Il Codacons Sicilia critica l’accordo della Regione con Trenitalia sullo sconto sui biglietti per le tratte più disagiate

Nei giorni scorsi la  Regione Siciliana ha promosso  un’iniziativa che,  dopo quella  nel periodo natalizio sul caro voli da e per la Sicilia, svilisce  ancora  una volta i diritti dei cittadini siciliani e si  rivela un’umiliante mortificazione per la loro dignità , non compresa da una politica miope. Questo il commento del Codacoms Sicilia al recente “proclama”del  governo regionale, che rende noto l’accordo fra Governo Musumeci e Trenitalia per avviare, dal 20 febbraio, una campagna di sconti ai biglietti sulle tratte più penalizzate della rete ferroviaria siciliana. “Con questo piano – affermava il presidente della Regione – puntiamo a incentivare l’uso del mezzo pubblico anche  dove le linee ferroviarie scontano i maggiori ritardi infrastrutturali”. Il comunicato prosegue con l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità che rivela ” nel 2018 la Regione Siciliana ha ricavato oltre 1,5 milioni di euro dalle sanzioni erogate a Trenitalia per ritardi o disservizi. […] Abbiamo scelto, allora, di investire queste risorse direttamente sui viaggiatori e le linee più disagiate, dove il trasporto ferroviario ha bisogno di essere rilanciato con decisione». In pratica – puntualizza il Codacons – poiché i siciliani si rifiutano di utilizzare un servizio scadente, preferendo di gran lunga il trasporto privato, si cerca di incentivare l’uso del mezzo pubblico non migliorando il servizio, ma facendolo pagare di meno. Ci chiediamo se veramente  il modo migliore di rilanciare il trasporto ferroviario sia “investire” 1,5 milioni di euro in sconti per i viaggiatori. Il fatto più triste è che certe misere iniziative siano sbandierate come grandi traguardi raggiunti dal Governo Regionale, mentre in Sicilia si continua a investire sempre meno in infrastrutture rispetto alle regioni del nord Italia. Che fine ha fatto l’Art. 38 dello Statuto Siciliano che prevede un “Fondo di Solidarietà Nazionale” per le cosiddette “Spese in Conto Capitale”, ovvero le spese necessarie per attuare investimenti utili per l’aumento della capacità produttiva della Regione? Perché la politica regionale accetta supinamente che lo Stato Italiano, anno dopo anno, abbia ridotto tale Fondo a irrisorie cifre forfettarie, insufficienti a “bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto alla media nazionale”, come spiega il secondo comma dell’articolo 38? Ai siciliani – conclude – non servono sconti sui biglietti per le tratte più penalizzate,  ma immediati investimenti per i necessari miglioramenti della rete ferroviaria siciliana, che subisce un ritardo infrastrutturale indegno per un paese civile”.

di Redazione12 Feb 2020 15:02
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