Capitale italiana della cultura

Il sindaco di Modica ci comunica che la sua città non è stata inserita tra le 10 finaliste per il titolo di capitale italiana della cultura 2022. Ha espresso il suo rammarico ma è soddisfatto del tentativo. I nomi delle dieci città finaliste per l’ambitol titolo di Capitale Italiana della Cultura sono  Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra. Le dieci finaliste hanno avuto la meglio su un lotto di 28 partecipanti. Il MiBACT avrebbe dovuto comunicare la shortlist dei dieci progetti finalisti entro il 12 ottobre e concludere la valutazione entro il 12 novembre: insomma, a oggi si sarebbe già dovuto conoscere il nome della città vincitrice, ma la procedura è slittata. I dossier delle finaliste verranno dunque valutati della giuria (composta da Stefano Baia Curioni, Salvatore Adduce, Francesca Cappelletti, Roberto Livraghi, Cristina Loglio, Franco Iseppi e Giuseppe Piperata) e a breve dovremmo conoscere il nome della Capitale Italiana della Cultura 2022, che succederà a Parma, detentrice del titolo anche nel 2021 (la città emiliana era stata infatti designata come capitale per il 2020 ma, a causa della pandemia di Covid-19, è stato deciso di renderla capitale anche per il 2021). La capitale 2022 precederà Bergamo e Brescia che sono già state nominate capitali della cultura per il 2023, come omaggio per essere state il territorio più colpito durante la prima ondata della pandemia di Covid-19. Prima ancora, le capitali erano state Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018). Nel 2019 il titolo non è stato assegnato in quanto l’Italia aveva Matera come capitale europea della cultura. In ver4ità siamo rammaricati un po’ tutti ma più degli altri noi Ragusani che da anni tentiamo di partecipare in questa interessante competizione. Poiché sono certo che la citta di Ragusa, mettiamo da parte per il momento le altre citta della provincia, possa competere con tutti per bellezze architettoniche e monumenti il problema sta nella capacità di creare un menù culturale di rilievo. In questo campo siamo davvero deficitari e forse si dovrebbe mettere in campo davvero un pool di competenti ma di quelli veri quelli che sanno non solo di storia o teatro ma che capiscono come questi avvenimenti culturali possano essere messi in luce tanto da convincere una giuria qualificata. Ormai il 2022 e il 2023 sono messi in archivio ma potrebbero bastare quattro anni, senza cullarsi con ecomusei o mudeco, per preparare un programma che possa davvero far diventare Ragusa una citta che dica la sua in campo culturale? Non so se c’è la volontà e la capacità!

di Direttore16 Nov 2020 18:11
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