Giovanni Iacono si è dimesso da Presidente del Consiglio comunale di Ragusa

Giovanni Iacono si è dimesso da Presidente del Consiglio comunale di Ragusa

Giovanni Iacono ha deciso di dimettersi dal ruolo di Presidente del Consiglio comunale di Ragusa. La scelta, annunciata da Iacono nel corso di un'apposita conferenza stampa, è nata per fornire ai cittadini un esempio di protesta rispetto a quanto accaduto a Palermo con l'approvazione dell'ormai noto "emendamento Dipasquale" che interviene contemporaneamente sulla questione Royalties e sulla Legge speciale su Ragusa Ibla.
"La mia è una protesta contro chi ha deciso di usare le istituzioni in modo sbagliato - ha detto Iacono - Quanto accaduto mortifica il territorio sotto diversi aspetti e l'emendamento è stato studiato ad hoc per andare contro l'amministrazione Piccitto. Sono state derise e offese le istituzioni ed io non posso restare in carica rappresentando anche chi, in Consiglio comunale, è d'accordo con questa operazione puramente elettorale. Dipasquale, quando era sindaco, pur di continuare a incrementare il proprio consenso, a ridosso della campagna elettorale del 2011, ha fatto il Masaniello per impedire agli altri Comuni della provincia di conferire i rifiuti nella discarica di Ragusa; oggi, sempre per racimolare consenso, ha mortificato i ragusani per attingere voti dal resto della provincia. I nostri concittadini sono stati beffati, ma non reagisce nessuno".
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Ragusa - Sembra reggere la pace pentastellata, ma Stefano Martorana è il Marchese del Grillo

Ragusa - Sembra reggere la pace pentastellata, ma Stefano Martorana è il Marchese del Grillo

E' accaduto nuovamente che al Consiglio Comunale di Ragusa, ieri, il numero legale è venuto a mancare per colpa della maggioranza a cinque stelle. “Nessun segnale all'Amministrazione” assicurano dai corridoi alcuni consiglieri: questa volta una serie di coincidenze, complice anche l'eccesso di puntualità nel chiamare l'appello delle 17.30 da parte del vice presidente Federico, ha portato al rinvio della seduta di circa un'ora e trenta. E in effetti, in aula, quelli della maggioranza sembravano tutti un po' più mansueti. Che ne è stato delle frizioni che negli ultimi due mesi hanno paralizzato l'attività amministrativa della nostra città?
Quel motto “Uno vale uno”, tanto caro ai pentastellati della prima ora, giorno dopo giorno mostra nuovi punti deboli, avvicinandosi sempre di più all'ancora più celebre: “Io so' io e voi nun siete un caz…!”. Insomma, da Beppe Grillo al Marchese del Grillo.
I consiglieri grillini, da maggioranza nervosa e pronta alla battaglia contro la propria Giunta, sono rientrati compostamente nei recinti dell'aula consiliare e della sala Giunta di Palazzo dell'Aquila. Il ruolo dei border collie, il tipico cane da pastore inglese, lo hanno avuto Di Maio, Di Battista e Cancelleri la settimana scorsa quando, da Vittoria (dove si trovavano per restituire casa alla moglie e ai figli del defunto Giovanni Guarascio) hanno riportato i consiglieri a posizioni più morbide.
A quanto pare il diktat è che "il modello Ragusa" deve essere salvo. Proprio mentre nel resto d'Italia il Movimento affronta crisi di ogni tipo, negli Iblei non sono consentite defaillance, anzi: tutto deve andare bene. Bisogna giocarsi la partita su Vittoria - l'eclatante gesto di solidarietà per i Guarascio non fa dimenticare l'appuntamento elettorale di primavera - e distrarre l'attenzione dai casi Quarto, Gela, Livorno. Serve un buon esempio che sia buono davvero. Allora giù di sedativi per gli eletti dissidenti. Con il "Caso Campo", Ragusa ha già avuto il suo piccolo scandalo e tanto può, deve, bastare e i malumori della quasi totalità del gruppo consiliare non contano né possono rischiare di creare brutte figure all'amministrazione Piccitto.
Naturalmente, nessuno crede che la questione sia chiusa qui. Il malcontento non è di certo sparito da un giorno all'altro e, come in ogni rapporto conflittuale, resta sempre del rancore quando, invece di risolvere i problemi, li si nasconde sotto il tappeto. Povero assessore Stefano Martorana! Chissà quanta polvere lì sotto... Non era ben gradito ieri, non lo è oggi e non lo sarà nemmeno domani. “Di sindaco ne basta uno solo”, dicevano i dissidenti fino a qualche tempo fa, commentando l'operato del delegato al Bilancio, e non ci sembra che il nòcciolo della questione sia gran che cambiato.
Quindi crediamo che sia solo questione di tempo: il risentimento è uno stato d'animo difficile a dissolversi e lo si vede bene nei sorrisi sardonici di chi va dicendo “Per adesso tutto bene”.
Per adesso. C'è da sciogliere il nodo di un assessorato rimasto vacante e bisogna solo capire quanto a lungo i pentastellati eletti saranno disposti a subire le indicazioni romane in barba al principio che abbiamo enunciato all'inizio. Intanto ci sembra di vedere una certa somiglianza tra Alberto Sordi e Martorana. Lo immaginiamo, ormai salvo dal rimpasto di Giunta, mentre si rivolge, per esempio, a Massimo Agosta o ad Antonio Tringali dicendo loro: “Mi dispiace, ma io so' io...”.


