Tribunale di Modica: cosa fare ora dello scatolone quasi vuoto?

Questa comunicato stampa permette una riflessione su come nel nostro paese si dia corso a devastanti azioni distruttive, tribunali, province, uffici vari, dettate da improvvisate opzioni di risparmio( poi mai rispettate), che alla fine si sono rivelate un danno economico e di governance senza giustificazioni..

L’istituzione del Tribunale risalente al 27 febbraio 1361, per la concessione fatta al
Conte di Modica dal re Federico IV d’Aragona, può allertare il sopito orgoglio ma
non attenua l’amarezza per l’obbrobrio patito da Modica giudiziaria, creatura
sepolta viva in forza del decreto legislativo n. 155/2012. L’Avv. Enzo Trantino
sottolinea che nessuno ha potuto dimostrare vantaggi e risparmi ottenuti dallo
Stato mediante la soppressione di quell’Ufficio giudiziario mentre, a fronte di ciò, è
stata fornita prova dei danni e degli sperperi di denaro pubblico conseguiti
all’accorpamento del Tribunale di Modica a quello di Ragusa – questo devastato
da documentate criticità strutturali – denunciati con un esposto alla Procura della
Corte dei Conti di Palermo in data 29 novembre 2013 che ipotizzava: maggiori
oneri (€ 111.000,00 annui) per canoni di locazione per acquisire locali idonei
destinati a Giudici di Pace, Polizia Giudiziaria e Ufficiali Giudiziari; maggiori costi di
guardiania (€ 370.000,00), di climatizzazione ( € 300.000,00), di pulizie e spese
straordinarie (€ 300.000,00), di materiale di consumo (€ 150.000,00). Senza
tacere del costo sopportato per la realizzazione della struttura giudiziaria di
Modica (€ 12.000.000,00 circa, comprensivo degli arredi), ultimata nel 2004, posta
nelle vicinanze della principale arteria di viabilità (S.S.115), circondata da un
grande parcheggio, munito di tutti i più avanzati impianti tecnologici e telematici, e
sicuramente in condizione di ospitare tutte le funzioni giudiziarie in un’unica sede.
Con buona pace della clausola di invarianza contenuta nell’art. 10 del citato
decreto che fa divieto di nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Di questi paradossi sembrava se ne fossero accorti i partners del Governo
“gialloverde” i quali, in sede di contratto di governo prima, e di programma di
Governo poi, enunciavano la necessità di una rivisitazione della geografia
giudiziaria che – modificando la riforma del 2012 che accentrava sedi e funzioni –
riportasse tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle
imprese.
Quel che (non) è stato fatto nei successivi due anni è sotto gli occhi di tutti: il
Ministro della Giustizia ha prima preteso di sostituire ai Tribunali soppressi
insignificanti “Sportelli di Prossimità”; poi, tornando sui suoi passi, ha concesso,
nel corso dell’unico incontro di via Arenula accordato il 19 marzo 2019, un
ripensamento che avrebbe dovuto essere accompagnato dalla necessaria
pianificazione del progetto, tuttavia mai avviata.

L’Avv. Enzo Trantino si chiede: cosa fare ora dello scatolone quasi vuoto? Il
Comitato pro Tribunale Modica ha avanzato una proposta, sorretta da una norma
di legge (art.8, comma 4 bis, D. Leg.vo n. 155/2012) che autorizza il Ministro della
giustizia a disporre, nell'ambito di apposite convenzioni stipulate con le regioni e le
province autonome, che vengano utilizzati, per il tempo necessario, gli immobili
adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi
per l'esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi. Le spese di gestione e
manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio oggetto
delle convenzioni integralmente a carico del bilancio della regione.
Il ricorso a tale convenzione costituirebbe corretta applicazione della clausola di
invarianza (art.10 D.Lg.vo citato), restituirebbe alla struttura giudiziaria il ruolo che
le è proprio, diluirebbe il numero di operatori di giustizia e di utenti che
quotidianamente hanno esigenza di accedere negli uffici del Tribunale, infine
consentendo di attuare il distanziamento sociale imposto dall’attuale contesto di
emergenza epidemiologica.
L’Assemblea regionale siciliana, con Lr. n. 8/2018, ha appostato in bilancio
somme confermative della disponibilità ad assumere i predetti oneri di gestione
dandone comunicazione al Ministro senza ricevere, tuttavia, riscontro alcuno.
Parrebbe l’uovo di Colombo ma, evidentemente, così non è se il Consiglio
dell’Ordine Forense, l’Amministrazione comunale e le massime rappresentanze
delle istituzioni giudiziarie di Ragusa si muovono da più tempo, anche con accessi
mirati, alla ricerca di strutture alternative ai palazzi di via Natalelli ed ex Ina
trascurando l’ipotesi dell’utilizzo della struttura giudiziaria di Modica.
Va da sè che, quale che sarà l’ente che finanzierà tali nuovi costi, si tratterà pur
sempre di soldi pubblici scientemente sprecati in barba a ciò di cui si dispone, e
chi vorrà sprecarli dovrà comunque risponderne.
Probabilmente non basta il coronavirus ad indurre al melius re perpensa che il
buon senso vorrebbe. Cosa ci vuole ancora per scuoterci, il terremoto?

di Direttore30 Apr 2020 15:04
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