Passalacqua vince gara tre: giochi riaperti e giovedì si punta alla quarta bella scudetto

Certo, la Passalacqua la puoi battere, anche “bene” come in gara due, ma quando la situazione diventa da “marcia o crepa”,  le aquile, per dirla con Cochi e Renato, sono come avere una mucca in casa se hai bisogno di latte. Al riguardo, chiedere a Schio, che da stasera si ritrova il “paracadute” del due a zero mezzo bucato e si prepara a vivere, giovedì ancora al PalaMinardi, una gara quattro della quale avrebbe senza alcun dubbio fatto volentieri a meno. Bello, bellissimo, e non solo perché la Passalacqua, nel PalaMinardi finalmente pieno in misura accettabile  considerando l’importanza della gara e con un tifo all’altezza delle necessità, ha vinto con merito. Ma anche perché è stato una specie di lungo, affascinante spot promozionale del (grande) basket femminile, quasi  a dispetto di una Federazione che proprio sembra avere due (non una) fette di salame sugli occhi e aver mandato il cervello in ferie anticipate, si ostina a imporre gare ogni due giorni. Grande partita, per intensità, giocate e tensione al limite rischio cardiovascolare, e grande battaglia forse ancora prima in panchina che in campo: con la Passalacqua che recuperava Agnese Soli (ma Angela Gianolla è stata ancora una volta straordinaria) e ritrovava il suo potenziale offensivo, quasi sempre nascosto in gara due. Si è visto già dalle prime battute che sul parquet era scesa una Passalacqua diversa da gara due: diversa, migliore, attenta, determinata, ottima al tiro, palle perse quasi azzerate e lotta palla su palla. Schio, da degna titolare dello scudetto, è stata sempre a un passo, puntando soprattutto sulle due lungagnone: ma quando le aquile le hanno costrette “a terra” o quando hanno sbagliato, è stata punita  suon di canestri. Non che sia mancata la paura, perché le scledensi hanno recuperato a getto continuo e sono andate anche avanti più di una volta: però mai oltre i tre punti. Così alla fine, negli ultimi sessanta secondi vissuti quasi in apnea, la maggiore lucidità, l’eccellenza della guida tecnica, la voglia di farcela, il calore dei tifosi e il sapere che o vincevi o finiva tutto, uniti con una cifra tecnica almeno simile alle rivali, hanno compiuta l’impresa. Con tanta bravura da farla apparire normale, cosa che non è nel modo più assoluto. Chiudiamola qui, perché è stato un indispensabile passo bellissimo ma non basta per garantirci la quarta bella-scudetto: in compenso ha roso parecchia tranquillità di Schio. Quindi, come si sperava, l’appuntamento di giovedì (questa volta alle 20,30) per gara quattro è confermato. Ci andremo con tre sole certezze: che non c’è pronostico, che la Passalacqua ce la metterà tutta, e che ci vorrà ancora più pubblico. Perché, lo sanno tutti, i tifosi sono come i centimetri nel basket: più ce n’è e meglio è. Proprio al contrario dei cucchi: per il momento, chissà perché, praticamente spariti. Mah..   TABELLINO –

Passalacqua Ragusa 67 Famila Schio 62

RAGUSA: Romeo 13, Consolini, Cinili 5, Rimi ne, Formica, Stroscio ne, Harmon 12, Gianolla 5, Soli, Bongiorno ne, Hamby 18, Kuster 14. Allenatore Recupido.

SCHIO: Filippi ne Fassina 2, Masciadri, Crippa 6, Gruda 14, Battisodo, Andrè 4 Dotto 5, Lavender 14, Quigley 17. Allenatore Vincent.

PARZIALI: 23/20 – 17/14 – 11/15 – 16/13  —-  NOTE: Quigley uscita per raggiunto limite falli

ARBITRI: Ferretti di Nereto, Catani di Pescara e Patti di Montesilvano.

 

 

di Lina Giarratana08 Mag 2019 00:05
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