A proposito del presidente del Consiglio Giovanni Iacono

A proposito del presidente del Consiglio Giovanni Iacono

Continuando a rifiutare l'idea che un assessore possa dimettersi per un singolo articolo di giornale, abbiamo raccolto diversi pareri e abbiamo elaborato alcune ipotesi per trovare una giustificazione a un atto che, non solo a noi, è apparso non tanto come una decisione ben ponderata, quanto piuttosto l'esito di una macchinazione ben architettata. Tra quelle che abbiamo pubblicato – e altre forse ne pubblicheremo – ce n'è una che riguarda Giovanni Iacono. Per farla breve: abbiamo immaginato che la scelta ultima dell'ex assessore possa tornare utile al movimento del presidente del Consiglio per rinsaldare l'alleanza con il Movimento 5 Stelle, poter guadagnare un posto in più in giunta e quindi gettare le basi necessarie alla futura campagna elettorale.
Apriti cielo! Il solitamente algido Iacono se l'è presa parecchio e ci ha mandato una piccata replica nella quale pretende di dimostrare che la nostra ipotesi è falsa. Un po' come se noi l'avessimo spacciata per verità assoluta. Forse Iacono si è risentito – legittimamente – e ha momentaneamente dimenticato il significato intrinseco del lemma “ipotesi” che, per definizione, è un ragionamento congetturale che nasce in carenza di dati certi e che ha necessità (questa volta sì con i dati certi) di essere confermato o confutato. Lo possiamo capire, quando si viene toccati sul vivo si dà importanza anche alle inezie.
Mentre noi, con la massima onestà, abbiamo presentato ai lettori la nostra elucubrazione proprio come una semplice teoria, Iacono, da parte sua, pretende di dimostrarne l'infondatezza utilizzando come prova gli altrui commenti alla stampa in occasioni ormai lontane nel tempo e dichiarandosi estraneo a tutto. Certo, bisognerebbe supporre che negli anni le idee e le posizioni non possano mutare mai oppure che nel funzionamento della politica non esistano che strategie e tattiche immediatamente cristalline. Ma ammettere che non è così è il peccato originale, la politica “nuova” non si fa certamente in questo modo. A noi, però, quelli del M5S ibleo o gli esponenti di altri gruppi ragusani ci sembrano politici degni non della vecchia Democrazia Cristiana, ma proprio della cerchia del Cardinale Richelieu.
In ogni modo, Iacono ci tiene a precisare e ribadire che con l'affaire Campo non c'entra nulla. Ne prendiamo atto, però ci viene da pensare: “excusatio non petita...”.


