realizzare e tenere aperti più bagni pubblici. Ma torniamo al decoro: “L’Amministrazione ha i suoi innegabili doveri – afferma il sindaco Peppe Cassì - ma  non c’è dubbio che il decoro passi dalle buone abitudini di tutti.   Convinti che educare sia meglio che sanzionare, abbiamo disposto di dare 60 giorni  di tempo ai titolari di esercizi commerciali non più attivi nel Centro storico e ai    proprietari dei relativi immobili per rimuovere ogni genere di impianto pubblicitario
ormai inutile e abbandonato. Vetrine pulite e locali commerciali dignitosi sono non soltanto più appetibili per eventuali nuovi locatari ma migliorano la percezione di tutta l’area, dando una mano concreta, in termini di decoro, alle attività commerciali attive”.
“Meglio di chiunque altro - prosegue l’assessore al Centro Storico, Giovanni Gurrieri - i commercianti sanno quanto una bella vetrina possa fare la differenza. Un principio che vale anche nel caso contrario, con prospetti commerciali che non possono essere lasciati all’abbandono. Insegne a bandiera o parallele ai prospetti,  totem, impianti luminosi obsoleti, targhe da studio e ufficio non più attivi, vetrofanie,
bacheche e qualsiasi altro mezzo pubblicitario: l’Ufficio Centro storico ha già censito e mappato 125 tra impianti pubblicitari e vetrine abbandonate. Per guardare al futuro è necessario ripartire dalla cura dei luoghi ed è quindi tempo di fare un po’ di pulizia nel nostro amato Centro, dalla cima del Corso Italia a Ibla, inglobando anche l’area dei Cappuccini, di Piazza Libertà e della Stazione. In caso
di mancata ottemperanza, trascorsi 60 giorni (a partire da mercoledì 20 marzo) provvederemo alla rimozione di questi “ruderi urbani” ponendo i relativi oneri a carico del proprietario dell’immobile su cui è installata l’insegna. Desidero rivolgere un plauso al personale degli uffici della Polizia locale, unità decoro urbano, e del Centro storico, e ricordare che questa azione è il primo passo verso un nuovo modello di decoro previsto dall’adozione del “Regolamento decoro urbano e tutela del patrimonio culturale in centro storico”. Questo documento normativo sarà valutato in Commissione centri storici il 21 marzo per la seconda revisione”.


Tutti a Comiso... ma per fare cosa?

Tutti a Comiso... ma per fare cosa?

Meno male che i dirigenti di Italia Viva in provincia sono stati bravi a far cambiare il senso della conferenza stampa che si è svolta stamattina all'aeroporto di Comiso. Dico così perchè chi vi scrive, essendo stato invitato cortesemente, non ha voluto mancare a quella che poteva essere un'occasione per fare uscire dal buco il ragno che da ormai qualche anno si nasconde all'interno del Pio LaTorre. Invece non è andata cosi. Davide Faraone e Fabrizio Micari hanno precisato di essere venuti qui per criticare le iniziative della Regione sul Caro Voli e solo grazie agli interventi di un collega della carta stampata e del sottoscritto si è arrivati a parlare, di sfuggita, della tristissima realtà che vede l'aeroporto di Comiso, unico in Italia,  perdere passeggeri giorno dopo giorno. Una squallida desolazione che è stata di certo sottolineata dai due politici ma per la quale non è stata da loro prospettata nessuna soluzione.  Comunque a salvare  la giornata sono stati quelli che hanno redatto il comunicato stampa nel quale si fa più di un cenno alla condizione dello scalo al cotrario di quanto avvenuto in conferenza.  Ecco il testo
Quale futuro per Comiso? E, soprattutto, quali le strategie da adottare a media e a breve scadenza? Sono alcuni degli interrogativi che i vertici di Italia Viva regionale e locale hanno posto in occasione della conferenza stampa tenutasi questa mattina
nell’aeroscalo, lanciando, anche, una serie di proposte. A fare il punto il capogruppo alla Camera dei deputati, Davide Faraone, il responsabile regionale Turismo, Giuseppe Perna, il responsabile regionale Infrastrutture, Fabrizio Micari, Sara Siggia
e Salvo Liuzzo, componenti dell’esecutivo regionale, Marianna Buscema, presidente provinciale, assieme ad altri dirigenti e simpatizzanti del partito. Italia Viva ha criticato l’attuale scontistica sul calo voli che, proprio di recente, è stata attuata dal
governo regionale, invitando l’esecutivo Schifani, piuttosto, a investire le stesse somme per creare delle funzioni più competitive in grado di attrarre i vettori e portare   avanti, dunque, una politica strutturalmente efficace e in grado di dare risposte sul
fronte della continuità considerato che la “winter” del Pio La Torre è stata la più  gelida degli ultimi anni.
Italia Viva regionale ha voluto concentrare i propri riflettori su Comiso perché possa essere evidenziato come meriti la massima attenzione un’infrastruttura dalle notevoli potenzialità, su cui sono stati investiti milioni di euro e che, però, allo stato attuale,
resta un po’ la Cenerentola della zona. Sono stati, nello specifico, l’on. Faraone e Micari ad avanzare le proposte in questione. Marianna Buscema, presidente provinciale di Italia Viva Ragusa, sottolinea: “Avere tenuto questo appuntamento a Comiso non è soltanto un discorso simbolico ma è proprio un’affezione che vogliamo fare emergere da parte di tutto il territorio nei confronti di un sistema aeroportuale
che possiede tutte le carte in regola per diventare luogo di riferimento per la mobilità dell’intero Sud Est anche se, purtroppo, ancora oggi non lo è. Eppure, durante l’emergenza della scorsa estate, è stato dimostrato che lo scalo ha le caratteristiche affinché ciò accada. Ecco perché si è voluto dare un segnale anche nei confronti del governo regionale affinché decida che cosa intende fare con Comiso, al di là del
discorso cargo che, però, resta per il momento ancorato a discorsi di carattere procedurale e, quindi, non decolla”.