L’analisi dei Pendolari sul sistema ferroviario siciliano

Il comitato pendolari siciliani ha effettuato un monitoraggio treni sulle tratte di maggiore frequentazione dal 1 di ottobre al 30  novembre 2019. Ecco i risultati.

Un forte e moderno servizio ferroviario è indispensabile per costruire un sistema dei trasporti
efficiente nelle aree metropolitane. Tra l’altro c’è un’altra questione che dovrebbe far riflettere
in un periodo difficile per tante famiglie, come la possibilità di ridurre i costi di spostamento
utilizzando i mezzi collettivi, ​cosa che per tante persone può rappresentare una vera boccata di
ossigeno, oltre che un miglioramento significativo della qualità della vita.
Ed è significativo constatare quanto stia crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei
pendolari, con comitati oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più treni,
puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico per un Paese
come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia.
La spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città
siciliane è semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio, l’acquisto di
materiale rotabile e le infrastrutture.
Qualcosa di più è stato fatto negli scorsi anni (2002-2004) cofinanziando l’acquisto dei nuovi
treni “Minuetto”, condizione fondamentale non solo per migliorare la qualità del viaggio per i
pendolari ma anche per aumentarne il numero in circolazione e migliorare la puntualità (i
ritardi dipendono anche dal sovraffollamento delle carrozze) ai quali si sono aggiunti, come
previsto dal Contratto di Servizio Ponte 2015-2016, a fine del 2016 i sei treni Jazz.
Il trasporto ferroviario siciliano in questi ultimi anni sta attraversando momenti veramente
difficili. Sono molti i territori che si sono visti azzerare quasi del tutto il trasporto ferroviario:
Siracusa, Ragusa, Modica, Gela, Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo-Trapani Via Milo.
La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è evidente e gli
investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia​, ma sempre al centro-
nord. Il tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali e regionali,
passando attraverso maggiori risorse per il servizio di trasporto pendolare e per le
infrastrutture dell’Isola.
Ebbene, i cittadini che ogni giorno si muovono in treno ​devono essere l’interlocutore
fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, ​attraverso il confronto, la
partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli standard qualitativi che per
monitorare il servizio sulla rete (puntualità, grado di affollamento, igiene, climatizzazione,
informazione, ecc.). Le Regioni hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli
investimenti, perché le “prestazioni” sono state definite nei cosiddetti Contratti di Servizio, che
tutte le regioni, Sicilia a parte hanno posto in essere a partire dal 2009

Con il Contratto di Servizio, da un lato l’impresa ferroviaria si impegna all’erogazione di un
quantitativo di treni*km e al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort,
informazione e puntualità delle corse), dall’altro lato l’amministrazione regionale stabilisce un
corrispettivo economico per l’erogazione di tali servizi.
In ultimo, il Contratto di Servizio stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso
di ​mancato rispetto degli indici di qualità definiti dal Contratto: le risorse generate
dall’applicazione di queste sanzioni sono spesso risultate consistenti, permettendo un
reinvestimento diretto nel servizio. Alcune Regioni hanno ​addirittura scelto di riutilizzare le
risorse generate dall’applicazione delle suddette penali per un rimborso, sotto forma di bonus,
da restituire agli abbonati.
Il monitoraggio condotto dal Comitato Pendolari Siciliani nei mesi di ottobre e novembre 2019,
nello specifico dall’1 di ottobre al 30 novembre 2019, è stato eseguito su un campione di
10694 treni distribuiti sulle tratte di maggiore frequentazione secondo i dati rilevati dal sito di
Trenitalia viaggiatreno.it e riportati di seguito nella tabella ‘A’.

I valori assoluti non riescono però a mettere in luce le problematiche e i disservizi riscontrati
sulle varie relazioni.
Con qualche semplice operazione matematica, possiamo ricavare che la percentuale di treni
puntuali, ovvero con ritardo sotto i 5 minuti, è mediamente limitata all’81,3% con punte che
superano lo standard fisiologico del 90% solo sulla tratta Palermo-Trapani, ed un minimo
assoluto del 38,5% sulla Ragusa-Caltanissetta. Segno che anche la Sicilia viaggia a due
velocità. Va evidenziato che il dato di puntualità sulla Trapani-Palermo è da attribuire al
servizio metropolitano sulla Punta Raisi-Palermo

In contrapposizione a quanto detto possiamo ricavare le percentuali di treni con ritardo oltre i
5 ed oltre i 10 minuti.
Mediamente il 18,7% dei treni monitorati è giunto a destinazione con oltre 5 minuti di ritardo,
e il 12,5% con oltre 10 minuti di ritardo.
Nel complesso si tratta di numeri molto discordanti tra loro in riferimento alla tratta ferroviaria
di riferimento: si va dal 6,2% di treni con ritardo superiore ai 10 minuti sulla relazione
Messina-S.Agata Militello al 52,5% rilevato sulla Ragusa-Caltanissetta, e dal 9,1% della
Palermo-Trapani al 61,5% riscontrato sulla Ragusa-Caltanissetta per i ritardi oltre i 5 minuti.

In contrapposizione, non possiamo fare a meno di riscontrare ancora una volta l’anomalo
numero di treni che puntualmente arriva in anticipo a destinazione, segno dei continui
allungamenti di percorrenza: nelle sole tratte Messina-Catania-Siracusa e Messina-Palermo

abbiamo rilevato 1.456 treni arrivati a destinazione prima dell’orario previsto su un totale di
3.166, precisamente 1.135 (il 45,8%) sulla prima relazione, e 321 (il 46,6%) sulla seconda
relazione.

Per chi avesse seguito le precedenti rilevazioni, le percentuali sono ancora una volta in
aumento rispetto a quelle riscontrate nel monitoraggio eseguito dal Comitato Pendolari Siciliani
nello stesso bimestre dello scorso anno (43% circa).
Per quanto riguarda le soppressioni, dal nostro monitoraggio sono stati conteggiati 371 treni
soppressi, di cui 164 soppressi parziali, per un totale di 35.036 Km*Treno cancellati.
Riteniamo che il risultato osservato mette in evidenza un fenomeno fuori controllo, ancora una
volta confermato nelle tratte più critiche come la Ragusa-Caltanissetta (5642 km*Treno
soppressi) e Siracusa-Ragusa-Gela (9492 Km*Treno soppressi), nonostante il (relativo) basso
numero di treni oggetto del monitoraggio.

Sul fronte dei ritardi, giustificati come conseguenza di problemi tecnici all’infrastruttura,
passaggi a livello non funzionanti, condizioni meteo avverse o ostruzioni varie lungo linea, nel
periodo ottobre-novembre 2019, abbiamo calcolato complessivamente 40.636 minuti di ritardo
sui 10.694 treni monitorati, la cui ripartizione per relazione ferroviaria è illustrata nel grafico
seguente.

L’obiettivo è sensibilizzare Regione, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana a rilanciare gli
investimenti.

di Direttore16 Dic 2019 23:12
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