Bravo Dipasquale (M5S), ma chi tira le fila?

Dopo il comunicato del 5 marzo scorso, con cui Salvo Dipasquale, consigliere dei Cinque Stelle, si smarcava pubblicamente e decisamente dalla maggioranza, prendendo le distanze dal Gruppo e dal neoeletto presidente del Consiglio, Antonio Tringali (ha dichiarato di aver votato per Giovanni Iacono, ndr.), sbandierando di conseguenza la sua presunta alterità intellettuale, morale e politica dai suoi compagni di viaggio, il giorno dopo, il 6 marzo, esce un suo secondo comunicato, questa volta invitando il sindaco ad indire, quanto prima, un bando pubblico per la selezione di un’assessora. “Si completi la quota rosa mancante – scrive il consigliere, che prosegue – quando ci presentammo alle amministrative 2013 abbiamo chiesto la partecipazione attiva dei cittadini, adesso che il Movimento 5 Stelle amministra è l’occasione giusta per rendere ancor più partecipi i cittadini che credono nel nostro progetto politico, avviare un nuovo bando darebbe un segnale forte alla città e sono sicuro
che le richieste saranno molteplici e la città apprezzerebbe questo gesto anche perché incardina i principi del nostro Movimento”.

Prolifico il consigliere Dipasquale. Dopo mesi di assoluto silenzio, sia in Aula che sui media, in fondo cosa c’è da dire, decide, giustamente, di intervenire su una questione spinosa, quella delle quote rosa. Sono tre mesi, infatti, che il sindaco detiene l’interim della Cultura, un tempo più che sufficiente per provare a trovare un degno candidato per sostituire la Campo e completare la squadra assessoriale. Interviene perciò Dipasquale, che esorta il sindaco affinché si chiuda questa partita, come? Con la selezione pubblica dei curricula, che tanta fortuna ha avuto con questa amministrazione. Della squadra assessoriale originaria, non dimentichiamolo, è rimasto solo Stefano Martorana, quindi perché non riprovarci?

Il ragazzo con i calzoncini corti è cresciuto, si è fatto grande ed anche politico. Anche lui grida all’inciucio, questo “tavolo di concertazione con le opposizioni” (scrive così nella sua nota del 5 marzo, ndr.) proprio non gli è piaciuto ed ecco il suo voto di protesta, scheda bianca? scheda nulla? No, vota Iacono. Perché è stato un ottimo presidente? Non lo dice, nessun cenno all’operato del leader di Partecipiamo, a lui non è piaciuto il modus operandi. Certo qualcuno potrebbe dire, come è stato detto in Aula dal capogruppo del PD, Giorgio Massari, che Iacono ottenne 23 voti, quindi più dei 2/3 dell’Aula, ma nessuno si scandalizzò, neppure Dipasquale, ma quelli erano altri tempi.

Non ha avuto né il coraggio né la prontezza della collega Zaara Federico, che in Aula, lo stesso giorno delle elezioni, ha dichiarato il suo voto per Iacono motivandolo, lui no, è stato in silenzio, ha atteso, ha meditato sino alla pubblicazione della nota del suo Gruppo consiliare.
Impeccabile l’invito del consigliere al sindaco, l’Amministrazione e Ragusa hanno bisogno di una squadra di governo al completo. Tempestivo il suo comunicato, che è politico al di là dei contenuti, decisamente politico, strategico.

Questo uno/due del consigliere, ne siamo certi, avrà creato più di un malumore nella maggioranza, dando adito a chicchessia di avanzare ogni sorta di speculazioni e a ragion veduta.
L’operazione politico/mediatica di Dipasquale è ineccepibile, puntuale, a tal punto da non esser sua, da non poter esser sua. In un momento di disagio della maggioranza, il suo intervento è, poco più o poco meno, un colpo da cecchino, il cui fine è uno solo: accrescere il disagio dei Cinque Stelle, portare a galla le difficoltà, le criticità, di questa maggioranza.
Cui prodest? Questa è l’unica domanda da porci, chi è il burattinaio?

di Redazione08 Mar 2016 12:03
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