Allerta meteo, attivato presidio di protezione civile

Allerta meteo, attivato presidio di protezione civile

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Giorni all'insegna del maltempo sono previsti in provincia già a partire da questa sera. Il sindaco di Ragusa, su segnalazione della Protezione Civile regionale ha fatto attivare il presidio territoriale di Protezione Civile per far fronte a eventuali emergenze.

Su disposizione del sindaco Federico Piccitto, è stato attivato il Presidio Territoriale di Protezione Civile  per l’allerta meteo comunicato  in data odierna con bollettino SORIS (Sala Operativa della Protezione Civile  Regionale) che indica precipitazioni diffuse  e forti raffiche di vento  in territorio ibleo.
Il Presidio Territoriale sarà attivo dalle 17 di oggi, 12 agosto, e fino a cessata emergenza, monitorando i punti critici individuati nel Piano Comunale di Protezione Civile.


La storiella dei dem iblei

La storiella dei dem iblei

Due democratici ragusani sono in vacanza a bordo di una barca a vela, ma durante la navigazione una terribile tempesta si abbatte sul tratto di mare nel quale si trovano. La barca cola a picco e i compagni sono costretti a nuotare a riva. La scoperta successiva è sconfortante: non sono arrivati a 'i Mazzareddi, ma su una piccola isola completamente deserta.
Non privi di ingegno né carenti di operosità, i dem iblei si danno da fare: accatastano della legna per poterla accendere e segnalare la propria presenza a eventuali navi di passaggio, individuano gli alberi da frutto per il cibo e si industriano per pescare. Passa il tempo e dai pezzi della nave che le onde talvolta portano a riva riescono a ricavare degli attrezzi e costruiscono pure una baracca. Insomma, provano a rendere la permanenza sull'isola più confortevole nell'attesa che arrivino i soccorsi.
Passano alcuni anni e, finalmente, scorgono una nave all'orizzonte. Si precipitano alla catasta e la incendiano. Poche ore più tardi, una scialuppa approda sulla spiaggia e ne scendono dei marinai con un ufficiale.
Subito i due accolgono i salvatori che, a loro volta, ascoltando il racconto di come sono riusciti a sopravvivere su quell'isola sconosciuta, rimangono stupiti da quelle parole e sono invitati a visitare l'isola. Vengono mostrati loro la baracca, le latrine, l'orto, l'ingegnoso sistema per raccogliere l'acqua e molto altro, comprese tre piccole costruzioni, identiche per dimensioni, ma ben distanziate tra loro.
“Cosa sono questi edifici?”, chiede l'ufficiale incuriosito.
“Sono circoli del PD, questo per esempio è il Circolo del Partito Democratico che frequento io!”, risponde uno dei due indicando una casetta.
“E questo, invece, è il Circolo del Pd dove vado io”, fa l'altro indicandone un'altra.
Sempre più incuriosito, l'ufficiale: “E quell'altra costruzione? Non capisco, voi siete solo in due…”.
E i dem in coro: “Quello è il circolo di Gianni Battaglia e noi non ci andremo mai”.

Abbiamo preso in prestito una vecchia barzelletta ebraica nella quale due naufraghi costruivano tre sinagoghe... Ci è sembrata calzante.


Lo scandalo dell'intercettazione, il riassuntone. Intanto Crocetta "valuta" querela.

Lo scandalo dell'intercettazione, il riassuntone. Intanto Crocetta "valuta" querela.

Il caso scoppiato giovedì con la pubblicazione sul portale online della testata "l'Espresso" - sul cartaceo l'indomani - della notizia relativa ad una intercettazione tra il presidente della Regione e il medico Matteo Tutino, nella quale si farebbe riferimento all'ex assessore Lucia Borsellino come una persona pericolosa, che andrebbe "fermata, fatta fuori. Come il padre", ha lasciato così tanti interrogativi che temo se ne parlerà ancora per diversi mesi.

