Interessante convegno sull’emigrazione dei Pozzallesi durante il ventennio

Pubblichiamo un articolo inviato dalla dott.ssa Giovanna Cannizzaro di Pozzallo

L ‘emigrazione  antifascista dei Pozzallesi negli U.S.A. degli anni ’20.” Questo l’argomento discusso durante il convegno storico che si è tenuto in questi giorni a Pozzallo, presso lo Spazio Cultura ” Meno Assenza”, organizzato dall’ANPPIA (  Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti)  sezione di Ragusa – Siracusa, con il  patrocinio del Ministero per i Beni e le  Attività culturali e per il Turismo. Obiettivo del convegno , quello di ricordare il sacrificio di tanti pozzallesi costretti ad emigrare per sottrarsi alle persecuzioni e alle vessazioni operate dal regime fascista.
Ma per meglio approfondire l’argomento abbiamo interpellato lo storico prof.  Giovanni Sigona al quale abbiamo chiesto perché alcuni pozzallesi durante il periodo fascista furono costretti a lasciare la loro città.
Nei primi anni della dittatura fascista, risponde Sigona, si registrò a Pozzallo una costante emigrazione verso la Tunisia e soprattutto verso alcuni stati americani ( U.S.A.   Argentina )  di poche decine di cittadini tenuti sotto stretto controllo della polizia mussoliniana per le loro idee politiche o più in generale per degli atteggiamenti esteriori ritenuti poco rispettosi nei confronti del regime e pertanto schedati come ” sovversivi ”  e pericolosi per la sicurezza nazionale.
E’ importante dunque sapere chi erano gli antifascisti pozzallesi e  quale era il loro colore politico?            Secondo il prof Sigona, dall’esame attento delle fonti di archivio emergono due dati inconfutabili: gli antifascisti erano per lo più marinai, ed il loro colore politico , di gran lunga prevalente era socialista, mentre pochi i comunisti e gli anarchici, considerando a parte coloro che non seguivano alcuna ideologia, ma avversavano il fascismo in nome di quello che alcuni studiosi definirono  ” antifascismo esistenziale “.
In proposito, continua il nostro interlocutore,   si è espresso molto bene, lo storico siciliano Giovanni Criscione, parlando di ~ un istinto di classe che affondava le radici nella dimensione sociale, nella diffidenza innata dei portuali, dei contadini e dei carrettieri verso le organizzazioni sindacali filopadronali create dal regime: per quanto concerne, inoltre , la condizione professionale dei cosiddetti ” sovversivi ” , se il gruppo più numeroso era rappresentato dai lavoratori del mare, in gran parte analfabeti, erano in buon numero gli artigiani ed i braccianti; mentre si contavano  fra essi , un insegnante elementare, un impiegato postale, un possidente ed un commerciante, i soli a possedere un discreto grado d’ istruzione.
Per concludere  è d’obbligo la domanda relativa al messaggio che si può trarre da convegni del genere.
Per Giovanni Sigona  è compito dei giovani coltivare i valori della solidarietà, dell’aiuto reciproco, seguendo gli esempi dei nostri antenati del secolo scorso, che hanno saputo dare un modello di resistenza generosa alle prepotenze  della dittatura fascista.

di Redazione13 Dic 2019 12:12
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