Rando: Troppe chiacchiere in merito alla questione della BAPR

Salvatore Rando lamenta l’assoluto silenzio di queste settimane in merito alla questione BAPR. E per questo ha inviato a tutti componenti del gruppo dei piccoli azionisti questa accorata lettera aperta.

Care amiche e cari amici, se qualcuno ha pensato che del problema che ci riguarda me lo sia dimenticato si
sbaglia, ho letto tanti messaggi nella chat, tanta rabbia, proposte di lotta, azioni eclatanti, abbandonare la
BapR e tanto altro ancora.
Ho riflettuto e mi sono posto tante domande che vorrei condividere con tutti voi.
1) Da una settimana è stata autorizzata la BapR per l’acquisto azioni attraverso una società, il prezzo
83,50 euro per un importo settimanale di circa 120 mila euro per i primi sei mesi. Molte persone
pur consapevole della perdita del valore delle azione acquistata, in base ai propri bisogni economici
provano senza riuscire a vendere, mentre altri probabilmente avendoli acquistate a prezzi più bassi
riescono a vendere e persino ci guadagnano. In ogni caso alcun risparmiatori vedono il lato positivo
e quindi, la logica suggerisce di aspettare qualche mese per capire come funzione e se funziona. Per
quanto mi riguarda, penso che sia un pannicello caldo e una perdita di ulteriore tempo;
2) Sarebbe utile fare una riunione con la BapR per farci spiegare come procedere per via telematica
alla vendita delle azioni in modo tale da competere alla pari con i soliti furbetti, la BapR si è
dimostrata disponibile;
3) Tavolo negoziale con la BapR, ne abbiamo parlato a Roma nel corso della riunione al MEF, suggerito
tra l’altro sia dal Governo che dalla Banca d’Italia, sono passati oltre 15 giorni e non c’è traccia di
una qualsiasi iniziativa che vada nella direzione auspicata. Forse la BapR prima di noi ha capito che
questo tavolo non serve, in quanto alle tante domande fatte in tutte le lingue del mondo, si
trincerano come sempre in un insopportabile assordante silenzio;
4) Azioni di lotta e di protesta legittime, la rabbia e il malcontento ha raggiunto il livello di guardia,
con rischio ordine pubblico, ma è necessario, a mio avviso, confrontarci, capire chi siamo e quanti
siamo e soprattutto valutare gli effetti positivi e negativi, quindi bisogna decidere insieme sul da
farsi:
a) È una scelta obbligata abbandonare la BapR? Con quali risultati? Aggiungiamo danno a danni
sulla nostra pelle? O serve una attenda valutazione prima di decidere?
b) E’ utile, secondo me necessario, conferire un incarico ad un legale e sottoscritta da tutti noi,
una informativa da inviare alla Procura della Repubblica d Ragusa e per conoscenza alla Procura
della Repubblica di Messina competente per territorio, per capire lo stato dell’arte in cui si
trova la BapR?;
c) Qualcuno suggerisce azioni eclatanti, sfonda una porta aperta, occorre una pausa di riflessione,
le azioni di lotte servono se alle spalle abbiamo giornali nazionali e TV nazionali, purtroppo
questo periodo non ci aiuta per via delle ferie estive e quindi il rischio che si corre e io non
voglio correre questo rischio è un flop;
d) La lotta ovviamente produce i suoi effetti, sia in positivo che in negativo, la prima potrebbe
essere un danno di immagine della Banca e il rischio potrebbe essere quello di compromettere
il mercatino acquisto azioni, provocando in automatico danni immediati, oppure ad essere
ottimisti, la protesta forse, potrebbe svegliare le Istituzioni, Governo, Banca d’Italia e Consob
ad una maggiore vigilanza sui comportamenti di BapR e sui i suoi risparmiatori/azionisti per
caso che si sentono abbandonati?
e) Le lotte intraprese da sei mesi a questa parte, posso dire e con orgoglio grazie a tutti voi, un
qualche risultato lo abbiamo portato a casa: fondo di solidarietà, risarcimento per i decessi,
l’autorizzazione in tre giorni da parte della Banca d’Italia rispetto ai novanta giorni previsti, per
l’acquisto azioni per 6 milioni di euro in un anno. Proprio su quest’ultimo argomento nella
assemblea del 28 aprile u.s. abbiamo avanzato un emendamento per raddoppiare il fondo
acquisti e non siamo stati ascoltati, in democrazia prevalgono i numeri e questo ci dovrà servire
per il prossimo anno. Abbiamo anche detto di rivedere insieme con i vertici di BapR il
regolamento del fondo di solidarietà, l’Isee, snellire le procedure, inserire nella commissione
qualcuno degli azionisti-risparmiatori e una rappresentanza delle associazione dei consumatori,

ovviamente a costo zero, non siamo stati ascoltati dai vertici della BapR a prevalere è stata la
politica del doppio ”sei” non fa siamo, come ci ricorda spesso il Direttore Generale ma sono
loro che decidono autonomamente, il tutto alla faccia della collaborazione.

Molti chiedono una Assemblea ed è giusta farla entro la prossima settimana, spiegare quello che è
accaduto a Roma, dibattere e proporre un programma condiviso senza steccati, organizzarci per
l’immediato futuro e stabilire insieme le azioni di lotta senza sconti. In itinere sono in discussioni le
mediazioni per le azioni legali eventuali. Approfondiremo la circolare della Banca d’Italia del 17 dicembre
2013 che disponeva il 2% di acquisto azioni e la BapR non ne ha tenuto conto, provocando danni ai
risparmiatori, così come chi ha investito tutto il capitale in un unico prodotto, richiedere con forza una
deroga alla Banca d’Italia per quelle banche “sane” e attivare un programma annuale per soddisfare chi ha
bisogno di risorse e senza aiuti di Stato, parlare anche di obbligazioni, e perché no della SpA e degli effetti
che questa scelta comporterebbe. Su quest’ultimo argomento mi astengo ma è giusto approfondire e
capire. Ragusa potrebbe essere una tappa importante a settembre per un convegno di respiro nazionale
sulla riforma delle banche popolari.
Concludo nella speranza di non essere frainteso, ho cercato i pro e i contro nei punti sopra richiamati, serve
soprattutto al dibattito, auspico fortemente una unità di gruppo e ci sono le premesse per continuare a
lavorare insieme, bandire i risentimenti, non sono utili ma fanno enormi danni e in questo particolare
momento ci serve unità e voglia di fare per raggiungere l’obiettivo e superare le difficoltà che per colpa di
altri in buona fede o in mala fede, non solo siamo costretti a subire ma bisogna lottare per avere
riconosciuto i diritti violati.

di Redazione06 Lug 2019 19:07
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