Contratti di fiume. Dove sono?

Nel gennaio scorso abbiamo pubblicato un articolo sui contratti di fiume considerando questo strumento legislativo essenziale per il territorio. Il contratto di fiume è un processo di democrazia diretta previsto dalle direttive comunitarie, nel quale i cittadini e altri soggetti privati (associazioni, aziende…)
partecipano attivamente ai tavoli decisionali accanto alle amministrazioni pubbliche
di un determinato bacino idrografico, cioè quella porzione di territorio le cui piogge
sono drenate da un fiume e dai suoi affluenti. La scelta del bacino idrografico piuttosto che i confini amministrativi come unità di base non è casuale poiché nel suo insieme esso descrive la funzionalità ecologica e lo stato di salute del fiume, delle acque, della costa. L’obiettivo dei contratti di fiume è la gestione condivisa del bacino attraverso la stesura di un progetto coerente con le esigenze e le potenzialità che il territorio esprime. Quindi è espressione della politica per attività pianificatorie e programmatiche “unitarie” destinate alla prevenzione, salvaguardia, sviluppo socio economico del territorio. Secondo Alessandroni (geologo SIGEA MARCHE): “Ben 2000 località italiane sono a rischio tra alluvioni e frane. Ha il suo peso anche il consumo del suolo. L’Italia nella NEX GENERATION programma della Commissione Europea dovrà ridare centralità alla gestione dei fiumi e i  Contratti di fiume possono contribuire alla stesura delle strategie per lo sviluppo sostenibile”. Martini  (Presidente Centro Studi Alta Scuola capofila candidatura Italia a sede del Forum Mondiale sull’Acqua 2024)  ha dichiarato  che è necessario che i Contratti di fiume entrino nelle misure di prossimi PSR, FERS e FSE”.

“Nei prossimi 30 anni ben 2000 località saranno a rischio. In Italia, negli ultimi decenni abbiamo avuto 1132 morti per frane, 581 per alluvioni. Ad esempio in città come Senigallia 9.791 persone vivono in aree a pericolosità idraulica media, a Pesaro addirittura 12.224. per non parlatre poi della Sicilia dove abbiamo avuto dolore esperienze negli ultimi anni. Pesa anchemolto il consumo del suolo. Il 2019 ha continuato a registrare dati importanti sul consumo del suolo, in quanto in Italia abbiamo consumato ben 2,1 mq al secondo.  L’Italia, territorio dove i cambiamenti climatici sono evidenti, in epoca post – Covid e nell’ottica anche della NEX GENERATION lanciato dalla Commissione Europea, dovrà mettere al centro il corretto governo del territorio e dunque puntare sui Contratti di fiume”. Lo ha dichiarato Gigliola Alessandroni, Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale della sezione Marche.

di Direttore13 Dic 2020 11:12
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