A proposito del regalino del Comune alla diocesi di Ragusa

Riceviamo e pubblichiamo.

«È ostentazione di appartenenza religiosa, perfettamente lecita quando esercitata a titolo individuale ma in contrasto con la Costituzione quando esercitata da una istituzione pubblica rappresentante tutti i cittadini». Non usa mezzi termini Massimo Maiurana, del circolo Uaar di Ragusa, a proposito della decisione di Santi Di Stefano, dirigente del Comune di Ragusa, di sostenere parzialmente le spese per la festa di insediamento del nuovo vescovo. Si tratta di una spesa di poco più di 1.500 euro per il noleggio di un palco e di cinque bagni chimici da installare in piazza S. Giovanni, teatro dell’iniziativa religiosa. Spesa che all’associazione coordinata da Maiurana proprio non va giù.

«È ovvio che il problema non è la cifra in sé, relativamente modesta, ma il fatto che chi amministra la cosa pubblica abbia sentito il dovere di ingraziarsi in qualche modo le gerarchie cattoliche. È qualcosa che va ben oltre il contributo erogato su richiesta come forma di patrocinio. Basta leggere la delibera dov’è scritto chiaramente che il Comune “vuole essere presente attivamente”; quel “vuole” è una stonatura in palese contrasto con il principio di laicità sancito dalla Consulta». Nella determina dirigenziale è peraltro scritto che tra le ragioni alla base della decisione vi sono l’occasione di promozione turistica e il vantaggio per gli operatori economici locali. La festa è stata programmata per il pomeriggio di oggi, sabato 28 novembre.

«Purtroppo iniziative del genere sono indicative dell’andazzo generale. Ben altri importi sono stati erogati dalla giunta a diverso titolo, per teatri e teatrini, ma sempre in un solo senso; quello clericalista, volto a rinforzare il deleterio connubio tra Stato e Chiesa, in cui una parte spende e l’altra paga con i soldi di tutti». I teatri a cui si riferisce Maiurana sono quello del seminario vescovile, per la cui ristrutturazione è stato stanziato dall’amministrazione comunale un importo pari a 65.000 euro, e il saloncino parrocchiale della chiesetta di S. Giacomo, frazione agricola, a cui sono stati assegnati 20.000 euro di contributo. In entrambi i casi è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Comune da una parte e le istituzioni ecclesiastiche dall’altra che prevede la limitata disponibilità dell’immobile ristrutturato per eventi organizzati dal Comune.

«Sarebbe comodo per qualunque proprietario di locale pubblico poter contare su una ristrutturazione gratuita al costo della cessione di qualche giornata. Stranamente però queste cose si fanno solo quando le richieste arrivano dal sacerdote di turno, e verosimilmente la disponibilità rimarrà solo sulla carta. Difficile immaginare molte iniziative nella sperduta S. Giacomo, o in un teatro poco distante dal Concordia». Infatti, proprio per lo storico “Teatro della Concordia” sono stati recentemente stanziati i fondi necessari per gli imponenti lavori di recupero dell’immobile, che rimarrà comunque destinato a teatro e che si trova ad appena cinquanta metri dal teatro del seminario vescovile. È quantomeno curioso assegnare fondi in cambio di disponibilità di un teatro, quando a due passi c’è già un teatro di cui il Comune è proprietario e che ha un valore di qualche ordine di grandezza maggiore. Ma ogni scusa è buona quando si vuole favorire qualcuno.

di Redazione30 Nov 2015 12:11
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