Ripercorriamo i fatti: l'Espresso pubblica un articolo riportando quella frase, pronunciata da Tutino, medico e amico personale del presidente, arrestato a fine giugno per truffa nei confronti del sistema sanitario regionale (più capi di accusa, vicenda complessa), e ascoltata proprio da Crocetta che però sarebbe rimasto in silenzio. La quasi totalità del mondo politico regionale e nazionale, comprese le prime tre cariche dello Stato, esprime la propria indignazione chiedendo al governatore un passo indietro, le dimissioni.

Lui, il baluardo dell'antimafia siciliana, amico di Ingroia, di Beppe Lumia, quello contro "mangiugghia", piuttosto che esprimere indignazione, sfidare l'Espresso o far fioccare le querele, si difende dicendo "Non ho sentito quella frase", ma dopo poche ore, si "autosospende" da governatore. Strumento giuridico non previsto dallo Statuto Siciliano, ma neanche nel resto d'Italia (si pensi al caso Marrazzo o all'allora ministro Di Pietro che nel 2006 provò ad autosospendersi e Napolitano gli rispose picche). Raggiunto telefonicamente da qualche collega addirittura scoppia a piangere parlando di quanto stesse soffrendo.

La polemica nel frattempo non si placa e interviene la Procura di Palermo che, con una nota ufficiale dichiara di non avere agli atti, né tra le registrazioni effettuate dai NAS nell'ambito del procedimento che ha portato all'arresto di Tutino, intercettazioni di quel tenore. Allora l'Espresso replica che si tratta di un altro filone di indagini. E' il classico gioco al rimpiattino. In serata, però (siamo ancora a giovedì) i deputati regionali del Pd si riuniscono per capire come procedere, tutte le soluzioni sono aperte, ma la posizione della Procura è rassicurante: il segretario regionale del PD, Fausto Raciti, dichiarerà l'indomani (cioè oggi) in una conferenza stampa che non esistono motivi per staccare la spina al Governo. Anche se i siciliani ne avrebbero a iosa di motivi che con l'intercettazione non hanno nulla a che fare, ma lasciamo perdere.

La bufera è scemata di intensità, ma è ben lungi dall'essere scomparsa. Intercettazione bufala o meno, la Sicilia è stanca e in moltissimi continuano a invocare le dimissioni. Anche Renzi pare convinto che sia ora di andare a votare... Ma i deputati, si sa, sono restii a lasciare le poltrone e la decisione finale, a questo punto, spetta solo al Presidente.

Nel primo pomeriggio di oggi, il presidente è ancora autosospeso quando dalla Procura di Palermo arriva un'altra precisazione: intercettazioni di questo tipo non ne esistono e basta. Controreplica de l'Espresso: noi invece ce l'abbiamo, verificata e controllata. A questo punto la Procura apre un'inchiesta conoscitiva, senza reati o indagati. In pratica per capire che sta succedendo.
E' ancora il rimpiattino del giorno prima.

Insomma, qualcuno a Palermo sta mentendo: o la Procura per non inquinare altre indagini o l'Espresso per non perdere la faccia.
Nella serata di venerdì (poco fa), l'avvocato di Crocetta ha fatto sapere che "si stanno valutando le azioni legali da intraprendere per tutelare la onorabilità del presidente". "Stanno valutando".
Magari mentre "valutano" la telefonata salta fuori.


