Associazione si! Cartello no!

Se è vero che buona parte dei flussi turistici dipendono dai collegamenti aerei questa notizia serve a dare un pò di fiducia al settore. Infatti se le compagnie low cost, che si sono scornate da anni sul campo dei prezzi bassi, oggi decidono di formare una associazione, vuol dire che la situazione non si risolve in un paio di mesi seguendo la regola di vinca il più forte. Occorre che ci sia un’azione coordinata, una giusta divisione delle tratte che permetta di far volare tutti con gli aerei abbastanza pieni ma a prezzi che siano  economicamente sostenibili. Insomma a che serve avere, per esempio, tre voli alla stessa ora da Catania per Roma o su altre tratte. Ora è importante garantire i collegamenti e soddisfare le richieste del commerciale e del turismo. Una sola paura però. Non vorremmo che le sotto riportate compagnie decidano di fare cartello e quindi di imporre prezzi più alti ed ingiustificati al mercato che ha già tanti problemi. Vedremo intanto ecco la notizia

Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling, che rappresentano piú del 50% del traffico aereo italiano di corto raggio, hanno annunciato oggi di avere formato la nuova Associazione Italiana delle Compagnie Aeree Low Fares, per rappresentare gli interessi delle compagnie aeree low cost nell’ambito delle relazioni con le autorità governative italiane e gli altri interlocutori istituzionali.

A fronte della crisi dovuta al Covid-19 – si legge nel comunicato che ne annuncia la costituzione – l’Associazione é impegnata a offrire posti di lavoro e crescita economica e a ripristinare collegamenti e flussi turistici in tutta Italia nell’immediato futuro, al fine di sostenere una rapida ripartenza dell’economia italiana.

L’Associazione nasce in sostanza con l’obiettivo ambizioso di concorrere a ripristinare la competitività del trasporto aereo italiano, assicurando a cittadini e imprese i collegamenti aerei e la costante disponibilità di accesso a tariffe aeree a basso costo.

Un vero e proprio manifesto, in cui le compagnie associate richiamano l’impegno ad applicare contratti di lavoro di diritto italiano al proprio personale di volo, i benefici dovuti alla liberalizzazione dell’aviazione negli anni ’90 con tariffe sostanzialmente più basse e alla concorrenza che ha portato a triplicare il volume dei passeggeri in Italia dal 1997.

In appendice, pure senza nominare Alitalia, l’invito rivolto dalla neonata Associazione Italiana delle Compagnie Aeree Low Fares al Governo italiano a non agire su base discriminatoria, proteggendo il settore del trasporto aereo nel suo insieme e non una singola compagnia, e a sospendere l’imposta comunale sui passeggeri per consentire la ripresa del traffico, in particolare verso le regioni italiane, dopo il lockdown.
di Direttore14 Mag 2020 14:05
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