Le contraddizioni del sindaco di Modica.

Fa preoccupare e non poco la notizia che il Comune di Modica abbia rilasciato un’autorizzazione per la realizzazione di un impianto di produzione di biometano in contrada Zimmardo Bellamagna.  Si tratta di un impianto, che estendendosi per in un’area di 8 ettari con  sette vasche di circa 8 metri di altezza e di 26/32 metri di larghezza, di due torri alte 12,30 metri, oltre ad un’altra  definita di emergenza, di 10 metri di altezza, e di un camino alto 12,5 metri, oltre a diversi altri edifici destinati alla produzione di biometano, avrà un incredibile impatto ambientale.   In questo caso pur essendo evidente lo scempio che si andrà a creare dovendo sventrare una meravigliosa campagna,  innalzando torri e ciminiere e producendo, scusate la parola ma si parla di “cacca”,  puzza a non finire è strano che il sindaco Abate che si erge a difensore del territorio non sia intervenuto.. Sull’argomento sono invece intervenuti i consiglieri comunali di opposizione a Pozzallo, Peppe Sulsenti e Salvatore Toscano, che  preoccupati per i risvolti negativi sul turismo e l’ambiente giorni hanno chiesto la convocazione della civica assise aperta per discutere  su quella realizzazione. Dobbiamo infatti dire che la zona pur essendo nel territorio di Modica in pratica è alle porte della cittadina pozzallese .  Ma anche in consiglio comunale a Modica gli esponenti dell’opposizione hanno manifestato delle perplessità – come dice Vito D’Antona di Sinistra Italiana – in merito alla scelta di ubicare la realizzazione di un impianto di tali dimensioni al centro di un’area ritenuta tra le più suggestive e rappresentative del nostro territorio.

Ci sembra strano, diciamo noi di Reteiblea, che il sindaco, così sensibile alle sorti dell’ambiente non abbia posto il veto su questa operazione. E’ chiaro che di mezzo ci sono enormi interessi economici e politici e  Abbate da sempre ha mostrato una certa sensibilità a questi argomenti soprattutto se di mezzo ci sono importanti personaggi modicani……

E così ci si dimentica del passato , quando negli anni 2004 e 2005 la zona di Zimmardo Bellamagna e quelle limitrofe di Cava Gisana e Coste dell’Olio furono interessate dalla previsione di costruire un kartrodomo, un impianto per il trattamento di biomasse e un impianto per il trattamento dei rifiuti che ne avrebbero stravolto la fisionomia.

Allora la mobilitazione popolare fu totale  e si decise di evitare l’allocazione in quelle zone degli impianti.

Il problema – conclude d’Antona – resta aperto non può essere relegato a mero fatto burocratico degli uffici; ci rivolgiamo al Consiglio Comunale, affinché, come è accaduto per altri delicati argomenti come quello degli idrocarburi, si approfondisca la questione in tutti i suoi aspetti e dia risposte ai cittadini”.

di Direttore31 Ott 2019 13:10
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