Una storia sulla spiaggia di Donnalucata.

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Ci arriva il comunicato stampa del Comune di Sicli che riguarda la costruzione di uno chalet nella grande spiaggia che c’è all’entrata di Donnalucata venendo da Marina di Ragusa. Sappiamo che nel nostro paese non c’è mai la certezza del diritto e nonostante siano state  espletati tutti gli iter, ottenendo le varie autorizzazioni,  appena si inizia a lavorare intervengono le associazioni di ogni tipo a difesa, a loro dire , dell’ambiente. Quella difesa invece è per lo status quo cioè per quelle situazione che seppur ormai sanate, rappresentano un grave vulnus per le spiagge iblee. A Donnalucata, ad esempio, c’è  il rudere del vecchio albergo Riviera che purtroppo è davvero un’offesa all’immagine del luogo diventando anche spazio per depositare immondizia. Ci sono inoltre, proprio in quella spiaggia, delle costruzioni che vanno oltre ad ogni regola essendo a meno di 20 metri dalla battigia, e fanno anche attività ricettiva, e nessuno ha il coraggio di parlare. Secondo chi vi scrive, poichè non tutti hanno la casa al mare certi servizi sono essenziali per la fruizione di una spiaggia. Ma veniamo alla storia raccontata dal comunicato…. 

Da qualche settimana sono iniziati i lavori per la costruzione di uno chalet in legno nella spiaggia di
ponente di ponente a Donnalucata. La previsione di questa struttura al servizio della balneazione è stata
votata dal consiglio comunale di Scicli nel 2007, da una amministrazione comunale ben lontana
dall’attuale giunta che regge oggi le sorti della città.
L’insediamento è ubicato in un lido che nulla a che vedere con la spiaggia del Commissario
Montalbano, che, come tutti sanno, si trova a Punta Secca, in territorio di Santa Croce Camerina.
Dopo un iter amministrativo durati molti anni, il privato concessionario ha ottenuto tutte le
autorizzazioni e le licenze previste dalla Legge, fino alla concessione rilasciata dal Demanio Marittimo,
che ha competenza esclusiva, per l’uso dell’arenile.
Nei giorni scorsi, il Comune ha diffidato il privato a non iniziare i lavori nell’attesa di una corretta
indicazione catastale dell’area interessata.
Contemporaneamente, la Sovrintendenza di Ragusa ha emanato un proprio provvedimento di
sospensione dei lavori, per ragioni di ordine tecnico circa le modalità di esecuzione costruttiva.
A fronte di ciò, la ditta privata ha presentato ricorso al Tar di Catania, che in data 27 aprile 2021 ha
emanato ordinanza con cui ha sospeso i provvedimenti emessi tanto dal Comune quanto dalla
Sovrintendenza, dando la facoltà alla ditta di riprendere i lavori con rinvio della fase di merito al 26
maggio 2021.
Il sindaco di Scicli Enzo Giannone, nel prendere atto di quanto disposto dal Tar, e in attesa del giudizio
di merito, ribadisce la sua visione, più volte sostenuta e messa in campo, di uno sviluppo ecosostenibile
della città e del territorio, profondamente innovatrice rispetto a un passato più o meno recente in cui
azioni arbitrarie hanno invece fatto scempio di pezzi dello stesso territorio, con danni irreversibili, come il fenomeno della cementificazione selvaggia che fra gli anni Settanta e l’inizio degli anni
Novanta ha visto interessato lunghi tratti del litorale sciclitano, in particolare fra Donnalucata e Cava
d’Aliga, con la scomparsa di impianti dunali e coltivazioni arboree tipiche di queste zone.
Il sindaco esprime altresì il proprio rammarico per la rappresentazione artefatta della vicenda, che in
questo modo rischia veramente di provocare un danno di immagine alla città con gravi ripercussioni sul
piano economico e turistico nel momento in cui si cominciano a delineare i percorsi della fase post-
pandemia, e che a Scicli saranno centrati sulla accoglienza, sulla qualità della vita, e sulla fruizione dei
beni culturali, storici e paesaggistici della nostra splendida città.

di Direttore29 Apr 2021 23:04
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