Non è qui la festa. Ma molti fanno gli “sperti”!! Il sindaco Cassì scrive ai cittadini.

Questo week end era molto atteso. Si sperava, all’inizio del lookdown che già, con la festa della liberazione, anche noi saremmo stati liberati ma non è andata così. Fortunatamente i numeri dei contagi in Sicilia si mantengono bassi ma tutti gli esperti e gli amministratori dicono che non è finita. Ad esempio in un solo giorno, ieri, abbiamo contato 11 contagi in più in provincia e lo stesso Aliquò è abbastanza preoccupato. Questo però non ha frenato i consumi  e la giornata di venerdi è stata dedicata agli acquisti in vista dei due giorni di chiusura dei supermercati. In tutta la città si sono viste file abbastanza lunghe per tutte le ore di apertura. Nulla di strano è vero ma c’è qualcosa che fa pensare. La fila lunghissima si è registrata anche nei supermercati di Marina di Ragusa. Qual’è la spiegazione? Gli abitanti del quartiere balneare sono cresciuti in poche ore ma per quale motivo. Non si va a Marina a fare la spesa solo per eliminare le code. Purtroppo da una breve indagini svolta dai “mazzareddari” veraci si è visto che gli acquisti sono stati quelli tipici da “arrustuta”. Costate, salciccia, pancetta a più non  posso. Si presume quindi che quei molti, oggi, siano nei cortili e nei giardinetti delle seconde case e stiano ottemperando alla tradizione imposta dai ponti di primavera. Insomma Marina si è improvvisamente ripopolata perchè le recenti disposizioni in merito alla sgabettata, la passeggiata, l’innaffiata hanno dato il via alla regola del “furbo”.  Sarebbe simpatico scrivere un libro inserendo le scuse più fantasiose che i ragusani, al mare, sono riusciti a propalare.  E cu si ni fu…..!

Intanto il sindaco Cassi scrive ai ragusani. Ecco parte della lettera

il tempo di scendere in strada a gioire non è ancora giunto. E la buona notizia che aspettiamo non avrà nemmeno le sembianze di un’euforia collettiva. Sarà lenta e graduale.
La lotta contro il virus non è una guerra, ma il modo come tutti noi la stiamo
affrontando ricalca i valori di unione, spirito di sacrificio, tenacia, responsabilità e
orgoglio che i nostri padri e i nostri nonni dimostrarono molti anni fa.

È così che l’Italia sta finalmente e caparbiamente curvando l’ascesa dei contagi;
così che Ragusa sta riuscendo a mantenere sotto controllo l’infezione, a differenza di
quel che succede in altri parti del mondo. Insieme abbiamo dato una risposta
straordinaria. Non è stato facile, non lo è adesso e qualcuno cade ancora nella
tentazione dell’individualismo provando a fare il “furbo”: il virus non ha
moltiplicato uomini e mezzi a disposizione ma ogni agente di Polizia Municipale e
ogni operatore di Protezione civile disponibile è costantemente impiegato in
controlli, con il monitoraggio delle targhe attivo in questo weekend.
Lasciatemi dire però che da sindaco, da ragusano, io resto orgoglioso di quello che
stiamo facendo…………………….
Non possiamo ancora parlare al passato: il pericolo è tutt’altro che scampato, il
nostro impegno nient’affatto concluso. Quelli che stiamo vivendo e quelli che
verranno sono giorni pericolosi e difficili.
Resta alto, infatti, il rischio di disperdere i risultati invidiabili che abbiamo
conseguito a causa di un’avventata sete di libertà ancora impossibile da soddisfare o
di una crescente ritrosia alle regole. Gettare via tutto il buono di cui siamo stati
capaci sarebbe da incoscienti.
Al tempo stesso emerge già, evidente, una crisi economica dirompente. Ancor prima
che Stato e Regione annunciassero aiuti e finanziamenti dedicati, questo Comune ha
deciso di fare la propria parte e l’ha fatto insieme a voi. …………. Ragusa ha donato più di quanto
città più grandi della nostra siano state capaci di fare, aiutandoci così a rispondere a
bisogni che non sono solo alimentari. Sono diversi gli ostacoli in cui può inciampare
una famiglia in difficoltà, e sostenere nei limiti del possibile l’economia e le imprese
in questi difficili momenti è un preciso dovere di ogni Amministrazione…………………

Voglio allora rivolgere un grazie, sentito, a medici, infermieri ed operatori sanitari, i
più esposti in questi momenti, alla nostra polizia municipale e a tutte le forze
dell’ordine, ai volontari, ai donatori, agli uffici in prima linea, e anche a chi è in
difficoltà e chiede aiuto. Questa crisi ha forme nuove: spesso colpisce, improvvisa e
virulenta, chi non ha mai avuto bisogno di chiedere nulla. Lavoratori stagionali e
occasionali, anziani soli, ma anche commercianti e piccoli imprenditori che oggi
faticano terribilmente anche ad immaginare una prospettiva futura. Nessuno ha colpe per ciò che sta accadendo. Non deve esserci pudore o imbarazzo nel chiedere una
mano. La grandezza di una comunità si misura anche e soprattutto dalla capacità di
chi ne fa parte di sostenersi e di aiutarsi reciprocamente nei momenti di difficoltà.
Giorni difficili, dicevamo, ma anche scenari di ripartenza. Abbiamo davanti a noi
l’occasione di pensare una vita nuova, un modo diverso di relazionarci tra noi e con
il mondo, la chance di trasformare gli ostacoli e le limitazioni in opportunità.
Per quanto questo virus possa essere caparbio, noi lo siamo di più.
Insieme ce la faremo”.

di Direttore25 Apr 2020 12:04
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