Tirata di orecchie al PD

I sindaci di Pzzallo, Scicli e Chiaramonte di chiara estrazione  PD hanno ancora una volta agito di concerto esprimendo commenti univoci su alcune situazioni locali. C’erano stati interventi sulla pandemia e sulla necessita di riaprire i ristoranti ma oggi l’obiettivo è molto più in alto si mira direttamente al partito alla sua governance e alla capacità di rappresentare i cittadini.
La lettera aperta firmata Gurrieri, Giannone ed Ammatuna è chiara: Abbiamo le potenzialità ma non sappiamo guidare il territorio. Ecco il documento:

Il Partito Democratico rappresenta, indubbiamente, il perno dell’attività politica e lo è
per più ordini di motivi: per la sua tradizione di rispetto istituzionale, per la qualità
delle risorse umane che vi fanno parte ma anche, se non soprattutto, per l’esercito di
sindaci, amministratori, consiglieri che svolgono il proprio ruolo a diretto contatto
con la gente.
Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta, al contempo, il punto di maggiore forza
dell’azione politica e il punto di debolezza che non gli consente di spiccare il volo, di
consolidare una rappresentatività adeguata alla sua forza, di raggiungere il ruolo di
leader riconosciuto fra le formazioni politiche presenti nell’arco costituzionale.
E’ il caso di chiedersi, come mai?
Perché non c’è la giusta presenza vicino a chi sta in prima linea, non esiste un
cordone ombelicale fra territori e strutture centrali, non c’è il necessario ascolto delle
istanze che provengono dal mondo dell’associazionismo, non si applica insomma
quel principio di sussidiarietà che è la linfa vitale di ogni azione democratica.
Una delle conseguenze di tutto ciò, non trascurabile, è la mancata crescita in termini
di consensi pur rappresentando, come già detto precedentemente, la forza politica di
maggiore qualità.
Distanza dalle realtà locali significa, insomma, allontanarsi dal comune sentire dei
cittadini, non conoscerne a fondo le problematiche che attanagliano – con le dovute
diversità – l’intero territorio nazionale, non captarne gli umori e per certi versi la
rabbia che li avvolge.
Significa, anche, lasciare spazio ai populismi più beceri, permettere che facciano
presa le azioni di coloro che parlano alla pancia di chi è in difficoltà, ancor di più in
questo periodo di emergenza sanitaria ed economica.
Non vogliamo assolutamente dire che il PD deve cavalcare l’onda nazionalista o
populista, ma esattamente il contrario: deve essere presente nei territori a sostegno dell’azione di chi li amministra, deve saper ascoltare più che parlare linguaggi criptici
da addetti ai lavori, deve tirarsi su le maniche per risolvere concretamente i problemi.
Ascoltare i suggerimenti di chi vive direttamente e quotidianamente i problemi porta
ad una conoscenza dettagliata delle difficoltà e a trovare il modo di superarle
concretamente: aiuta ad individuare le priorità negli investimenti, ad eliminare le
pastoie burocratiche che frenano le iniziative, a stilare cronoprogrammi reali ed
attuabili.
Tutto ciò vale, naturalmente da Bolzano a Pozzallo, da Torino a Scicli, da Genova a
Chiaramonte Gulfi.
L’alternativa è accontentarsi di oscillazioni di qualche decimale di crescita o accettare
supinamente una decrescita lenta ma continua.
Speriamo che la soluzione della crisi politica con la nomina del Presidente del
Consiglio Prof. Mario Draghi non si limiti alla semplice soluzione di un problema
istituzionale ma porti anche ad una svolta, ad una risintonizzazione dell’operato del
Partito Democratico con il mondo reale che sta fuori dai palazzi.
Il PD ha la capacità e gli uomini per assurgere al ruolo di guida e deve impegnarli
entrambi per far risalire la nazione dal declino in cui si trova, senza alcun
tentennamento.
Adesso più che mai.

di Direttore26 Feb 2021 14:02
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