Una lunga storia siciliana.

Conosciamo Claudio Melchiorre per il suo impegno nella storia degli aeroporti siciliani, insieme a qualche suo amico seppur poco considerato, e ci sembra che abbia sempre detto delle cose interessanti. Per esempio è riuscito a fare chiarezza su una serie di concomitanze che fanno pensare, a noi lettori, ma non a chi di dovere. Ora sul suo giornale on line ha pubblicato un articolo, https://ilformat.info/il-sistema-montante-e-il-sistema-distratto/, circostanziato, che spiega tante cose, a patto che ci si voglia credere. Lo riportiamo proprio per chiedere ai lettori se è credibile o no? Giudicate voi!!!.
Ieri è arrivata la condanna di Antonello Montante a 14 anni. L’Italia oggi dovrebbe essere preda di una seria riflessione. Montante viene descritto come ex presidente della Confindustria Sicilia. Ma fu anche uomo di prima linea della Confindustria nazionale. Prima di un feroce scontro, suo sodale, è stato Ivanhoe Lo Bello, siracusano. Lui è stato presidente di Unioncamere fino a pochi mesi fa. Ebbe anche l’onore di far parte dei saggi per la scelta del nuovo presidente di Confindustria.
La collateralità di Montante ad ambienti mafiosi era stata ‘immaginata’ perché suo testimone di nozze, in tenera età, era stato un uomo d’onore. Qualcosa scricchiola nel sistema quando scoppia lo scandalo Tempa Rossa, poi archiviato. Questa inchiesta, poi archiviata, fa cadere nel silenzio proprio Ivan Lo Bello. Lo scandalo sembra aver avuto la funzione di mettere da parte l’uomo di Confindustria Siracusa.
A seguito del ritiro dalla ribalta di Lo Bello, Confindustria Sicilia passa sotto il controllo esclusivo di Montante. Un altro momento di notorietà critica è quando la ministra Guidi si ritrova un’intercettazione telefonica tra lei e il suo fidanzato, indicato come organico al sistema, e si auto definisce ‘colf del Guatemala’.
Ma gli affiliati del sistema Montante non sono solo quelli sotto inchiesta. Anche perché, a giudicare dall’esito del processo, l’uomo confindustriale era capace di scatenare tempeste giornalistiche e giudiziarie contro chiunque non si piegasse ai suoi voleri.
La condanna parte da questo potere. Su Rosario Crocetta, presidente della Regione Siciliana si disse che c’era un filmato scabrosissimo, mai uscito e forse inesistente. Non lo sapremo mai se l’ex governatore è stato ricattato. Montante, dopo essere entrato in carcere, non ha più aperto bocca.
L’affare aeroportuale e le Camere di Commercio
Gli uomini che devono al suo intervento le loro carriere sono in grandissima parte al loro posto. Qualcuno prende anche fragorosamente le distanze. Tra quanti sono rimasti sul campo, vittorioso, c’è Pietro Agen, imperiese trasferito a Catania che ha condotto una lenta e inesorabile carriera che lo ha visto conquistare Confcommercio prima e la Camera di Commercio di Catania, poi.
Avversario di Confindustria Catania da sempre, ha beneficiato del voto favorevole dell’associazione degli industriali etnea. Guarda caso, l’impensabile accade proprio dopo il ritiro di Lo Bello per lo scandalo chiamato Tempa Rossa.
Il ruolo di quest’uomo non più giovane, capace di maltrattare chiunque, è importante. Negli ultimi mesi ha deciso di gestire in autonomia la vendita delle quote dell’aeroporto di Catania in mano all’ente che dirige.
Quante sono queste quote? Il sessanta per cento del totale. Grazie agli uffici del governo Crocetta, infatti, la Camera di Commercio di Catania è stata fusa con quelle di Siracusa e Ragusa. Ognuna era proprietarie del venti per cento delle azioni della SAC, la società aeroportuale di Catania Fontanarossa.
Più che di fusione, si può parlare di incorporazione. A comandare, sembra esserci uno solo. Agen non nasconde che la vendita dell’aeroporto sia l’affare del secolo in questo settore. Secondo i suoi calcoli, la vendita di SAC vale fino a un miliardo e seicento milioni. L’imperiese non consente a nessuno di entrare nel merito o persino discutere di questo progetto, come se fosse ‘cosa sua’.
Il presidente della Regione Nello Musumeci esprime dubbi? Viene bollato come uno che non capisce, salvo poi incontrare Agen e essere ‘illuminato’. Dall’esterno, si potrebbe pensare che il Presidente della Regione abbia ingoiato l’amaro calice di essere definito uno poco intelligente.