Cava dei Modicani, la discarica rimane aperta. Firmata ordinanza art. 191 di contingibilità e urgenza

Cava dei Modicani, la discarica rimane aperta. Firmata ordinanza art. 191 di contingibilità e urgenza

E' durata quasi cinque ore la conferenza di servizio convocata dal commissario straordinario dell'ex Provincia Regionale di Ragusa per discute dell'opportunità - così come suggerito informalmente dall'Assessorato regionale alle Politiche ambientali - di emanare l'ordinanza di contingibilità e urgenza ai sensi dell'art. 191 del Codice dell'Ambiente per prolungare la vita della discarica sita in c.da Cava dei Modicani.
Nonostante la lunga riunione, interrotta alle 17.30, la firma del dispositivo da parte del commissario è stata in bilico fino alle 19. Mentre l'Ufficio Stampa dell'Ente informava dell'avvenuta emanazione del provvedimento, infatti, nel gabinetto della presidenza a palazzo di viale del Fante si rimetteva tutto in discussione. Emergenza sanitaria o pericolo ambientale? Questo il dubbio da sciogliere in pochi minuti, mentre già i rappresentanti delle amministrazioni comunali e dei sindacati minacciavano, a voce bassa, di far comparire un autocompattatore davanti alla sede dell'ente, pronto a scaricare l'immondizia sulle scale.
Mentre l'Arpa esprimeva parere negativo per un eventuale rischio ambientale, categoricamente smentito dai vertici dell'Ato, l'Azienda Sanitaria Locale esprimeva preoccupazione per l'evidente rischio per la salute pubblica che sarebbe derivato dalla chiusura della discarica.
L'orientamento prevalente è stato quello di dare priorità allo scongiurare l'eventuale rischio sanitario per le città interessate ed alla fine Cartabellota ha deciso di emanare l'ordinanza.
"Non mi sono voluto sottrarre al mio ruolo di Commissario della Provincia – dice Cartabellotta – e all’assunzione delle responsabilità in una sinergica attività istituzionale di fronte all’emergenza rifiuti che il comprensorio di Ragusa avrebbe vissuto nei prossimi 6 mesi”.


Legislatura regionale agli sgoccioli, Crocetta autosospeso

Legislatura regionale agli sgoccioli, Crocetta autosospeso

Tutta colpa di quella frase intercettata durante le indagine sull'affare Tutino. Il medico, parlando dell'assessore Borsellino, disse al presidente: "Va fatta fuori. Come suo padre".
Lui rimase in silenzio, non un fiato per difendere quell'esponente del suo Governo.
"Quelle parole non le ho sentite", si è difeso Crocetta, ma tutto il mondo politico regionale e nazionale è indignato. Perfino i fedelissimi del governo hanno espresso quasi sentimenti di vergogna per l'accaduto.
Il neo capogruppo del Pd all'Assemblea Regionale Siciliana, l'on. Antonello Cracolici:

Le notizie di stamane ci spingono a prendere atto che, a questo punto, andare avanti è praticamente impossibile. E' il momento che, innanzitutto il presidente della Regione valuti l'opportunità di chiudere la legislatura.

Mentre il senatore Lumia, membro della Commissione Antimafia:

Sono disgustato della frase di Tutino. Sono parole inaudite. Penso anch'io che Tutino vada allontanato da qualunque servizio pubblico. Mi rifiuto di pensare che Crocetta lo abbia sentito e non abbia reagito con tutta la durezza di cui è capace. Il fatto, comunque, è così grave che non bisogna escludere nessuna decisione.

Il parere è unanime, da destra a sinistra chiedono le dimissioni di Crocetta che intanto ha continuato a balbettare scuse. Fino ad arrivare, intorno alle 14, alla scelta dell'autosospensione. Un istituto giuridico consentito solo in casi particolarissimi come quando le condizioni di salute del presidente sono in serio pericolo. Non ci sembra questo il caso, francamente.

Intanto si moltiplicano di minuto in minuto le richieste di dimissioni.


