Dipasquale “indaga” sull’operato del commissario D’urso

Lo scontro verbale tra l’On Dipasquale e l’ing Salvatore D’urso,  viene oggi alimentato da alcune interessanti notizie che potrebbero sollevare ulteriori dubbi sull’operato del commissario per l’emergenza sanitaria in Sicilia.
Il parlamentare regionale del Partito Democratico, infatti, ha presentato una nuova interrogazione al Presidente della Regione,  inviata per conoscenza alle Procure delle nove province dell’isola, anche questa con lo scopo di conoscere le attività avviate nell’ambito di attuazione del Piano di riorganizzazione delle rete ospedaliera siciliana.
Ricorderete che dopo la prima interrogazione l’on Dipasquale è stato oggetto di un colorito attacco  da parte del responsabile del Piano sanitario che lo ha subito minacciato di querela.
Una azione legale che sembra assolutamente immotivata, trattandosi di una legittima iniziativa  ispettiva portata avanti da un parlamentare.
“Dopo una tale reazione, nervosa e inopportuna”, dice l’on Dipasquale” mi sono recato di persona presso l’ASP della provincia di Ragusa per chiedere copia degli atti da me richiesti con specifico riferimento agli incarichi professionali conferiti nella mia Provincia sui quattro dei 79 interventi previsti ed elencati nel Piano regionale. Da una prima lettura sono emerse subito delle anomalie che vanno chiarite il prima possibile”.
“Ben tre incarichi professionali su quattro sono stati affidati dai vertici regionali allo stesso professionista, un ingegnere – spiega il parlamentare ibleo – nello specifico coordinatore della sicurezza per l’ospedale Maggiore di Modica, coordinatore della sicurezza per l’ospedale Guzzardi di Vittoria, direzione lavori per il Giovanni Paolo II di Ragusa. Ciò rappresenta già qualcosa di anomalo se si considera che la normativa di riferimento vieta espressamente affidamenti allo stesso operatore per la medesima categoria di servizi per il principio della rotazione degli affidamenti degli incarichi. Inoltre negli atti di affidamento dell’incarico non è menzionato il compenso per la prestazione indicata, ma si fa riferimento solo al limite di 150mila euro. Un limite, quest’ultimo, non conforme alla legge che prevede, invece, un tetto di 75mila euro”.
“E’ chiaro che in tutto ciò qualcosa sembra non funzionare a dovere – conclude Dipasquale – cominciando proprio dalla nomina dello stesso professionista per tre incarichi su quattro, un fatto gravissimo. Per questo con una nuova interrogazione ho sollecitato risposta alla precedente e, in più, di a avere copia degli atti di incarico tecnico professionale su tutte le 79 opere con i relativi impegni di spesa”.
Poiché conosciamo da tanti anni l’on Dipasquale sappiamo che non è uno che lascia correre e siamo sicuri che continuerà la sua indagine svelando i nomi dei protagonisti con i relativi impegni economici.
Effettivamente, a prima vista, sembra il rappresentante del PD ha colto nel segno  il che giustificherebbe, appunto la reazione assolutamente scomposta dell’ ing. Durso al quale era stato solo chiesto di fare chiarezza su alcune azioni

di Direttore10 Apr 2021 16:04
Pubblicità