Ma che debba esserci una relazione tra questa sentenza e il dr. Agen si può sospettare perché qualche giorno fa il Presidente della Camera di Commercio ha rilasciato un’intervista molto tenera e cordiale ad un giornale web, considerato altrimenti ‘d’assalto’.
In quell’intervista, l’uomo eletto a capo delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa riunite in una, denuncia di essere stato oppositore di Montante e di avere scelto di essere massone in ‘sonno’. Oggi la condanna in primo grado proprio di Montante che, secondo la Repubblica, in un articolo di Salvo Palazzolo, pubblicato l’11 maggio, “… in auto dava disposizioni a Mariella Lo Bello, appena designata assessora alle Attività Produttive…. Quella volta le fissava l’agenda delle cose da fare… In cima agli impegni, le nomine per le Camere di Commercio…”
Si può quindi dedurre che ai vertici della Camera del Sud Est abbia giocato un ruolo forte l’endorsement dell’assessorato e quindi di Montante? Perché di questo non si parla?
Né l’idea di essere massone ‘in sonno’ nella richiamata intervista rassicura. Mettersi ‘in sonno’ non si può definire una scelta di Agen, considerato che la massoneria obbliga i propri fratelli a sospendersi se gli affiliati ricoprono cariche istituzionali, cosa che il dr. Agen fa da decenni. Oltretutto, la massoneria è un nobile consesso, se ben interpretato, come raramente capita. Perché prendere così vistosamente le distanze, senza alcuna richiesta in tal senso?
Le stranezze e i silenzi non finiscono qui. Qualche mese fa, due importanti esponenti della Regione Siciliana, il Presidente Nello Musumeci e la ex ‘zarina’ Patrizia Monterosso, bellissima donna, astuta, già Segretario Generale della Regione, hanno dichiarato che non c’era nessun sistema Montante, secondo loro. Musumeci addirittura ha parlato di un ‘sistema Lumia’ e non di un sistema Montante. Smentito dalla magistratura, almeno fino a riforma della sentenza, difficile da immaginare oggi.
Come potevano e possono, persone che frequentano e dirigono la Regione Siciliana, non accorgersi quel che i giornali e molte persone comuni dichiaravano apertamente? Sonno della ragione? Occhi chiusi su di lui, come recita una canzone d’amore?
Bisogna essere seri.
La privatizzazione dell’aeroporto di Catania Fontanarossa, la politica di gestione dei rifiuti, il controllo delle Camere di Commercio e di tante società siciliane e nazionali sono ancora sotto la cappa della rete costruita da Montante. Molti affari seguono la stessa regia apparente di allora. Una delle tracce è desumibile dai fatti relativi, al famoso, in Sicilia, padiglione ‘Norma’. Parliamo di una esposizione dei prodotti siciliani di qualità, comprese le biciclette Montante che, secondo un’inchiesta di ‘Report’, non sono praticamente mai state prodotte, considerato che la fabbrica non è mai esistita.
Quel padiglione ha fatto parte dell’esecuzione del piano Expo Milano della Regione Siciliana. Fu realizzato proprio presso locali dell’aeroporto di Catania Fontanarossa. Il direttore amministrativo che ne curò la realizzazione è al suo posto e dovrebbe conoscerne perfettamente genesi ed esecuzione. Tuttora ha il favore dell’amministratore delegato appena confermato dalla Camera di Commercio, saldamente sotto il controllo di Pietro Agen.
La Magistratura ha indagato sulle opere previste per la partecipazione siciliana all’Expo Milano. Questa inchiesta fa parte delle contestazioni al neo condannato in primo grado.
Le nuove nomine e l’aeroporto di Catania
Anche la Provincia di Siracusa, con il suo commissario, sembra collaborare attivamente ai piani della Camera di Commercio del Sud Est, nata col governo Crocetta. In sede di rinnovo degli organismi della SAC, la Società Aeroporto Catania, rinuncia a farsi rappresentare da un siracusano, tanto da nominare, in rappresentanza della propria consistente quota nell’aeroporto, un catanese.
Sono comportamenti strani, curiosi, forse frutto di pressioni. Noi crediamo che la condanna di Antonello Montante di ieri debba avere come conseguenza un azzeramento dei vertici camerali, dell’aeroporto di Catania, della politica sui rifiuti.
L’on. Nello Musumeci, governatore siciliano, ha questa opportunità per dimostrare di essere estraneo a quel ‘sistema’ che ieri ha subito una grave condanna. Quanto al governo nazionale, ci sarebbe da raccomandare una seria revisione di tutte le nomine influenzate da Antonello Montante, già presidente di Sicindustria, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, membro del comitato per la gestione dei beni sequestrati alla mafia, Delegato Nazionale di Confindustria per la legalità.
Mah!!!!

di Redazione12 Mag 2019 18:05
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