Ingenti danni per il maltempo. Ma il governo deve sapere che…

Dal Piemonte alla Sicilia, sono tanti i territori colpiti in questi giorni e in queste ore dal maltempo con frane, esondazioni, trombe d’aria e tutto ciò che ne è conseguito. Da ultimo il maltempo che si è abbattuto sulle province di Ragusa e Siracusa dove si conta un morto e danni ingentissimi alle infrastrutture e alle aziende agricole. A Ispica in una notte sono caduti 267 mm di pioggia, a Pozzallo 200 mm quasi la metà di quanta ne cade in un anno. Il clima sta cambiando, ormai è un dato di fatto. Mari sempre più caldi e la cementificazione talvolta selvaggia di aree a forte rischio idrogeologico producono i danni che oggi vediamo.  La temperatura del Mediterraneo sempre più alta per i cambiamenti climatici influisce sugli eventi atmosferici, con alluvioni disastrose e tornado molto violenti anche da noi. Se non si farà nulla per contrastare i cambiamenti climatici, come ad esempio ridurre le emissioni di CO2, la temperatura dei mari continuerà a salire e, di conseguenza, si supererà più facilmente la soglia che può portare all’innesco di eventi atmosferici molto intensi. Eppure l’Italia continua ad essere impreparata, la Sicilia ancora di più.

Sono assolutamente urgenti i piani di adattamento regionale e locali, una normativa che fermi il consumo del suolo, insieme ad un’intensa attività di prevenzione. La regione collabori con gli enti locali a fronteggiare, ciascuno nel proprio ruolo, gli eventi dovuti ai cambiamenti climatici, che amplificano gli effetti di frane e alluvioni, che stanno causando danni al territorio e alle città mettendo in pericolo la vita e la salute dei cittadini.

In queste ore il primo pensiero va purtroppo alle vittime, ma le diverse emergenze scattate in questi giorni non possono, però, non richiamare ad una riflessione sul rischio idrogeologico in provincia di Ragusa e le conseguenze del cambiamento climatico sempre più evidenti sul nostro territorio, in cui questi fattori spesso sono stati ignorati o sottovalutati e la prevenzione stenta a partire.

La dimensione dei problemi che vediamo nei territori, legati alla fragilità idrogeologica della provincia, ad una pianificazione e ad una espansione urbanistica che spesso non tiene conto del clima che sta cambiando, è tale da obbligare a un cambio di strategia e di velocità degli interventi.

Si deve passare da un approccio che insegue le emergenze e i disastri a una lettura complessiva del territorio attraverso un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici che passi attraverso i Piani Clima da parte dei Comuni. E’ necessario però che la Regione trasferisca fondi agli enti locali per interventi di manutenzione, riqualificazione e riduzione del rischio, a partire dagli spazi pubblici e di allerta dei cittadini.

Negli ultimi 60 anni la Sicilia ha speso diversi miliardi di euro solo per i danni provocati dagli eventi climatici estremi. Nonostante questo continua la sottrazione di suolo libero per processi di crescita edilizia. Il consumo di suolo continua ad essere un problema irrisolto sia a livello regionale che in provincia di Ragusa capofila in Sicilia. Per questo è fondamentale che si approvi una legge regionale per fermare gli attacchi e le speculazioni a danno dei territori.

di Redazione28 Ott 2019 17:10
Pubblicità