Immigrazione, 369 in arrivo a Pozzallo: tra loro casi di scabbia

Immigrazione, 369 in arrivo a Pozzallo: tra loro casi di scabbia

Arriva in banchina al porto di Pozzallo la nave della Guardia Costiera CP 906 con a bordo 369 immigrati. Operazioni di soccorso e accoglienza attivate dalla Prefettura di Ragusa. I profughi sono stati avvistati a nord di Lampedusa dove diverse unita' sono confluite per dare soccorso alla loro imbarcazione. I 369 prelevati alla CP 906 sono solo una parte dei passeggeri di quel natante sovraccarico. Gli altri sono stati imbarcati su due mezzi. Dalle prime informazioni, tra gli stranieri destinati a Pozzallo ci sarebbero quaranta casi di scabbia. Nel gruppo ci sono anche tre donne in gravidanza ed un bimbo con la febbre. 


Passaggio a livello di via Paestum, l'intesa: tre mesi di tempo per progettare un sottopasso

Passaggio a livello di via Paestum, l'intesa: tre mesi di tempo per progettare un sottopasso

Nella mattinata odierna si è tenuta in Prefettura una riunione convocata dal Prefetto Annunziato Vardè – che l’ha coordinata - su richiesta del Sindaco del Comune di Ragusa, Ing. Federico Piccitto, presente insieme al Vice Sindaco ed all’Assessore all’Ambiente del Comune di Ragusa; sono intervenuti i vertici della Direzione Territoriale Produzione di Palermo della Società “Rete Ferroviaria Italiana”, con in testa il Direttore Regionale Ing. Andrea Cucinotta, nonché un esponente del Comitato “No Muro”, Sergio Firrincieli, per affrontare le problematiche connesse alla soppressione del passaggio a livello sito all’intersezione tra la Via Paestum e Via Colajanni del Capoluogo, in relazione alle necessità evidenziate da tempo da R.F.I. per ragioni di sicurezza pubblica.

Durante l’incontro si è proceduto ad un’approfondita disamina delle circostanze fattuali correlate alla determinazione di RFI relativa alla chiusura dell’anzidetto passaggio a livello, legata a scelte non di natura discrezionale bensì alla necessità di garantire la massima sicurezza dalla circolazione dei treni e, di conseguenza, dell’incolumità pubblica.

Nella circostanza è stato preso in esame anche il concreto disagio che ne deriverebbe in caso di chiusura dello stesso passaggio a livello per i residenti di un comprensorio cittadino largamente urbanizzato e per i fruitori di un’arteria essenziale ai fini della viabilità generale del Capoluogo, costretti a precorrere arterie stradali alternative con un elevato traffico veicolare.

Il qualificato confronto tra i vertici dei richiamati Enti pubblici è stata un’occasione utile per approfondire diverse problematiche riguardanti la controversa soppressione del citato passaggio a livello e per illustrare le politiche per la sicurezza degli attraversamenti ferroviari, anche rigorose ma improntate alla tutela dell’interesse generale secondo il principio del buon andamento, e per valutare la realizzazione di eventuali opere sostitutive, le quali non potranno che essere subordinate alle condizioni orografiche ed idrogeologiche, all’urbanizzazione ed agli eventuali vincoli del territorio, tenendo comunque presente le particolari esigenze dell’Amministrazione locale.

Dopo un’ampia discussione tra gli intervenuti, la mediazione del Prefetto Vardè ha condotto alla condivisa conclusione circa la necessità di individuare soluzioni alternative per la viabilità locale che possano da un lato evitare l’attraversamento dei binari e dall’altro ostacoli non sopportabili per gli spostamenti veicolari e pedonali in una zona altamente urbanizzata.

A tal riguardo si è concordato di effettuare una verifica, con la collaborazione tecnica ed economica della Rete Ferroviaria Italiana, in ordine all’effettiva sostenibilità di soluzioni alternative di natura tecnica, da individuare entro il prossimo mese di settembre, che prevedano la realizzazione di un sottopasso carrabile di dimensioni compatibili con le esigenze del contesto urbano di riferimento ed in raccordo con la viabilità esistente, che, oltre a salvaguardare le ragioni di sicurezza della sede ferroviaria, persegua l’obiettivo di mitigare il disagio per i residenti, garantendo nel contempo condizioni di piena fruibilità per la circolazione stradale nelle aree urbane interessate.