Migranti – Cassì: “Sbarco irregolare, Governo assente”

Nella giornata di mercoledì 29 luglio si è registrato uno sbarco irregolare di migranti sulle coste di Caucana. A tal proposito è intervenuto il sindaco Peppe Cassì: Lo sbarco di mercoledì sulle coste di Caucana, le modalità con cui è avvenuto e le immagini che lo hanno raccontato, con la manovra di speronamento, la fuga sulla spiaggia e il tentativo di alcuni migranti irregolari di nascondersi tra la vegetazione o addirittura fingersi bagnanti, hanno suscitato clamore e animato un dibattito acceso, a tratti aspro. Rimangono in silenzio i rappresentanti locali di Pd e M5S, che preferiscono dibattere di ciuffi d’erba fuori posto e tombini rotti. Sarebbe complicato per loro commentare l’operato e le mancanze del Governo nazionale. È l’esempio di come il tema degli sbarchi venga sempre affrontato in base a interessi e strategie di partito a prescindere dal colore, che sia di destra o di sinistra. Tanto i toni veementi quanto i silenzi strategici sono strumentali, e si finisce così per tralasciare il vero problema. In uno Stato di Diritto che assicura la salvaguardia e il rispetto delle libertà dei suoi cittadini attraverso un sistema di leggi a cui nessuno può sottrarsi, l’immigrazione clandestina è certamente contro la legge. Non parliamo di accoglienza, di soccorso in mare, di assistenza a chi sfugge da guerre, persecuzioni o carestie. Credo sia sacrosanto aiutare chi soffre e salvare gente che rischia di annegare. In questo caso, però, parliamo del principio, inconfutabile, secondo cui non si può entrare in un paese da un altro continente sbarcando indisturbati su una spiaggia per poi correre via. Chi ci prova, secondo le leggi di qualunque Stato di Diritto viene respinto o rimandato indietro, a meno che, all’esito di un’accurata istruttoria, non emergano ragioni umanitarie prevalenti che ne impongono l’accoglienza. Errore madornale lasciare l’affermazione e la difesa di questo principio a chi ne fa strumento di lotta politica.
Se non si vuole che la migrazione sia vincolata a interessi economici o politici, se non si vuole che a prevalere siano alla fine i trafficanti di uomini, uno Stato di Diritto deve avere la capacità di far rispettare le proprie leggi ed è evidente che ieri questo non è successo. È inconcepibile che l’Italia non riesca a presidiare i suoi confini, in questo caso marittimi.
Ciò che è accaduto è indice di un’evidente superficialità nella gestione del fenomeno, che finisce inevitabilmente per ricadere sulle spalle delle Amministrazioni e dei presidi locali.
Questa superficialità anima le discussioni che dividono i cittadini su un fenomeno da sempre esistito, diventando strumento di una propaganda politica che non tiene conto né delle norme, nazionali e internazionali, né dell’umanità che un tema come questo merita. Ho letto molti commenti alla notizia: no, non si può respingere con violenza; no, non si può accogliere indiscriminatamente.
Questi commenti portano al paradosso: secondo alcuni l’Amministrazione comunale non dovrebbe controllare la movida, presidiare Marina di Ragusa e sanzionare gli abusivi o chi non rispetta le regole anticontagio “perché tanto poi ci sono gli immigrati che ci infettano”, espressione e concetto semplicemente inaccettabili. Un’attività irregolare non è giustificazione di altre attività irregolari.
Presidiare il territorio è un’operazione a tutela dei cittadini e di chi lavora regolarmente, che non può essere danneggiato da una concorrenza senza regole. Alcuni lamentano che ci sono troppi controlli e che bisogna “lasciar fare” per non soffocare l’economia, fosse anche quella sommersa, altri che i controlli non sono sufficienti. Probabilmente la verità sta nel mezzo, probabilmente, come per ogni cosa, si può fare meglio.
Ciò che chiediamo a gran voce è che se i Comuni continuano a fare la loro parte anche nel difficile contesto che stiamo attraversando, il Governo non può esimersi dal fare il proprio su ciò che gli compete, presidiando i confini del territorio e garantendo la sicurezza dei cittadini. I moderni sistemi radar consentono di individuare anche le imbarcazioni più piccole, gli sbarchi autonomi si possono prevenire, a condizione che si impieghino gli uomini e i mezzi necessari. Allo stato attuale, questo non è stato fatto. Tra chi vorrebbe chiudere i porti e chi è invece favorevole a una indiscriminata accoglienza, è giusto che prevalga sempre e comunque l’applicazione delle leggi. Chi ha responsabilità di governo è chiamato a fare ciò che è giusto, non ciò che è utile”.
di Stefano Ferrera30 Lug 2020 20:07
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